PISTOIA. All’istituto agrario De Franceschi di Pistoia “sembra che l’indirizzo da scegliere non dipenda più dalle aspirazioni dei ragazzi ma dal luogo dove vivono. Se vivi in una zona della provincia puoi fare cose che se vivi da un’altra parte non puoi fare. È questa la scuola dove i nostri figli dovrebbero costruire il loro futuro!”.
In una lettera alla redazione il genitore di una alunna quarratina che ha terminato il biennio e a gennaio ha scelto il proprio percorso — “sognava fin dall’inizio di seguire il corso di forestale”— ha denunciato una situazione incresciosa a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico.
“Essendoci troppi ragazzi che hanno scelto un percorso hanno deciso che avranno la possibilità di seguirlo solo i ragazzi che vivono in montagna mentre tra quelli che vivono in pianura ci saranno gli spostamenti d’ufficio”. E così gli alunni rischiano di essere estromessi solo perché nati in una zona sbagliata della provincia di Pistoia.
La donna ricostruisce dettagliatamente il tutto informandoci che venerdì scorso, 6 settembre, sua figlia, come pure gli altri ragazzi che dovranno frequentare la classe terza nell’anno scolastico 2019/2020, hanno ricevuto una telefonata da parte della segreteria dell’istituto De Franceschi, in cui è stata richiesta la loro presenza per la mattina di ieri sabato 7 alle ore 10 “senza per altro dire il motivo di tale convocazione”.
“Quando i ragazzi, per la maggior parte minorenni, senza alcun supporto da parte dei loro genitori, si sono presentati a scuola – scrive – sono stati messi al corrente da parte della signora Conace della decisione di sopprimere una classe dell’indirizzo forestale.
Ai ragazzi che abitano a Pistoia e dintorni è stato richiesto poi di rinunciare in favore dei ragazzi che abitano in montagna e a quelli che risiedono in pianura è stato detto che avrebbero dovuto dedicarsi all’indirizzo di Valorizzazione, in quanto c’è bisogno di vivaisti”.
I ragazzi hanno tempo fino a domani lunedì 9 settembre per cambiare indirizzo spontaneamente. In caso contrario il trasferimento verrà fatto d’ufficio.
“Trovo — scrive la mamma — che in tutta questa situazione ci siano molte cose che non tornano:
- Nessuna comunicazione cartacea a cui, in caso, potersi appellare.
- Il fatto che le iscrizioni sono state fatte a gennaio 2019 e non si può arrivare ad una settimana dall’inizio della scuola e stravolgere i piani dei ragazzi che avevano scelto per il proprio futuro.
- Non aver coinvolto i genitori in questa situazione.
- Quella che io chiamo discriminazione residenziale, visto che i ragazzi che abitano in montagna hanno la possibilità di scegliere qualsiasi indirizzo vogliano, mentre i ragazzi che abitano in pianura sono costretti a seguire un corso che magari a loro non interessa.
- la scuola, mai e poi mai, aveva messo a conoscenza genitori ed alunni che in caso di situazioni difficili, i ragazzi residenti in montagna avrebbero avuto delle priorità (nel qual caso, forse, molti studenti non avrebbero scelto di frequentare quell’istituto.)
Vorrei — conclude — che di questa cosa se ne potesse parlare, perché non è giusto che molti ragazzi debbano essere costretti a non avere diritto di parola sul proprio futuro”.
Andrea Balli
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