MONTECATINI. Terme di Montecatini: quale strategia si sta adottando per rimetterle in piedi e soprattutto a reddito? Domanda semplice, risposta semplice: nessuna. Sempre che non vogliamo considerare una strategia la vendita di immobili o i tagli; ad oggi non c’è uno straccio di idea su quali iniziative si possono prendere per invertire la tendenza delle Terme di Montecatini, le quali, di questo passo, rischiano la chiusura.
Tutto questo con buona pace di quanto detto in campagna elettorale, di quanto pensano albergatori e impiegati del settore ed in generale quello che pensa tutta la città e cioè che si possa ripartire dalle Terme per rimettere in moto il turismo. La prima riunione della commissione partecipate che si è tenuta lunedì scorso ha accompagnato questi temi con un silenzio assordante, come se non si volesse (o non si sapesse) rispondere a domande del tipo: “quale futuro per le Terme di Montecatini”?
Il futuro viene per il momento assicurato dalla dismissioni di immobili, che di anno in anno viene perpetrata per chiudere il bilancio in pareggio e dai tagli che vengono fatti dove possibile (tra questi, la chiusura della Salute, dell’Excelsior e del Grocco, per il quale c’è un progetto ma a lungo termine, niente di concreto).
Le uniche, relative, certezze sono: il Tettuccio che continuerà a fare il servizio di cura idropinica (l’idea è quella di tenerlo aperto anche d’Inverno), le Redi che continueranno a fornire i servizi sanitari e poi le Leopoldine, per i quali i lavori ripartiranno grazie al prestito bancario sbloccato. Ripartiranno, ma non saranno terminati: ad oggi si parla solo di terminare la piscina e fare i relativi spogliatoi. In più, si spera che la Regione torni a concedere ai dipendenti pubblici dei giorni di permesso extra per poter fare i lori 10/15 giorni di terapia/vacanza a Montecatini, come succedeva quasi 20 anni fa.
Tagli, speranze, numeri e del balbettio inconcludente: ma nessuno pensa a come far tornare i clienti alle Terme? C’è un piano per promuoverle? Ci sono delle brochure che presentano una visione d’insieme del progetto Terme, c’è l’idea di andare in giro per il mondo a farle conoscere, ci sono iniziative? Più semplicemente, c’è la volontà di ripartire dalla Valdinievole e rimettere in piedi quella “cultura del benessere” che coinvolge ogni cittadino e fa tornare le care vecchie abitudini di curarsi nelle proprie terme com’era un tempo quando le Bibite Gratuite erano un fiore all’occhiello di questa città e non un tetto crollato come adesso?
La sensazione del Movimento 5 Stelle è che in questo momento ci siano già dei curatori fallimentari a gestire l’affare Terme, pronti a pagare debiti, privatizzare, dismettere ma assolutamente incapaci di fare un piano a media/lunga scadenza. Servono assolutamente nuove idee e nuova voglia di fare, se questi amministratori non sono in grado di metterla in campo sarà il caso che si dimettano per dare spazio a qualcun altro che ha voglia di “fare” invece di “disfare”. Noi faremo la nostra parte, siamo disponibili a lavorare con le forze politiche che hanno una visione diversa delle Terme da quella semplicistica dei tagli e delle vendite che cura i sintomi ma non la malattia.
Per anni Montecatini ha nascosto la testa sotto la sabbia, per anni la Valdinievole ha fatto finta che il problema fosse di Montecatini: bene, adesso non possiamo più permettercelo. Essere consapevoli che non stiamo andando da nessuna parte è il primo passo, fare qualcosa per invertire la tendenza è il successivo o continueremo a passeggiare verso un’altra direzione, quella del baratro.
L’equazione è semplice: finiti gli immobili da vendere, le Terme dovranno stare in piedi con i clienti che attirerà e se non ci saranno abbastanza clienti, chiuderanno. Secondo voi sarà importante iniziare a pensare al come attirare clienti e di smettere di svendere il patrimonio che ci hanno lasciato i nostri nonni? Per il Movimento 5 Stelle la risposta è ovviamente si.
M5S Valdinievole