MONTAGNA. Comunque la si voglia rigirare, “il colpaccio” Braccesi-Danti e la loro proposta di fusione dei due Comuni, un risultato lo hanno comunque raggiunto: la morte del progetto Comunone/Dynamone.
Pensiamo che ciò sia un bene. Se non altro la proposta ha smosso le stagnanti acque della politica con un preciso segnale di provare a fare qualcosa di “possibile” e non di irrealizzabile quale quello partorito nelle segrete stanze della Dynamo dall’Orlandini (ma che fine ha fatto? Manes lo ha messo in castigo?) e soci vari, e oramai morto e sepolto.
Sulla scelta dei due Sindaci vediamo fiorire commenti e prese di posizione da consiglieri comunali di varia estrazione che in piena libertà espongono il loro punto di vista. Stona, ovviamente, il comunicato in pieno politichese dei Segretari Pd di San Marcello e Piteglio. Invece di prendere la palla al balzo e valutare l’ipotesi di un accorpamento fra Piteglio e San Marcello, partoriscono le solite frasi fatte e i soliti discorsi che non portano da nessuna parte.
Ci meraviglia soprattutto la giovane Innocenti di San Marcello: così giovane e così verbalmente già paludata! Ci assale anche un’altra malevola considerazione e cioè che il Presidente dell’Unione dei Comuni nonché Sindaco di Piteglio, Luca Marmo, sia stato volutamente tenuto all’oscuro non per sua colpa ma per eccessiva invadenza esterna. Maturiamo questo convincimento perché Luca Marmo è persona stimata e ben voluta: probabilmente che gli sta intorno un po’ meno, visto che la ex Comunità Montana non ha ancora cessato di stupire e ci regala periodicamente ulteriori squarci di verità.
Il comportamento poco corretto del duo Braccesi-Danti nei confronti del Presidente dell’Unione è innegabile, ma se il fine è veramente buono, il peccato alla fine diventerà veniale.
Nel frattempo San Marcello e Piteglio devono necessariamente muoversi senza stare a subire una emarginazione irrimediabile se il progetto Cutigliano-Abetone andrà in porto.
Talvolta ciò che appare negativo può rivelarsi il suo esatto contrario. I numeri e cioè gli abitanti, la geografia del territorio, le similari attività agricolo-forestali e l’eventuale circuito commerciale possono – come si usa dire oggi – “fare sistema”.
Conoscendo poco poco gli attori, mentre il Sindaco di Piteglio può tranquillamente con l’aiuto anche delle opposizioni, modificare la rotta originaria del Comunone, per Silvia Maria Cormio il problema è più difficoltoso.
San Marcello è ancora preda dei “vecchi tromboni” della vecchia politica e dei loro personalissimi interessi.
Il Sindaco di San Marcello può dimostrare, a chi l’accusa, di essere preda dei voleri altrui, di sbarazzarsi di interessati “consigliori” e intraprendere la via del reale rinnovamento del territorio.
Un’altra non piccola considerazione: mentre Braccesi e Danti saranno costretti a stare con gli occhi rivolti al cielo aspettando la tanto agognata neve, Piteglio e San Marcello possono e devono stare con gli occhi rivolti a terra per non farsi passare sopra la testa i finanziamenti continui che i “grembiulini” ed i “compassi” dell’alta finanza elargiscono alla “perla” dell’Appennino.
O San Marcello, ma la Loggia Ferrucci che fa? Con chi sta?
Ma di questo riparleremo…