SEL-PISTOIA SU TOSCANA, PD E VERGOGNA DEL COMMERCIO DELL’ACQUA

Massimiliano Sforzi
Massimiliano Sforzi

PISTOIA. Massimiliano Sforzi (Sel) scrive:

Data l’importanza delle tre interrogazioni, chiederei gentilmente la pubblicazione sul vostro quotidiano.

Ho scritto sia un breve sunto che riprende il dibattito di questi giorni sul tema dell’acqua bene comune che vi ho scritto sotto, sia le tre interrogazioni integrali. 

Grazie del vostro servizio. 

Massimiliano Sforzi
Consigliere Capogruppo Sinistra Ecologia Libertà

 

OGGETTO: Interrogazioni sulla creazione di una newco dell’acqua, sulla pericolosità o meno delle tubature di cemento amianto dell’acquedotto e sulla situazione dell’Ait la cui presidenza spetta a Nogarin, Sindaco di Livorno, ma non gliela vogliono dare.

In questi giorni abbiamo presentato 3 interrogazioni, eccole di seguito riassunte:

Chiediamo al Sindaco:

  • 1) Nell’ottobre 2012 l’Autorità Idrica Toscana (Ait) aveva indicato nel Sindaco di Livorno il Presidente dell’Assemblea per il triennio 2012-2015, specificando che tale indicazione era mantenuta anche in caso di “anticipata cessazione o decadenza dalla carica di Sindaco nel corso del triennio”, e per la quale sarebbe “subentrato nella carica il nuovo Sindaco in rappresentanza del medesimo Comune” e che succede? Viene eletto il sindaco Nogarin e l’Ait provvede a cambiare le regole per l’elezione del Presidente dell’Ait.
    Per noi di Sel le regole possono essere anche cambiate, ma non durante il gioco, quindi per noi il Presidente dell’Assemblea dell’Ait spetta al successore in rappresentanza del medesimo Comune, quindi come figura istituzionale, senza valutazioni individuali o politiche, per il tempo restante, ovvero nel caso specifico due anni.
  • 2) Nel caso in cui l’impianto dell’acquedotto nelle parti in cemento amianto possa essere dannoso alla salute, ma anche nel caso in cui non lo fosse (e noi dei dubbi in merito li abbiamo) esiste un piano con le relative modalità e tempistiche che preveda una loro progressiva eliminazione? Chiediamo che Publiacqua faccia le doverose analisi attraverso specifici campionamenti dell’acqua che esce dai nostri rubinetti.
  • 3) Nonostante due quesiti di referendum vinti, il governo Renzi con il suo Pd continua a lavorare per vendere i beni comuni, in primis l’acqua. In Toscana vi è un progetto di creazione di una newco per la gestione del servizio idrico integrato, che sarebbe una vera e propria operazione di natura, non solo evidentemente privatistica, in quanto ci saranno sempre persone che devono “comprare” l’acqua, ma soprattutto di tipo finanziario (cioè speculativo) in quanto viene messo sul mercato un prodotto dalle cui azioni verrà sempre e comunque tratto un sicuro e certo profitto.
    Il Comune di Pistoia è stato coinvolto nell’ipotesi di accorpamento e, nel caso in cui lo fosse stato, perché i cittadini e le cittadine, veri proprietari dei beni comuni, di questa operazione non ne sono a conoscenza?

Ed ora ecco il testo delle tre interrogazioni :

 

RETE IDRICA IN CEMENTO-AMIANTO

 

PREMESSO CHE

Il cemento-amianto di Publiacqua
Il cemento-amianto di Publiacqua

dagli organi di stampa negli ultimi giorni è stato segnalato l’ampio utilizzo di compositi a base di amianto nella costruzione della rete idrica del territorio gestito da Publiacqua spa;

Publiacqua spa, presumibilmente dietro sollecitazione dei mezzi di stampa, con un proprio comunicato del 15 ottobre u.s. ha indicato in almeno 200 chilometri la rete idrica in cemento-amianto presente nel proprio territorio di competenza;

sia da parte dell’Autorità Idrica Toscana che da parte del gestore Publiacqua – aldilà delle campagne informative della cosiddetta “acqua buona” distribuita presso i fontanelli microfiltrati – non risulterebbero mai essere stati forniti né pubblicizzati dati riguardanti invece le caratteristiche fisiche e chimiche delle acque tali da preservare dalla perdita di particelle di amianto da parte delle tubature nelle porzioni di rete interessate.

SI INTERROGA IL SINDACO E LA SUA GIUNTA PER SAPERE

– Quale sia la percentuale di tubazioni della rete del sistema idrico del Comune di Pistoia costruite con compositi a base di cemento-amianto.

– Dove siano principalmente collocate queste tubazioni.

– Se codesta spettabile amministrazione abbia comunque mai predisposto un piano da presentare alla società di gestione del servizio idrico per la progressiva eliminazione di queste tubature con le relative modalità e tempistiche.

– Se codesta amministrazione comunale abbia richiesto a Publiacqua spa l’effettuazione di specifici campionamenti dell’acqua che esce dai rubinetti delle utenze delle zone con tubature contenenti amianto per rilevarne la eventuale presenza.

– Che, seppur dichiarato dall’Oms (Organizzazione Mondiale Sanità – n.d.r.) che la presenza di amianto nelle tubature non costituirebbe pericolo, visto che l’amianto svilupperebbe i suoi effetti patologici solo per inalazione e non per eventuale ingestione, su quali informazioni scientifiche e risalenti a quale anno, si basi l’affermazione che l’ingestione di tracce o particelle di amianto non sarebbe pericolosa per la salute delle persone.

 

CREAZIONE DI UNA “NEWCO”

SOTTO LA DIREZIONE DI ACEA

 

PREMESSO

che fin dalla approvazione della Legge Galli che ha nel 1994 ha riorganizzato il servizio idrico integrato, la Toscana è stata la prima regione ad aprire al capitale privato, tanto da poter parlare di vero e proprio “modello toscano” e che oggi secondo i rilievi statistici di Federconsumatori, ben sette comuni capoluogo della Toscana figurano ai primi dieci posti tra quelle con la bolletta idrica più cara d’Italia;

che, nonostante il risultato referendario del giugno 2011 quando 27 milioni di italiani si espressero inequivocabilmente per eliminare qualsiasi forma di profitto nella gestione del servizio idrico e dettero altresì inequivocabile indicazione di procedere alla ripubblicizzazione dello stesso, nel corso dei tre anni successivi nessun passo concreto è stato effettuato;

RILEVATO

che sul quotidiano La Repubblica nelle edizioni dei giorni 12 e 13 ottobre u.s. sono state anticipate in modo analitico una serie di informazioni secondo le quali in Toscana sia in fase di definizione un percorso di chiara natura finanziaria volto alla creazione di un “gestore unico”, o meglio di una newco in grado di riunire Publiacqua, Acque Spa e Acquedotto del Fiora;

che questo progetto di aggregazione societaria poggi sulla cessione di una parte rilevante di quote azionarie da parte dei comuni a favore della società Acea di Roma, che già “controlla” il 40% del capitale di Publiacqua attraverso la società finanziaria Acque Blu Fiorentine (a sua volta controllata da Acea [68,99%], Ondeo Italia [22,83%], Mps Investments [8%], Consorzio Cooperative Costruzioni, Consorzio Toscano Cooperative e Vianini lavori [0,18% residuo]);

che attraverso una operazione di concambio azionario con Acea, i comuni si troverebbero a cedere la quota consistente del capitale del soggetto gestore del servizio perdendone anche formalmente il controllo diretto;

che tale operazione lascia prefigurare la volontà di procedere con la progressiva e completa privatizzazione del servizio idrico;

SI INTERROGA IL SINDACO E LA SUA GIUNTA PER SAPERE

Finiremo tutti clientes di questo colosso romano?
Finiremo tutti clientes di questo colosso romano?

se sia realmente in previsione il progetto per la creazione in Toscana di una newco per la gestione del servizio idrico integrato;

se il Sindaco, o chi per esso – sia in qualità di rappresentante in quota pubblica per il Comune di Pistoia nella società Publiacqua, sia in qualità di membro del consiglio direttivo dell’Autorità Idrica Toscana – sia stato coinvolto nell’ipotesi di accorpamento sopra descritta;

se, in caso di risposta affermativa, per quale motivo il Sindaco o chi per esso non abbiano ritenuto opportuno informare e rendere pubblica ai cittadini tale decisione;

se, considerata l’evidenza della natura finanziaria e privatistica dell’operazione sopra delineata, codesta amministrazione non ritenga che un processo di fusione di questo tipo, oltreché cancellare in maniera pressoché definitiva qualsiasi residuo tipo di riferimento della società di gestione col proprio territorio, non vada ad inficiare definitivamente la volontà popolare espressa dagli elettori e dalle elettrici.

• • •

Infine, vi trascrivo la terza interrogazione che ho presentato e ho ripreso dal nostro consigliere regionale Romanelli, in merito alla volontà di alcuni di stravolgere le regole a partita iniziata riferita alla questione del sindaco del Comune di Livorno a cui spetta la presidenza Dell’Ait (Autorità Idrica Toscana), ma una volta divenuto Nogarin (Mov. 5 Stelle e non più Pd) non lo vogliono nominare:

 

INTERROGAZIONE

 

Ricordato che nell’ottobre 2012 l’Autorità Idrica Toscana, con la Delibera nr. 6, “Nomina del Presidente dell’Autorità Idrica”, aveva indicato nel Sindaco di Livorno il Presidente dell’Assemblea per il triennio 2012-2015, specificando che tale indicazione era mantenuta anche in caso di “anticipata cessazione o decadenza dalla carica di Sindaco nel corso del triennio”, e per la quale sarebbe “subentrato nella carica il nuovo Sindaco in rappresentanza del medesimo Comune”.

Filippo Nogarin, Sindaco 5 Stelle di Livorno. Ma l’Ait non lo vuole. Scasato!
Filippo Nogarin, Sindaco 5 Stelle di Livorno. Ma l’Ait non lo vuole. Scasato!

Ricordato che l’Autorità Idrica Toscana è priva di Presidente dal giugno scorso, quando l’allora Presidente Alessandro Cosimi decadde alla fine del mandato da Sindaco della città di Livorno, non avendo l’Assemblea Idrica inteso far subentrare nella medesima carica il nuovo Sindaco di Livorno, Filippo Nogarin;

Considerato che, seppur nella Legge Regionale, sia nelle versione pre-vigente che in quella attuale, come richiamate nel punto successivo, si distingue “anticipata cessazione o decadenza” dalla scadenza naturale del mandato di Sindaco, d’altra parte la suddetta Delibera parla di “Sindaco di Livorno”, e quindi parrebbe alludere ad una carica che si era scelto di legare alla Città piuttosto che alla persona, sapendo peraltro che la scadenza naturale del mandato di Sindaco cadeva ben prima della scadenza fissata per la carica di Presidente Ait;

Considerato che la Legge Regionale, al momento dell’emissione della delibera numero 6, recava, allo Statuto Tipo dell’Autorità Idrica: “I sindaci componenti l’assemblea rimangono in carica per la durata del loro mandato. In caso di anticipata cessazione o decadenza dalla carica di sindaco, subentra il nuovo sindaco in rappresentanza del medesimo comune”, e che successivamente, Delibera n. 49 del 18 Giugno 2014, è stata sul punto modificata in “I membri dell’assemblea durano in carica cinque anni. Alla scadenza del loro mandato, nonché in caso di anticipata cessazione o decadenza dalla carica di sindaco, subentra il nuovo sindaco in rappresentanza del medesimo comune che resta in carica quale membro dell’assemblea per il periodo restante”;

Ricordata la delibera n. 7 del 27 giugno 2014 dell’Autorità Idrica, che sembra dare per scontata, pur in presenza del dissenso del Sindaco di Livorno stesso, che risulta a verbale astenuto, il non diritto di questi a rivendicare la permanenza nella carica di Presidente;

INTERROGA LA GIUNTA PER SAPERE

nogarin presidenteSe non ritiene che la delibera n. 6 dell’Autorità Idrica intendesse mettere in capo al Sindaco di Livorno inteso come figura istituzionale, quindi a prescindere dalla persona pro tempore in carica, il Ruolo di Presidente dell’Ait, così come parrebbe effettivamente ben deducibile anche dal fatto di aver fissato la scadenza di tale carica (ottobre 2015), oltre la ben nota scadenza naturale del ruolo di Sindaco di Livorno per Alessandro Cosimi;

Se non ritiene, dunque, in caso di risposta affermativa al punto precedente, che il nuovo Sindaco di Livorno Filippo Nogarin, eletto nell’ultima tornata amministrativa, non abbia effettivamente diritto a ricoprire detto ruolo, in forza appunto della logica che si evince dalla lettura della delibera n. 6, e anche in quanto subentrante senza soluzione di continuità nella carica di membro dell’Ait, previamente ricoperta dal predecessore, così come esplicitamente richiesto dalle modifiche legislative votate dal Consiglio Regionale il 18 Giugno 2014, che parlano di durata quinquennale della carica, mentre Cosimi ha espletato solo tre anni, e di “permanenza” in carica (… resta in carica quale membro dell’assemblea …) del successore in rappresentanza del medesimo Comune, quindi come figura istituzionale, senza valutazioni individuali o politiche, per il tempo restante, ovvero nel caso specifico due anni.

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