PISTOIA. Nel corso di una affollatissima assemblea federale di Sinistra Ecologia e Libertà, assieme al nostro segretario regionale Giuseppe Brogi, abbiamo analizzato assieme quanto accaduto nella cronaca internazionale di questi giorni, facendo considerazioni che ci sentiamo in dovere di condividere pubblicamente.
Ogni volta in cui ci troviamo davanti a crisi sistemiche e penetranti, crisi che destrutturano alla radice il nostro modo di concepire l’organizzazione sociale che autonomamente ci siamo dati, risorgono vecchi fantasmi del passato, di quelli che credevamo chiusi definitivamente nei libri di storia, ma che in verità erano solo nascosti alla vista, come un mucchio di polvere sotto al tappeto.
Il terrorismo è proprio uno di questi mali; è quel tentativo di spinta, costante ed incessante nella realtà dei percorsi democratici, alla diffusione della paura e con ciò al proliferare degli estremismi, anche di quelli “difensivi” (che di difensivo non avevano proprio nulla), come avvenuto con la “guerra al terrore” di Bush a seguito della tragedia delle torri gemelle del 2001. Questo è il più preoccupante aspetto del terrorismo; alimenta e si alimenta di populismo ed ignoranza.
La comunità politica di Sinistra Ecologia e Libertà non può esimersi dal condannare apertamente i fatti di violenza inaudita accaduti in Francia, con il brutale assassinio dei giornalisti della testata satirica “Charlie Hebdo”. È proprio quando assistiamo a queste modalità di aggressione al cuore dei valori di laicità, libertà, democrazia ed uguaglianza che dobbiamo moltiplicare gli sforzi con coraggio, per non lasciarci imbarbarire, perché il compito di difendere la diversità come valore universale per l’abbattimento delle barriere che impediscono il pieno ed autonomo sviluppo delle comunità umane è una nostra precisa responsabilità, cui nessuno può sottrarsi. Se l’estremismo religioso è la matrice di quello che è accaduto, il nostro impegno politico e culturale è e sarà sempre per il dialogo e la tolleranza come strumento di risoluzione delle controversie.
Ai morti per la libertà di parola, a quelle pagine insanguinate che macchiano il cuore di tutti in maniera indelebile, noi di sinistra ecologia Libertà vogliamo dedicare il più profondo cordoglio, condividendo in questo le parole di Massimo Cacciari: “Qui in Europa ci sono conflitti da disinnescare anche con le armi dell’intelligenza.
E con la consapevolezza che si tratta di un processo lungo, difficile, faticoso. Ma non c’è alternativa, altrimenti si va dritti verso quello scontro di civiltà a cui puntano proprio i terroristi. Fino a quando la nostra democrazia non dimostrerà di essere accogliente e continuerà con le disuguaglianze, questo tipo di terrorismo troverà sempre terreno favorevole”.
Oggi come eri è nuovamente l’ora di resistere alle tentazioni liberticide, al populismo ed alla demagogia, è il momento di imbracciare ancora una volta la più potente arma che il nostro essere umani ci ha messo disposizione, il dialogo. Che le istituzioni siano in questo il baluardo e l’argine alla marginalizzazione della tolleranza e del rispetto tra le diverse culture, sempre con maggior convinzione in prima linea per l’accrescimento della comunità, perseguendo l’unità nella diversità; in assenza di questo, corriamo gravi rischi, primo tra tutti quello di perdere la nostra umanità.
Questo richiede un mutamento profondo della gestione della politica internazionale, ed in ciò non possiamo non considerare che le decapitazioni dell’Isis sono figlie dirette delle decapitazioni legali, praticate ancora oggi, nelle monarchie petrolifere del golfo: stessa cultura, e anche, stessa cultura (alla fine) dei paesi che ad oggi praticano la pena di morte, magari con soluzioni più avanzate, con iniezioni come in America o fucilazioni come in Cina, e usano la tortura consentono al contempo guerre di invasione. Dobbiamo tornare all’art. 11 della nostra Costituzione, ad una scelta intransigente di pace e rispetto della persona umana, per poter battere il vento oscuro che ci sta avvolgendo.
Dobbiamo far conoscere di più la Festa della Toscana, il 30 novembre del 1786, quando fu abolita la pena di morte; Solo da questo presupposto è possibile battere la barbarie. Solo se vince la pace si torna indietro dall’apartheid che colpisce i palestinesi. Solo così si può pensare che negli stati del Golfo, gestiti dai re del petrolio che ad oggi dettano le regole economiche del mondo, vengano abolite le leggi che consentono, oltre alla pena di morte per decapitazione, lo sfruttamento di donne e bambini, che sono dì proprietà degli uomini, e la schiavitù dei lavoratori stranieri usati per costruire le loro meravigliose città; Oggi più che mai sentiamo il bisogno di restare umani.
Per Sinistra Ecologia e Libertà
Il coordinatore provinciale Francesco Romano Natali