Ho chiesto ai carabinieri il rilascio del comunicato-stampa ufficiale con cui hanno esposto agli organi d’informazione (Linea Libera esclusa) la storia che mi vede protagonista in questa sonnacchiosa provincia rossa dove non succede mai niente. Ma ancora non ho avuto risposta
DI QUIETO VIVERE SI MUORE
SI SIA ANIMALI OPPURE SUORE
NON SO BENE da che parte iniziare, ma da qualche parte inizierò. Magari dai tempi di una preside, Rita Flamma, che con tutta la sua democrazia rifondarola (pensavo, e tuttora penso, che non fosse neppur degna di baciare i calzari di Rifondazione…) e il suo grande politicamente corretto se ne andò donando il suo appartamento alla città di Pistoia, ma solo dopo aver rovinato il Liceo Forteguerri, promovendo docenti somari e bastonando insegnanti di vaglia con il piano comunista, ben congegnato, di abbassare la conoscenza per creare più consenso nei confronti del capo.
Quando facevo certe battaglie (la mia vita è un’autostrada di ponti e viadotti che però non crollano come quello di Genova); quando uscivo con i mei scritti, facendo inorridire i piccoli uomini-formica che lavoravano tutti in onore della regina, avevo il 99% dei non-colleghi contro: perché, in teoria, nel seguire il famoso principio del “se stiamo insieme è meglio” (= gregge pecoronico), solo le pecore che stanno ai bordi del gruppo prendono freddo, mentre quelle che si rifugiano all’interno se ne stanno al caldo e vivono sicure. Eppure alla fine il pastore le ammazza ugualmente.
Sono sempre stato considerato un cretino; un Ciampa da Berretto a sonagli, un Guglielmo Speranza da Gli esami non finiscono mai, un David che balla da scemo dinanzi all’arca dell’alleanza che entra in Gerusalemme, e che viene preso in giro e spregiato («Quando l’arca dell’alleanza del Signore entrò nella Città di Davide, Mical, figlia di Saul, guardando dalla finestra, vide il re Davide ballare e far festa e lo disprezzò in cuor suo»; Cronache, 1, 15, 29): in realtà, se dovessi definirmi da me, direi che sono un resistente, non certo di quelli iscritti all’Anpi e che hanno imbracciato il fucile meno di me (ho sparato solo al poligono, sotto le armi) o come quelli della giunta del Mazzanti a Quarrata (resistenti alla e contro la legalità); ma come quelli che, dinanzi all’autoritarismo di chi esercita il potere, innalzano – come Sandro Pertini e, per ultimo, Bettino, l’assassinato ad Hammamet – una muraglia cinese, preferendo la galera alla libertà del silenzio.
La mente comunista, conferita e molita all’ammasso come le olive per la spremitura non dell’olio ma della morchia, sta dall’altra parte: perché l’altra parte dà panem et circenses, anche se solo in briciole cadute dalla tavola del ricco epulone del Vangelo di chi esercita il PoDere. Poveri scemi! Il padre li deve perdonare perché non sanno quello che fanno. E se vedono uno che, come me, viene preso e bastonato, fatto oggetto di pubblico ludibrio in maniera screditante, battono istericamente le manine e sono contenti come i topi che seguono il famoso pifferaio di Hamelin che li porta alla morte dei cervelli spiaccicati. Salute a tutti e figli maschi!
Lo fanno perché – lo ripeto e lo sottolineo – sono dei somari matricolati che non conoscono la storia, ma la masticano come un vecchio sdentato che biascia castagne secche, di quelle dure. Non capiscono che, ciò che tocca a me in questo momento (ma in piena mia consapevolezza), potrà toccare a loro, domani, e senza che se ne accorgano.
Dal fascismo/castagna secca, che biascicano da mattina a sera, poverini, non hanno appreso niente. Sono contenti solo se stanno a ripetere, come dischi rotti, il moralismo della sinistra che ha disfatto il mondo comunista e oggi sta disfacendo quello democratico occidentale con Biden/Bidon/Bidet, con Soros, con il politicamente corretto, con l’elogio della famiglia anomala (che però adopera e manipola sperma e ovuli al fine di creare mostri, su misura eugenetica, in uteri in affitto…) e accettando, fino dal 2011, tutti governi illeciti, illecitamente messi al comando da illecitissimi non-presidenti della repubblica e della sua bastonatissima Costituzione.
Io so bene, invece, per cosa vengo perseguito dalla cosiddetta legge. Lo so come lo sapeva anche Sandro Pertini, che si adirava con sua madre quando chiedeva al duce la grazia per il figlio ribelle in carcere. Molto meno lo sanno coloro che, nel momento della repressione politico-ideologica, hanno fatto come l’asino che pianta due calci sul cranio al leone in disgrazia e malato. Ma attenti: per me ciò che mi è stato fatto è una medaglia al valore, non un disonore da spregio e da scherno.
Io so per certo come vivono due persone che se ne stanno chiuse in casa loro a Lecceto. Io so chi è il vero tormentato e il vero tormentatore. Io so chi perseguita chi: molto meno (anzi per niente) lo sanno coloro che, senza vedere e senza pensare, hanno abbracciato la tesi di una parte e la hanno portata avanti fino alle estreme (ma anche, perciò, ridicole) conseguenze. Pensate proprio che sia logico che io stesso inondi i carabinieri e la procura pistoiese di Pec perché ho intenzione di tormentare qualcuno? Bel furbo sarei! Lo avete mai visto uno stalker vero che invia messaggini e lettere di minaccia anche alle forze dell’ordine e ai magistrati? Io, onestamente, no. Se voi lo avete visto fare, siete più svegli e più fortunati di me. Avete un’esperienza in più.
Tutto quello che è partito da me ed è piovuto a chi lo ha letto in Pec, è stato inviato proprio perché magistrati e forze dell’ordine indagassero – ma sul serio, non sui lamenti lacrimosi della cosiddetta parte lesa – su ciò che è capitato a Lecceto (ma anche su un 50% del territorio quarratino) da 25 anni ad oggi. Devo però dire che nessuno, a mio avviso, ha svolto indagini appropriate: si sono spillati chili di fogli di querele e si è partiti a testa bassa – una tecnica che, di solito, finisce contro un muro.
Ora, care lettrici e cari lettori, arriva il bello da scartare al sole. Ora verranno fuori tanti particolari utili a rimettere a posto la scena del crimine: non ultima una serie di comportamenti esilaranti come il famoso esposto che scatenò il finimondo con la task force di una decina di dipendenti pubblici distolti dal lavoro per una semplice cacca di piccione. Ma anche di fatti raccapriccianti: come il taglio dell’acquedotto pubblico e la conseguente sospensione dell’acqua potabile a due persone nella loro abitazione per ben 8 giorni. Questi sono i veri comportamenti censurabili, non le denunce che io ho scritto, pubblicamente, per portare alla luce una situazione da cancrena posta in essere e voluta da cittadini pubblici e privati e da un Comune di iscritti all’Anpi, ma con braccia sottratte ai campi.
Come cittadino e giornalista colpito e messo in piazza suo malgrado, ho ufficialmente chiesto ai carabinieri il rilascio del comunicato stampa con cui aprirono la strada alle più vivaci illazioni pruriginose dei radical chic incendiati dal sacro fuoco del giustizialismo. Ma ancora non ho avuto l’onore di averlo e poterlo leggere nella sua forma originale. Cosa c’è che ne impedisce il rilascio immediato, se quel comunicato è stato diffuso, dato o spedito (non so ancora bene) a tutte le testate Linea Libera esclusa?
I risultati li vedete negli interventi, per esempio (ma ce ne sono anche altri e in buon numero), di Luigia Caferri, donna dell’Anpi di Serravalle; e di Annarita Corsini, figlia del fu sindaco Leardo, che non di rado trova accoglienza sulle pagine di Linea Libera.
Ambedue queste dame non capiscono che oggi la resistenza non è l’Anpi, ma la gente come me che si ribella a certa retorica tossica come il cloruro di vinile che forse sgocciola nei pozzi di Casale per via della benefica discarica del Cassero messa sul groppone dei caompagni politicamente corretti contro la loro volontà.
Alla signora Luigia – che tanto mi ricorda la famosa Pallavicini del Foscolo, quella che era caduta da cavallo… – la quale, con una scrittura un po’ a cane, commenta dicendo che io sono «un giornalista troppo offensivo non rispetta nessuno e fa di tutto x mettere le persone alla berlina», rispondere è facilissimo: basta sottolineare che i comunisti non conoscono l’umorismo, l’ironia e la satira se non quella approvata dal partito. E chiederle (senza rispettarla, cosa che lei detesta): «Signora Luigia perché non spiega in pubblico com’è che sua figlia lavora in Comune a Serravalle?».
Pace e bene a tutti i cari compagni (talvolta di merende)…
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Tra poco anche l’articolo 21 riceverà un decreto
di estromissione dalla Costituzione più bella del mondo
La prima mafia si annida nell’indifferenza, nella superficialità, nel quieto vivere, nel puntare il dito senza far nulla e girarsi dall’altra parte.
L’omertà uccide, la verità è la speranza.