sequestro in valdinievole. LA FAMIGLIA ROM SARÀ PERDONATA PER “DIVERSITÀ CULTURALE”?

La villa in Valdinievole sequestrata alla famiglia rom

PISTOIA. Ieri la Guardia di Finanza ha sequestrato beni per un valore pari a due milioni di euro ad una famiglia rom residente in Valdinievole. Quindici cavalli da competizione, sette immobili di pregio, nove terreni e sette automezzi, tra cui un bellissimo camper.

Il capofamiglia era già stato condannato per tentato omicidio, e denunciato per furto, ricettazione, rapina e porto abusivo d’armi.

Ci sarà un processo in cui, teneramente, tutti capiranno che è stata la dura realtà italiana ad indurre queste persone, ma soprattutto il capostipite, a commettere tali reati; che è stato il vile capitalismo a rendere necessari prima i furti e poi la maxi evasione fiscale (la dichiarazione dei redditi era pari a zero).

Ci saranno le attenuanti sociali, dovute alla nostra incapacità di integrarli nel tessuto sociale italiano, magari fornendogli un lavoretto part-time ben retribuito, così da lasciargli una buona metà giornata per mantener vive per proprie usanze (accattonaggio?). Proprio come berciavano sguaiatamente i rom di un campo nelle periferie romane quando, beccati con le mani nel sacco, o meglio con le borse rubate, si sono difesi dicendo che “in Italia non c’è lavoro”.

Una Boldrini qualsiasi attaccherà sul loro petto anche una medagliuccia con la qualifica di “self made man”, uomo che s’è fatto da solo, una sorta di Berlusconi in salsa zingara, e si meriteranno a maggior ragione tale onorificenza per esser stati capaci di divenire ricchi facendo a meno del giogo del lavoro, delle otto ore in ufficio, del capoufficio sadico o imprenditore-padrone schiavista.

La discarica di rifiuti del campo rom dietro l’ospedale San Jacopo

Insomma, il processo andrà come andrà, e se pensate che stiamo esagerando potete ricordarvi il caso dello zingaro di Bergamo che abbandonò il figlio di sette anni davanti alle Poste, venne successivamente denunciato per abbandono di un minore (art. 592 Codice penale), ma il giudice per l’udienza preliminare lo assolse perché l’abbandono fu momentaneo (il padre si era allontanato per fare la questua) e perché il minore era abituato a vivere tali situazioni, sapeva come comportarsi e quindi non rischiava alcunché.

Nonostante che anche gli italiani abbandonino i minori, e nonostante anche che gli italiani evadano le tasse (alcuni liberali la chiamano evasione di sopravvivenza, ma lasciamo perdere), assistiamo continuamente ad una diversità di trattamento macroscopica, innegabile, che ogni volta viene spiegata con la diversità culturale.

Fate attenzione a un particolare: la maggior parte dei comportamenti tenuti dai rom, e che noi etichettiamo come fastidiosi, configurano in realtà delle concrete ipotesi di reato. Pensate soltanto alle discariche di rifiuti di ogni genere che creano accanto ai loro campi. Noi, intanto, siamo minacciati di controlli anche sulle bucce di banana che potrebbero finire per sbaglio nel cestino errato.

Ingoieremo anche questo boccone amaro, con le parole diversità culturale che ci rimbombano nella testa, e col rispetto del principio “la legge è uguale per tutti” che diviene sempre più fortuito?

Un aggettivo che suona sinistro in uno Stato di diritto.

[Lorenzo Zuppini]

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