PISTOIA. Altro appuntamento in strabiliante largo anticipo, quello odierno fissato dalla famiglia Tafuro: al prossimo Festival Blues, che durerà come non si sarebbe mai potuto immaginare riavvolgendo la pellicola del tempo anche di un solo anno, il 18 luglio, in piazza del Duomo, l’haevy metal dei Darkness e quello, di medesimo puro lignaggio, dei Black Label Society, due monumentali formazioni rock che altro non faranno che impreziosire il già ricchissimo cartellone.
E visto e considerato che all’appuntamento con l’orologio del Blues’In mancano ancora sei mesi, non è da escludere che il futuro, anche immediato, viste le capacità organizzative della manifestazione nel 2015, riservi ulteriori elettrizzanti sorprese. Che potrebbero generare addirittura una congestione, visto il carisma dei musicisti già assoldati per questa 36esima edizione.
I Darkness – entriamo nelle note wikipedia – sono un gruppo hard ed haevy britannico, che risente, per fortuna, di tutta la scuola rockettara che li ha preceduti, dagli Ac/Dc ai Led Zeppelin, dai Kiss ai Van Halen, scomodando i Def Leppard, Judas Priest fino ad arrivare ai Queen.
La voce in falsetto di uno dei due fratelli Hawkins fondatori, Justin per la precisione, personalizza ulteriormente la band, che nell’anno del suo battesimo (2003) riuscì a vendere, solo nell’isola della Regina, un milione e mezzo di copie del loro Cd. L’anno successivo è quello della consacrazione cosmica, visto e considerato che i Darkness si mettono all’anima un tour massacrante, definito, a posteriori, dalla critica tutta, la loro cosa migliore.
Dopo qualche alterco e alterne vicende, la band si ricostituisce e nel 2011 si vocifera il terzo album. Nel 2014, improvvisamente e senza alcun plausibile giustificativo, Ed Graham, lo storico batterista, lascia la formazione. Al suo posto, Emily Dolan Davies, che con i fratelli Hawkins, Justin e Daniel e Frankie Poullaine, saranno quelli che arriveranno a Pistoia il 18 luglio.
Prima o dopo la loro esibizione, il palcoscenico di piazza del Duomo ospiterà i Blak Lavel Society, band altamente alcolica visto e considerato che il nome è stato fortemente voluto e ottenuto dal suo bandleader, Zakk Wilde, in onore della sua incontrollabile e incontrollata passione verso il Black Label, il whisky prodotto dalla Johnny Walker, che come ricorderete, reclamizzò il proprio nettare con il tormento l’unica cosa storta, è l’etichetta!