Ci ha colpito la querelle tra il capogruppo Silvio Buono (Agliana Civica è forza di maggioranza!) e il Giornale di Pistoia che assegna un “up” a Luca Benesperi per l’inaugurazione del parco dell’amore di Carabattole. Ma un dettaglio è sfuggito a tutti e lo presentiamo alla cittadinanza per le valutazioni di competenza elettorale essendo trasversale a tutti i gruppi politici
AGLIANA. Prendiamo atto della autocritica del sindaco Benesperi che, sulla vicenda dei quattro bidoni di acque reflue (rifiuti speciali, che se erano nel vostro giardino, vi sarebbero costati un rinvio a giudizio per costituzione di discarica abusiva, con 30 mila euro di multa e guardate quì, se non ci credete!) auspica che tali episodi devono sparire e non verificarsi più.
Nella stucchevole polemica tra il Sindaco e il suo capogruppo Buono (sarebbe di maggioranza, ma a noi pare che, con le sue iniziative, sia più volte spostato sul fronte dell’opposizione “addormentata”, anzi spenta), la vicenda degli oltre 3000 litri di acque recuperate da una precedente bonifica del laghetto e lì lasciate dalla dirigente Ornella Pellegrineschi (quella in conflitto di interessi, ma che è ignorata dalla Paola Aveta che dovrebbe vigilare, guardate qui) ci fa sorridere a fronte del maggiore danno che si potrà considerare (chi scrive, quale cittadino, paga le tasse, dunque intende criticare nel pieno rispetto all’articolo 21 della Costituzione) per il cancello nuovo posto a chiusura del piccolo parco pubblico.
Un cancello tipico nella cittadina di Agliana, ove ne potete riscontrare una decina, tutti uguali in quando a modello di costruzione e disegno: una sorta di modello caratteristico della città di Agrùmia.
I cancelli in questione sono originati da un’interpretazione del compianto artista Lindo Meoni. Il cancello con questa peculiare configurazione stilistica è molto diffuso ad Agliana, come abbiamo già riportato nel 2014, in altro articolo dedicato al “postmodernismo” aglianese. Dunque, caratteristico e da riproporre in modo seriale per tutti i nuovi cancelli: da ciò deriva che quelli recuperati per lavori di ampliamento, dovrebbero essere conservati e reimpiegati. Ma ad Agrùmia, non funzionano così le cose, vanno alla rovescia.
Quanto è costato il cancello di chiusura del Parco dell’Amore, che potrete vedere meglio sulle pagine Facebook del capogruppo Buono?
Saranno bastati 4000 euro o ne sono occorsi di più? E a che titolo lo avrebbe avuto il proprietario dell’orto di via Boccaccio, un ex-dipendente comunale, oggi pensionato e già anche agente di Pm dal Comune di Agliana, questo nel 2012, sotto il reame della Ciampolini? Forse una sorta di omaggio e integrazione di buonuscita? Lo pagò o lo ebbe in dono? C’è stata una licitazione privata o un bando di interesse pubblico per la svendita del manufatto? Esiste un documento di cessione o vendita del prestigioso cancello disegnato dal Meoni?
Dunque, se per la distanza di due lustri il reato di appropriazione indebita è prescritto (ma che sfiga), ci sembra che il profilo di responsabilità per il danno erariale sia ancora aperto, visto che si prescrive proprio in 10 anni.
Questo ci disse il procuratore generale Acheropita Mondero della Corte dei Conti quando chi scrive si presentò – con l’allora assessore Maurizio Ciottoli (al tempo sceriffo e lupo, non ancora mutatosi in agnello) – per il deposito di ben sei ricorsi contro le malefatte dell’amministrazione ciampoliniana e magnanensiana.
Che faranno il Sindaco e la segretaroa Paola Aveta? Apriranno una segnalazione alla Procura Generale di Via Mazzini a Firenze o faranno gli gnorri?
Questa, per i lettori bassoprofilisti (ma molto demokrats), non è una piccola storia di sperpero, ma l’esempio tangibile di una malagestione amministrativa consolidata della res publica, con danni economici occulti e mancanza di oculatezza, anche per la conservazione di manufatti non deteriorabili e disponibili per la loro potenziale reintegrazione nel patrimonio pubblico.
Quando si dice consociativismo e incapacità dell’amministrazione benesperi, di fare un effettivo cambiamento del malcostume, ci si riferisce – anche se ciò non piace ai giudici di Pistoia – a questi episodi a cui stanno dentro tutti, dal Sindaco alla Fata smemorina (alias la segretaria Donatella D’Amico), all’assessore al patrimonio, ai dirigenti del servizio LL. PP. e anche alla ragioniera Tiziana Bellini, che dovrebbe avere cura di aggiornare e giustificare le movimentazioni del registro dei cespiti.
Vedremo se la Corte dei Conti è d’accordo o meno, con la nostra interpretazione sgradita a tutti…
Alessandro Romiti
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