PISTOIA. La risposta stizzita e sopra le righe dell’assessora Frosini e della sua maggioranza dimostra che evidentemente abbiano toccato un nervo scoperto.
Innanzi tutto, è bene chiarire che la questione non è — e non è mai stata — l’origine privata o pubblica delle spese di viaggio e soggiorno sostenute da Frosini. Noi non abbiamo nulla in contrario a che si utilizzino fondi pubblici per visite istituzionali o per attività destinate a diffondere una eccellenza pistoiese, e ci siamo limitati a presumere ciò che sarebbe stato del tutto normale.
Il punto vero è la estrema incoerenza di chi, nella statalizzazione della scuola dell“infanzia Bruno Ciari, non ha minimamente tenuto in considerazione le legittime rimostranze dei genitori e di tantissimi cittadini; rimostranze che, senza nulla togliere alla professionalità e competenza delle maestre e del personale statale, facevano leva proprio sulla qualità eccelsa di quel sistema educativo che, giustamente, continua ad essere portato come modello in Italia e in Europa.
Cosa che — lo ribadiamo — non può che farci piacere e inorgoglirci come pistoiesi. A Frosini, tanto per essere chiari una volta per tutte, non si contesta certo il viaggio a Londra bensì le scelte politiche per l’infanzia fatte a Pistoia.
Ben consapevole di questo, l’assessora sposta il tema sulle gestioni passate, definite “disastrose”: il solito disco rotto di chi governa questa città da due anni e mezzo e ancora non trova altri argomenti che scaricare tutto sul passato. Ma se è così, allora siamo costretti a rammentare che quel sistema pistoiese preso da tutti a modello per l’infanzia non nacque per effetto del caso ma in virtù di scelte politiche e culturali che furono giunte di centrosinistra a compiere.
È certamente vero che anche in passato scuole comunali pistoiesi siano state statalizzate, ma assai diverse erano le condizioni di partenza e la strategia complessiva. Limitandoci agli ultimi vent’anni, si è partiti da un numero di sedici scuole che sono state gradualmente ridotte a otto.
Forse l’assessora lo ha dimenticato, ma l’ultima volta che in Consiglio comunale si è discusso dell’argomento, sono stati i consiglieri della sua maggioranza a proporre la pressoché totale eliminazione delle scuole comunali in virtù dei costi.
E però passare da sedici a otto non è come passare da otto a zero. Inoltre, le statalizzazioni operate dalle amministrazioni di centrosinistra si inserivano comunque in una strategia complessiva di grande attenzione e ingenti investimenti nell’ambito culturale e della formazione.
Una strategia che, fra le altre cose, ha contribuito a costruire quella rete di luoghi ed eventi di altissima qualità che hanno fatto sì che Pistoia ricevesse l’ambito riconoscimento di Capitale della Cultura per l’anno 2017.
Viceversa, non è dato comprendere se e quale sia la strategia della giunta Tomasi nella statalizzazione dell’asilo Bruno Ciari, che fece seguito al tentativo — per fortuna non riuscito – di statalizzare l’anno prima l’asilo di Santomoro.
Due scuole, non una. A proposito di chi racconta falsità. Ecco, invece di minacciare querele, l’assessora Frosini risponda ad una semplice domanda: cosa intende fare nei prossimi anni per tutelare il sistema educativo pistoiese dalle tentazioni della sua maggioranza di smantellarlo per fare cassa? Qui a Pistoia, si intende.
Unione Comunale Pd Pistoi