Vi piace passeggiare nei boschi cedui delle colline? State attenti, potreste ritrovarvi rinviati a giudizio con tremende accuse tipo stalking e atti di vandalismo. La Procura della Repubblica pistoiese è inflessibile con i passeggianti, soprattutto se domenicali e segnalati con delle mail irrituali e notturne di certi avvocati “ben veduti”
PISTOIA. Chi è che non ha fatto una bella passeggiata nei boschi delle nostre colline, per respirare un po’ di aria pulita e svagarsi immerso nella natura incontaminata? Un’esperienza di alta soddisfazione psicofisica, soprattutto se fatta con familiari o amici, ma anche pericolosa, visto l’incidente accorso a chi sta scrivendo, con risvolti giudiziari non trascurabili.
Se vi trovate in qualche strada vicinale e qualcuno si affaccia alla finestra e vi chiede Chi siete? Cosa volete? Dove andate? Cosa portate? Un fiorino!, ebbene non rispondete: dàtevela a gambe levate e non vi voltate nemmeno, perché magari c’è pure un sistema di video sorveglianza (ovviamente illegittimo!) che vi inquadra, come hanno fatto a me e che vi ha ritratto nella criminogena passeggiata, registrando frame che poi saranno usati contro di voi dalla pubblica accusa per dimostrare l’ipotesi di tentare d’eseguire un diabolico “disegno criminoso”.
Domenica 9 agosto 2020, mi recai sulle colline di Montoio per fare una passeggiata nel bosco di querce leccine e ricercare un’antica fonte, già usata come lavatoio dai residenti del borgo, ma non trovavo spazio per parcheggiare l’auto e proseguire a piedi (che malizioso eh!?).
Nel mentre che cercavo un’aiuola di sosta venni notato dalla sig.ra Giada Perrozzi che, affacciàtasi sulla porta, si preoccupò di chiedere il motivo della mia presenza sulla pubblica via: un fatto che – come abbiamo saputo dopo – la gettò nel terrore e la impegnò a chiamare la Avv. Madera.
Non avrei certo immaginato, infatti, che con una successiva comunicazione Pec (l’orario è delle 20.07 dell stessa domenica), l’Avvocata del foro di Prato Giovanna Madera, avrebbe denunciato la mia tanto inopportuna presenza nell’amena località e così ritrovarmi segnalato a ben due sostituti procuratori della Repubblica (sig.ra Gambassi e sig. Curreli, oltre a vari cancellieri) nella evidente intenzione di “vandalizzare” e probabilmente (perché no?) “minacciare” la quiete della famiglia Perrozzi.
Tutto questo con una semplice comunicazione mail, cioè senza passare dalla locale stazione dei Carabinieri e incomodare il Lgt. Salvatore Maricchiolo che, probabilmente, avrebbe potuto corroborare l’evento con altre argomentazioni di ipotesi di reato e di altra possibile rilevanza penale.
Infatti, il Pm sig. Curreli, titolare del “processo politico” avviato contro il giornale Linea Libera (e poi lasciato seguire in aula al sig. Giuseppe Grieco) ha ben chiaramente recepito il lunedì 10 agosto la segnalazione del fatto “criminoso” e l’ha introdotta a contorno di un “molto suggestivo” rinvio a giudizio, richiamando l’eloquente episodio criminogeno, del quale scrive il sig. sostituto Curreli “…temendo di dover subire atti di vandalismo…(il 9 di agosto, la figlia del Perrozzi ha colto, sotto la propria abitazione, un soggetto [cioè chi scrive] a fotografare i luoghi oggetto degli articoli del Bianchini).
Ebbene, così ragionano in Procura: se un soggetto si trova in una strada vicinale per farsi una bella passeggiata, all’imbrunire di una domenica di Agosto con macchina fotografica è un potenziale criminale.
Il “rinvio a giudizio” è stato dunque assicurato e chiaramente, l’Avvocata Madera non si è nemmeno sporcata le mani a scrivere una più formale querela: è bastata una mail pec, spedita alle persone giuste; una pec che, ancorché irrituale e inadeguata, è stata comunque sufficiente, considerata la qualità dei soggetti esponenti che sarebbero notoriamente minacciati e perseguitati (ma da chi? Ce lo spiegheranno i sostituti procuratori?).
Cosa dire di fronte a questo sconfortante episodio di kafkiana memoria? Provate voi a scrivere una mail alla casella delle “notizie di reato” (cnr.procura.pistoia@giustiziacert.it) per una denuncia di qualche seppur minimo illecito: sarete presi per dei ridicoli querelomani, cestinati e invitati a recarvi dai Carabinieri per le formalità del caso. Ciò non vale per i Perrozzi: loro sono evidentemente “più uguali degli altri” e possono fare “urgenti integrazioni” anche di domenica notte con l’avvocato di fiducia pronto alla denuncia.
Non resta che associarsi al palamarismo più spinto come esperienza di lotta all’uso “distorto e politicizzato” della Giustizia che, a Pistoia, si distingue per questi stravaganti episodi in cui i presunti persecutori vengono perseguitati e stalckerizzati giudizialmente. Chi è dunque il vero persecutore? Ma i sostituti procuratori non dovevano servire la gente comune, come diceva Tommaso Coletta?
Come si deve definire chi persegue un “disegno criminoso” denunciato a colpi di mail Pec, senza che vi sia alcun reato effettivo e senza il deposito di formali querele o altri atti previsti dall’ordinamento? Ce lo possiamo chiedere o è un reato anche questo?
Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.it]