PISTOIA-PIANA. La vicenda della Convenzione tra Ato Toscana Centro e Cis Spa ha fatto emergere pubblicamente (grazie alla lista “Agliana in Comune”), quanto segue:
- 1) Il grave ritardo che c’è stato nel consegnare atti che riguardano tutti i cittadini (e quindi che sono e devono essere pubblici);
- 2) La firma di un Presidente del CdA del Cis Spa che (pur essendo un’azienda di totale proprietà dei Comuni di Montale, Agliana e Quarrata) è stata fatta senza aver fatto conoscere preventivamente una copia della Convenzione ai Sindaci dei tre Comuni e senza aver chiesto e avuto il loro unanime consenso;
- 3) I contenuti della Convenzione che, di fatto (per la durata ventennale e per le penalizzazioni economiche che ci sono a garanzia di quella durata), sono in contrasto con quanto hanno dichiarato e dichiarano pubblicamente i tre Sindaci sul futuro dell’inceneritore di Montale: cioè, sono in contrasto con la volontà di chiuderlo entro il 2023 (anno in cui dovrebbe esserci la definitiva estinzione dei mutui ottenuti per realizzare i vari interventi di modernizzazione di quell’inceneritore nel corso degli ultimi anni).
Questa vicenda è la conferma che anche in Toscana c’è “un sistema di potere” composto dalle Spa pubbliche o Publi/Private che condiziona pesantemente le scelte degli eletti dai cittadini nel governo delle Istituzioni democratiche e che arriva persino a prendere decisioni che condizioneranno la vita dei cittadini per decenni senza informare adeguatamente i Sindaci e senza avere il loro consenso. Un “sistema di potere” che svuota di senso il valore della democrazia rappresentativa scritta nella Costituzione Repubblicana.
Ovviamente, in questo svuotamento di senso della democrazia rappresentativa, ha una responsabilità pesantissima anche in chi, nell’impegno politico, non si propone di difendere i “beni comuni” e il “bene comune” dei cittadini, perché è condizionato da una “subalternità culturale” alle dinamiche del libero mercato e degli affari e dai conseguenti privilegi che vengono assicurati ai politici che ne sono complici.
Questo pesante “sospetto” l’avevamo avuto anche durante la discussione sul Piano Interprovinciale Rifiuti dell’Ato Toscana Centro, quando non venivano date risposte convincenti a critiche assai argomentate, scritte nelle Osservazioni presentate ufficialmente nei tempi stabiliti dalla procedura e sostanzialmente ignorate dai “tecnici” scelti dalle tre Province che, per volontà delle Giunte Provinciali, hanno portato il Piano Interprovinciale in approvazione definitiva il 17 dicembre 2012 nei tre Consigli Provinciali.
In quel Piano Interprovinciale vi era e vi è un’evidente e notevole sovrastima (di circa 200.000 T/annue) nelle previsioni quantitative dei rifiuti urbani nei prossimi anni, che “serviva” a “giustificare” ben 300 milioni di euro destinati a quintuplicare la potenzialità impiantistica destinata all’incenerimento: una scelta destinata a pregiudicare il futuro della gestione dei rifiuti per i prossimi 30 anni e che avrà conseguenze pesanti – con impatti ambientali e sulla salute, ma anche sulle tariffe – per un milione e mezzo di residenti nell’area metropolitana da Firenze a Pistoia.
Quel “sistema di potere” fa riferimento, in via principale, ai vertici politici del Partito Democratico; con questo, ci teniamo a sottolineare, non vogliamo affermare che tutti coloro che si identificano nel Pd ne siano parte, tuttavia è una verità innegabile ed oggettiva che le scelte effettuate dalla maggioranza dello stesso vanno in una direzione inceneritorista, tant’è che il nostro consigliere regionale Mauro Romanelli si è visto costretto a votare contro il piano dei rifiuti presentato ed approvato dalla regione Toscana guidata da Enrico Rossi.
Il sistema di potere in questione vuole continuare ad ignorare le innumerevoli esperienze consolidate presenti in questo Paese e anche nella nostra Regione, che dimostrano inequivocabilmente che la generalizzazione delle R.D. domiciliari hanno l’effetto benefico di ridurre considerevolmente la produzione dei rifiuti: queste esperienze ci forniscono dati reali che dimostrano che in tutte le realtà (anche di area vasta) dove è stato attuato il passaggio al moderno sistema di R.D. domiciliare, questo ha prodotto una drastica riduzione della produzione pro-capite dei rifiuti che è scesa sotto i 500 Kg annui per abitante, e ci lasciano ben poche speranze per uno sviluppo sostenibile dei territori nei prossimi anni; dall’inceneritore di Case Passerini all’implementazione dell’aeroporto di Firenze, passando per la terza corsia dell’autostrada, risulta evidente una tendenza in netta antitesi con le istanze ambientaliste che sono invece tra gli elementi fondanti della nostra comunità politica e che, in un’ottica di ampio respiro, risultano essenziali per progettare stili di vita che diminuiscano l’impatto ambientale lasciando alle future generazioni un ambiente salubre.
Per queste ragioni Sinistra Ecologia Libertà chiede che sia ridotta a pochi anni la durata della convenzione tra Ato T.C. e Cis Spa, con la convinzione che l’inceneritore di Montale (inaugurato nel 1978) ha già prodotto troppi danni: se i danni alla salute dei cittadini troveranno conferma nei risultati dell’Indagine Epidemiologica, l’inceneritore di Montale va chiuso nel giro di alcuni mesi e comunque va chiuso entro pochi anni, perché sono 35 anni che le popolazioni subiscono le conseguenze di quelle emissioni inquinanti, perché con una moderna politica di gestione dei rifiuti la quantità dei rifiuti da destinarsi alle discariche e agli inceneritori si può ridurre a quantità minime e anche perché l’inceneritore di Montale è strutturalmente diseconomico.
È necessario che i Comuni in ritardo non perdano altro tempo nel percorso di transizione dal vecchio al nuovo sistema: in questo senso invitiamo il Comune di Pistoia a mantenere gli impegni presi dal Sindaco per generalizzare in tempi brevi la R.D. porta a porta in tutto il suo territorio e invitiamo tutti i Comuni dell’area metropolitana ad impegnarsi seriamente in questa direzione.
Lungo questo percorso, le tecnologie tradizionali per lo smaltimento (discariche ed inceneritori) saranno destinate ad assumere un ruolo secondario e sempre più marginale e acquisteranno centralità le buone pratiche operative, le azioni di separazione e differenziazione, di recupero e riciclaggio e di conseguenza crescerà e si consoliderà un’impiantistica di valorizzazione delle materie prime/seconde recuperate e una adeguata filiera industriale del riciclaggio strettamente legata e connessa con il mondo scientifico della ricerca e dell’innovazione.
Un sistema virtuoso e moderno che rappresenta anche una risposta concreta alla crisi, perché mettendo a regime le raccolte differenziate “porta a porta” e incentivando e potenziando la filiera industriale del riciclaggio si creeranno in tutta la regione diverse migliaia di posti di lavoro e nuova ricchezza sociale.
Francesco Romano Natali, Paolo Balestri e Mauro Valiani
per le federazioni di Sinistra Ecologia e Libertà di Pistoia, Prato e Firenze