SE IL SAN JACOPO RICEVE UN PREMIO, IL SENSO DEL PUDORE È DEFUNTO

La Nazione, 1° giugno 2014
La Nazione, 1° giugno 2014

PISTOIA. Leggendo la ponticelliana velina Il San Jacopo vince il premio “Best Practice Patrimoni pubblici” ci siamo convinti veramente che, almeno Pistoia, “va a rovescio” e le facce di bronzo sono indiscutibilmente al di fuori di ogni pensabile ravvedimento.

Pensate che vengono programmate visite con appuntamenti a distanza di svariati mesi se non addirittura di oltre un anno per esami e patologie in genere, sia di routine sia di particolare gravità, costringendo l’utenza a rivolgersi a strutture private e quindi a mettersi mano in tasca, mentre l’eco-mostro, la sua galleggiante struttura, i suoi disservizi continui e le sue pecche organizzative, vengono addirittura premiati!

È “roba da matti”, si dice in Pistoia. La velina autocelebrativa, trasmessa anche alla carta stampata – diciamolo francamente – è una offesa al cittadino e alla sua intelligenza.

L’intersindacale medica e le varie associazioni di categoria hanno il dovere di far sapere al cittadino che la sanità pistoiese viaggia su binari paralleli e diversi. Il modello di intensità di cura è fallito – tutti gli operatori sanitari lo dicono – così come è miseramente crollato il connubio pubblico/privato che dovrebbe gestire la nostra salute.

Mentre il privato si riempie le tasche con lo scellerato contratto di gestione che ci costa quasi venti milioni di euro all’anno, la Sanità e cioè l’erogazione di quel diritto alla salute che si attua in visite, diagnostica varia, insomma l’attività medica e paramedica, è relegata all’angolo e trattata marginalmente, contrariamente a ciò che si dovrebbe fare.

Tutto dovrebbe essere finalizzato a un efficiente servizio medico mentre, al contrario, tutto è finalizzato a fare cassa: dal parcheggio fino ai negozi interni al mostro. e cassa per il privato.

Che le imprese di pulizia lascino alquanto a desiderare per la drastica riduzione oraria è marginale. Chi ci fa caso?

Che le nuove tecnologie vengano magnificate – magari come il pitale di ultima generazione! – impone di chiederci se non avrebbero potuto funzionare anche al vecchio Ospedale del Ceppo se colà fossero state allocate. Nossignori, queste nuove tecnologie tanto sbandierate dai velinari dell’Asl 3, possono funzionare solo al San Jacopo: e il perché dovrebbero spiegarcelo “lor signori”.

Nel frattempo, nessun politico liberamente pensante e influente denuncia che questo eco-mostro che vive di idrovore si è mangiato la sanità in Montagna attraverso la soppressione di un Ospedale di eccellenza come il Pacini di San Marcello e sta pian piano spolpando anche quello di Pescia.

san jacopo-costiParliamoci chiaro: se il San Jacopo riceve un premio, quale che sia la motivazione, significa che il senso della vergogna non alberga più nell’animo di certi umani che sono i burattini del sig. rosso Rossi.

Quando un esame pneumologico richiesto i primi di gennaio, tanto per fare un esempio, relativo a una patologia alquanto seria, viene concesso a giugno e cioè dopo sei mesi, significa che qualcosa non quadra. Quello che non quadra è presto detto: anche sulla salute, in questo mondo di parassiti e di unti dalla politica, “si fa cassetta”.

Signori Medici, paramedici e tutti voi che nel San Jacopo lavorate, fatevi sentire una buona volta!

Il paziente conosce voi non l’Abati e la Turco. Avete un giuramento da rispettare. Rispettatelo e riappropriatevi della dignità e della responsabilità che il vostro càmice vi impone.

Questa città rinvigliacchita potrebbe aprire gli occhi ed essere al vostro fianco.

Print Friendly, PDF & Email