AGLIANA. La sentenze sono del settembre scorso, una è del Tribunale Amministrativo regionale, con la condanna al pagamento di 4.000 euro di spese legali, l’altra è arrivata su un ricorso dell’ex agente Daniele Neri che rivendicava il suo diritto a essere inquadrato nella categoria C e posizione economica C5 a decorrere dal 1 Gennaio 2006, fino a maggio 2008.
Da notare che la lite incardinata è di poco valore economico per una variazione di graduatoria (da C4 a C5 dovuta per legge) certamente risibile per le conseguenze di spesa: l’Amministrazione aglianese si è fatta trascinare in una ennesima temeraria vertenza giudiziaria riconducibile a una errata applicazione delle indicazioni legislative e sindacali sulla progressione di inquadramento economico dei dipendenti.
La lite, sembra ancora una volta, avviata dall’ex Comandante Nesti, noto per aver svolto negli anni (tre lustri) una dura politica relazionale con il personale della Polizia Municipale, esercitando discrezionalità e negazione dei criteri oggettivi.
Questa vicenda è un altro dei dissennati atti di deliberata arroganza di una Amministrazione, sorda a ogni prudenza e considerazione sulla gestione di una (illogica) lite con un dipendente: l’agente Neri, dopo aver subìto angherie e addirittura un immotivato trasferimento interno (venne rifilato per un periodo all’Urp), per poter proseguire serenamente nella sua carriera – illegittimamente interrotta dal dirigente — si è fece trasferire ad altro Comune.
Per Nesti l’agente Neri non aveva raggiunto gli obiettivi della struttura peraltro mai comunicati al dipendente.
Risulta in sentenza che gli obiettivi designati erano le multe, quale argomento di esercizio e repressione (e non solo dei sudditi), ma anche della carriera dei dipendenti.
Si legge nella sentenza: Si rileva, inoltre, la non ragionevolezza di una valutazione delle performance di un dipendente legata, in particolare, al numero di contravvenzioni elevate in materia di circolazione stradale in quanto tale criterio appare palesemente aleatorio in quanto la valutazione (così come si evince ex post dalla scheda di valutazione) dipende non solo dalla capacità della polizia municipale di accertare gli illeciti della strada ma, soprattutto, dalla diligenza dei cittadini nel rispettare il codice della strada e, comunque, le norme di comune prudenza”, inoltre l’assenza dei criteri per la valutazione delle prestazioni dei candidati alla progressione economica orizzontale, nel periodo di riferimento e i parametri per valutare, oggettivamente, se le prestazioni dei dipendenti abbiano raggiunto gli obiettivi della struttura (nel caso di specie assenti) fa ritenere non corretto ed arbitrario il comportamento del Comune convenuto.
Leggiamo bene le conclusioni del Tribunale: non ragionevole la valutazione, non corretto e arbitrario e pertanto riconosciuto come vessatorio il Comune di Agliana queste sono parole della sentenza, espressioni forti ma autentiche sancite in modo solenne dal Giudice del lavoro. Un’altra sentenza che renderà il Comune di Agliana tristemente famoso e conosciuto in ambito nazionale. Questa è, in buona sostanza, la politica disastrosa sul personale perpetrata negli anni e retta dalle Amministrazioni di sinistra.
Nel dispositivo della sentenza (RG 1.159 del 2011) il Tribunale condanna il Comune (allora guidato dal sindaco Magnanensi e avente come segretario generale Rosanna Madrussan (poi arrivò la Donatella D’Amico) a rinnovare nei confronti del sig. Daniele Neri l’assegnazione della posizione economica C5, condannando l’Amministrazione al pagamento delle spese di lite di € 5.131,00 oltre il 15% per rimborso spese forfettarie e oneri fiscali, per un totale assai superiore ai 10.000 €, visto l’onere del pagamento degli oneri fiscali e della parcella dell’Avv. Marica Bruni che, al momento, ci è ancora ignota. (continua)
[Alessandro Romiti]
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