serravalle a sinistra. «MEN PREFER BLONDES BUT MARRY BRUNETTES», GLI UOMINI PREFERISCONO LE BIONDE…

SIMONA QUERCI

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Pasionaria lo è sempre stata, a quanto si dice. Fino dal tempo in cui stava dall’altra parte della barricata, alla destra del padre e non alla sinistra serravallina.

Poi, all’improvviso, la conversione al vero Credo e una militanza che l’ha portata, a botta, a circolare come in Gran Bretagna e come i treni: sulla sinistra.

Da lì è iniziata l’ascesa che forse la porterà in Regione, dove troverà tanti fascioleghisti (definizione di Rossi per il virologo Roberto Burioni) da eliminare con dosi massicce di idraulico liquido per sgorgare il collo d’oca dell’assemblea regionale.

È ancora lì che spinge per cancellare Mussolini dai libri di storia e da Serravalle.

Ce la farà? E quando il duce non sarà più cittadino onorario della rocca, la discarica del Cassero sarà forse meno puzzolente e smetterà di far colare il cloruro di vinile nei pozzi casal-grillesi?

Potrà comunque dire di aver portato a termine se non una guerra una nobilissima “battaglia delle loffe”.

Fortemente impegnata, ha lasciato dietro di sé scuole e palestre dove le piogge di primavera faranno crescere erbe e fiori.

CATERINA BENINI

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Pasionaria più recente, ma non per questo meno impegnata della sua collega Querci.

Come l’altra, viene presentata all’origine filoberlusconiana focata, con un cuore girato verso Arcore nei giorni dell’arcobaleno, quando dopo la pioggia tornava il sereno.

Ma i comunisti locali sono stati peggio di Salvini: dei veri e propri demòni.

E hanno catturato l’ingenua freschezza del suo nome (Caterina significa pura) trascinandola alla bottega oscura di Renzó Le Mokó, novello Vulcano, dio del fuoco che batte incessantemente sull’incudine i metalli che adopera nella sua autofficina di via Gora e Barba[bie]tole.

Fra i due c’è affinità elettiva: uno, infatti, cambia oli e filtri alle macchine a cui sussurra; e l’altra si interessa degli oli esausti raccolti vicino al Comune.

Quand’era berlusconiana, il marito architetto fu in lista con Serravalle Futura. Ma successe tutto in una notte, come nel film: l’architetto ritirò il suo nome dalla lista come il marito della Segre quando rinunciò a candidarsi con il Movimento Sociale Italiano di Giorgio Almirante.

Disdetta telefonica alle 2 della notte…

Produzione di Casalgrillo. Proteggi il Made in Italy!

CLORURO DI VINILE, AMPIA SCELTA

 

Un piccolo baffo finale dedicato al “nipotissimo” del Mokó, Luca Santucci. Che era assessore all’ambiente e che – dicono – si dimenticò di avvertire il popolo del problema del cloruro di vinile.

Chiediamo allo Scelta se sa qualcosa in merito?


Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Delitto di cronaca, critica, satira, cloruro di sodio e di vinile
Il marchio di Toscana – «Cloruro di vinile»
crescer farà la grana – al popolo civile.


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