sequestri & s’equestri. MUOIA PURE SANSONE, MA ANCHE TUTTI I FILISTEI CHE RIFIUTANO LA VERITÀ

Commento su una brillante azione di repressione del crimine. «Con mio serafico stupore, dopo qualche battuta rispondente al mio stile fra il comico, il satirico e l’indignato, sull’incazzato andante, ai carabinieri ho detto semplicemente: “Fate quel che dovete fare”»

 

 

È inutile cercare di tagliare la lingua a chi parla. Dietro uno a cui è stata tagliata, ce ne saranno almeno altri 70 volte 7 tanti: cresceranno nel “giardino degli scontenti” e continueranno a parlare

 

NON TUTTI I CITTADINI SONO UGUALI:

LO VEDRETE SALENDO OLTRE IL BRACALI

E NON IMPORTA CHE A NEGAR LO GIURI

COME A FATICA STA FACENDO IURI. . .

 


 

Cari potenti della “Terra di Mezzo”, è impossibile falsificare la realtà e negare l’evidenza, magari facendo sparire cartelli di «Montalbano zona di tutela ambientale»…

 

CON STAMATTINA, 21 novembre 2020, sono esattamente 8 giorni 8 da quando, più o meno verso le 10, mi sono visto arrivare nello studio quattro carabinieri della stazione di Quarrata, che mi hanno notificato l’ordine di mettere nelle loro mani tutti i computer, tutti i tablet e tutti i telefonini di cui fossi in possesso.

Con mio serafico stupore, dopo qualche battuta rispondente al mio stile fra il comico, il satirico e l’indignato, sull’incazzato andante, ho detto semplicemente: «Fate quel che dovete fare».

E così è stato. Sono stati prelevati e portati in deposito in caserma a Quarrata,

  1. il mio computer da lavoro (ma si tratta di un computer privato: quindi con tutta una vita dentro; gli scritti; i libri pubblicati e da pubblicare; la posta personale; le foto di famiglia e quant’altro – e non sto a specificare cosa, perché, detto fra noi, delle ganze che posso avere, nulla mi tange –
  2. un secondo computer inattivo e con problemi vari
  3. un terzo computer “sbudellato”, cioè oggetto di prova al banco e sostanzialmente inservibile
  4. un quarto computer senza sistema operativo, quindi inservibile
  5. un tablet (io odio i tablet: non so lavorarci. Lo acquistai nel 2013 e non l’ho mai adoperato)
  6. il mio cellulare, appendice privata di me, strumento indispensabile di lavoro per chiunque e tanto più per un giornalista, di cui sono stato spogliato senza alcuna “ragionevole ragione”

Sono otto giorni in cui il bambino cattivo, il cattivissimo me, lo stalker e il violentatore privato, è stato messo dietro la lavagna, col berrettone a cono da ciuco bigio in testa, e non solo sbeffeggiato, bensì pure ridotto a oggetto di pubblico (e in alcuni casi, da parte di certi “colleghi” volenterosi) ludibrio e compiacimento. Dietro la lavagna, genuflesso sul granturco con le ginocchia scoperte e col cartello asino sul petto.

Lecceto, 28 luglio 1957. Ecco come si viveva in questa parte del Montalbano prima dell’arrivo delle locuste

In questi otto giorni un po’ convulsi e sconclusionati come dopo una anestesia totale; resi difficili e faticosi in ogni modo per motivi facilmente intuibili, mi sono esaminato con la stessa meticolosa scientifica attenzione con cui esamino gli altri (soprattutto i cosiddetti uomini di potere), da 53 anni, di cui 48 come iscritto a un albo, quello dei giornalisti, che – come anche gli altri albi, compreso quello dei magistrati – Palamara docet) non è certo un esempio di luminosa Statua della Libertà ineccepibile e pura come Maria Vergine Assunta in Cielo – che nulla ha a che vedere con la Maic di Luigi Egidio Bardelli, laddove si sméstolano gli ospiti.

Alla fine ho deciso di essere convinto che non sono certo quella specie di delinquente abituale, criminale e criminoso, che si vuol far passare per ciò che non è. E ora vi dico – senza violare in alcun modo il segreto istruttorio che, lo sappiamo tutti, a Pistoia è un segreto di Pulcinella –, e nel pieno rispetto dei magistrati che stanno lavorando a questo caso, quello che non sono secondo il famoso pensiero di Eugenio Montale riassunto nel famosissimo verso «ciò che non siamo, ciò che non vogliamo»:

  1. io non sono uno che si fa intimidire dal potere e dall’autorità: o non avrei fatto – come vari dei miei “colleghi” – un mestiere che Montanelli definiva pericoloso
  2. io non sono uno che fa sequestrare un televisore perché fa troppo rumore; e che ordina a una famiglia di andarsene di casa propria per non infastidire un vicino, costringendo una signora ammalata di cancro a vivere e dormire in un negozio
  3. io non sono, come non pochi miei “colleghi”, un giornalista che, chiamato a testimoniare in cause del lavoro per collaboratori giornalisti sfruttati, si è buttato dalla parte dell’editore (il potere) giurando il falso dinanzi a un giudice del lavoro, e dicendo di non aver mai visto, o quasi, in redazione, gente che si era fatta per anni un mazzo tanto (e che nessuno venga sagagnarmi i maroni: certe storie sono scritte in atti, di cui ho copia; e il primo che osa fiatare, lo inchiodo con nome, cognome e indirizzo)
  4. io non sono uno di quei “colleghi” che partono in tromba con le inchieste; spargono cacca ovunque, poi – dopo aver fatto la mossa di Ninì Tirabusciò, tirano i remi in barca e con le mani acquietano perfino le acque smosse, financo filtrando la mota in sospensione con una boccuccia-filtro da depuratore.
    Quando si parte, per me, si arriva fino in fondo: è questione di coerenza
  5. io non sono molto portato – come la maggior parte del gregge umano – a uscire di gara a metà corsa.
    Ho iniziato la campagna anti-Comune di Quarrata, rovinatore del Montalbano, per conoscenza diretta del tema, in quanto vittima della stupida asinità supponente dei politici/amministratori e delle loro forze-lavoro (tecnici e ingegneri): ma ciò era, e resta, un tema generale che investe tutto il territorio comunale collinare e, per giunta, una larga parte della pianura
    Ho detto, lo ripeto e lo sottolineo (e non avrò difficoltà a di-mostrarlo) che il Comune di Quarrata favorisce alcuni cittadini e altri ne sacrifica
    Le prove ci sono e restano. Verranno fuori tutte e se ne discuterà dove ho chiesto io stesso, nei miei articoli, di discuterne: cioè in aula e in pubblico
  6. Lecceto, 1957. Altra foto di gruppo quando ancora le locuste erano di là da venire a “sagagnare i maroni”…

    io non sono uno che, se sbaglia, non ha il coraggio di ammetterlo e di fare ammenda.
    Nella fattispecie non sono un comandante dei vigili, come Marco Bai, che 12 anni fa informava il suo allora comandante Oliviero Billi del fatto che Via di Lecceto era una “strada vicinale” ma sostanzialmente e legalmente pubblica; mentre quest’anno (2020) ha sottoscritto, con il capo dei capi dei tecnici, il geometra ingegner Iuri Gelli, che nella zona, di cui stiamo parlando, non esistono vicinali/interpoderali e simili

  7. io non sono lo stesso comandante dei vigili che, informato, con foto da Tvl, del fatto che il suo sindaco chiacchiera a viso smascherato e in assembramento, con la supponenza di una supposta che vuole entrarti nello sfintère per forza e necessità, osa domandare con iattanza, a chi lo richiama al dovere, qual è il dispositivo (sic!) di legge che gli imponga di staccare multe dietro foto pubblicate da quotidiani.
    Che figura! Che coscienza! Che profondo senso della moralità e della legalità da parte di un uomo delle forze dell’ordine! C’è proprio da stare tranquilli…
  8. io non sono uno come il mio fallimentare allievo Marco Mazzanti, che va a Tvl, dalla Paola Bardelli mentre balletta e sgranocchia stuzzichini e, chiamato a dare spiegazioni di Lecceto e non solo, liquida il tutto con un «questioni e beghe di confinanti che litigano per confini» pur sapendo che le cose non stanno proprio così. Ma lui – direbbe Shakespeare – è, come Bruto, un uomo d’onore perché… sa giocare bene al burraco
  9. io non sono (non è mai stato nel mio carattere) un uomo scappone come per lo più il 90% degli uomini e – ad esempio – la segretaria generale del Comune di Quarrata, la dottoressa Grazia Razzino che, a razzo, è arrivata salutata dalla banda (comunale Bassotti), ma, sempre a razzo, dopo 7 mesi ha fatto valigie e ciaone al Mazzanti…
  10. io non sono uno come il sindaco di Agliana, il dottor Luca Benesperi, che, dopo aver portato a termine la democratica battaglia di fare mettere nella rassegna stampa comunale il quotidiano Linea Libera, quando si è accorto che Linea Libera era tanto libera da rispettare solo la verità, l’ha fatta togliere (neutralità e discriminazione non c’entrano, vero?) ma, non appena ha visto su ReportPistoia che mi erano stati sequestrai gli strumenti di lavoro, anche se la notizia era inutile per Agliana che non vi era neppure rammentata, ha permesso un lancio speciale per sputtanare cattivissimo me dal momento che non ho messo la nostra libera testata ai suoi piedi di puppa-latte al timone di Agliana
  11. io non sono come uno di quei “dottori” che hanno preso la laurea all’Università di Pontelungo & Calci come il famoso Trota del senatùr Bossi: ma si pavoneggiano e si fanno definire dottori e quando vengono sgamati concepiscono un odio viscerale e mortale contro chi gli scopre le chiappette d’oro. I miei titoli, pur modesti, sono buoni e non fatti del famoso oro cacato dal Moro o oro di Bologna, che a gardàllo si vergogna
  12. io non sono uso parlare perché ho la bocca, ma perché ho il cervello; e solo se e perché ho carte alla mano e in mano per provare ciò che dico

P.Q.M.

cari amici (tanti: ma, tutta gente umile e invisibile a cui davvero e da sempre parlo) e distinti e onorevoli nemici (tanti: potenti e convinti di poter fare ciò che credono e vogliono) èccomi qui a confermare il teorema:

• il Comune di Quarrata alcuni cittadini favorisce e altri bastona
• è un Comune che discrimina
• è un Comune democratico un corno
• è un Comune guidato da amministratori supponenti e sostanzialmente incapaci
• è un Comune in cui la Legalità è un puro optional

e, in quanto tale, deve essere oggetto di analisi e tiro al bersaglio da parte della stampa.

La stampa vera, intendo: quella dei cani da guardia della libertà, come chi scrive e come quelli che scrivono per un quotidiano che non cede e non si inchina dinanzi a nessuna falsa divinità.

VERGOGNA! Ora, o Campioni della Legalità, guardate bene questa Signora. Disabile al 100% con accompagnamento, grazie all’operato del Signor Comune di Quarrata, dal 2008 e fino alla sua scomparsa (6 dicembre 2016) non ha mai più potuto mettere piede nella casa in cui era nata. W la Costituzione e W l’Italia!

È inutile cercare di tagliare la lingua a chi parla. Dietro uno a cui è stata tagliata, ce ne saranno almeno altri 70 volte 7 che cresceranno nel giardino degli scontenti e che continueranno a parlare.

Concludendo. Cari “colleghi” che avete goduto della legnata assestàtami o che non avete avuto neppure il coraggio e la bontà – sia pure formale – di farmi uno squillo o inviarmi una mail… Quando iniziano delle scese come queste (sequestri, conculcazioni, provvedimenti decisi un po’ a capocchia etc.), correte a procurarvi un bel paio di mutandoni di lamiera, perché la regola cilena è … «oggi a me, domani a te». Pensateci e pensate a Enzo Tortora!

Buon sabato a tutti i piombati nella realtà storica inaccettabile della regola del diritto violato all’epoca dei Dpcm di Giuseppi Conte. Viva le sagre delle frittelle, delle caldarroste, dei ballotti, dei migliacci con lo zucchero e l’uvetta (che schifo!) e dell’in-libertà dei diritti!

Dopo questo, il nostro prossimo appuntamento dove sarà, dalle parti di Oświęcim e magari d’inverno…?

 

L’AREA DI LECCETO È EMBLEMATICA PER LA REALTÀ DI QUARRATA. LE STRADE VICINALI/INTERPODERALI DEVONO ESSERE TUTTE RIAPERTE E RESE PUBBLICHE: LO VOGLIANO O NO COLORO CHE LE HANNO INCATENATE E CHIUSE SIA PURE COL TIMBRO DEL COMUNE CHE ALCUNI AVVANTAGGIA E ALTRI DANNEGGIA

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Art. 21. Povera Costituzione, come sei caduta in basso!

 

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IL MESSAGGIO DI UN INVISIBILE

 

 

Buongiorno direttore, *** *** mi ha informato di cosa le è accaduto. Mi dispiace tanto: è l’ennesima riprova che si difendono l’un l’altro come le vespe quando vengono molestati.
Se avesse bisogno di una mia testimonianza o intervista in suo favore, in quanto su Pistoia mi risulta l’unico che parla dei difetti del potere pistoiese, me lo faccia sapere. A risentirci.

 


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