SERRAVALLE. Visto che, per le obiezioni ricevute in privato, la strumentalizzazione delle parole del Papa non è ancora evidente, poiché o non si conosce il contesto particolare in cui la frase (inesatta) è stata pronunciata oppure si vuol far dire alla sottoscritta ciò che non ha assolutamente detto, cercherò di essere più chiara.
Per prima cosa, come si evince dal testo da me interamente pubblicato, non compare la frase “Respingere gli immigrati è un atto di guerra”: si tratta di una conclusione dei giornalisti, che hanno riportato la notizia volendo far passare naturalmente un determinato messaggio e dando adito alle strumentalizzazioni politiche che poi sono state fatte dalla sinistra.
La situazione poi a cui il Pontefice allude, per chi ne fosse all’oscuro, è questa: dalla Birmania stanno fuggendo persone appartenenti all’etnia Rohinja, di religione islamica, che rappresentano la minoranza perseguitata in questo Paese dall’etnia Rakhine, di religione buddista. I paesi che confinano con la Birmania, tra cui l’Indonesia, sono molto ostili nei confronti dei migranti Rohinja e riluttanti a fornire loro assistenza: in molti casi viene impedito loro di approdare sulle coste e vengono lasciati morire in mare senza acqua e senza cibo.
Il Pontefice nel suo discorso condanna giustamente questo atteggiamento, inammissibile prima di tutto perché queste persone sono davvero profughi che fuggono da pericolo e poi perché il respingimento che nega l’essenziale per la sopravvivenza è un gesto di violenza. Ma la situazione italiana, dove il governo permette una accoglienza incontrollata e incondizionata, è molto diversa, non ha niente in comune con questo contesto.
Le parole del Pontefice tuttavia sono state utilizzate dalla maggioranza per giustificare il voto contrario espresso nei confronti dell’Ordine del Giorno presentato dalla sottoscritta, dove si chiedeva non il respingimento in mare dei profughi, bensì controlli maggiori e più veloci per individuare coloro che, avendo diritto all’asilo politico, possono rimanere sul nostro suolo e coloro che non presentano i requisiti per ottenerlo, i quali risultano più dell’85% degli immigrati in Italia. In questo caso si chiedeva altresì che chi non fugge da persecuzioni o guerre, quindi da pericolo accertato, ma viene in Italia solo per cercar fortuna, venisse rimpatriato nelle terre di origine, dove poter attivare percorsi di aiuto economico tramite la cooperazione internazionale.
Adesso è chiara la manipolazione?
Si invita anche la maggioranza a non scomodare il Papa per motivare il suo voto in Consiglio (cosa che guarda caso non è stata fatta per contrastare la teoria Gender e per l’istituzione del registro delle coppie di fatto, a cui peraltro non si è iscritto nessuno), ma a esprimere semplicemente le vere motivazioni della contrarietà, se esistono.
Elena Bardelli
Consigliere Comunale Fdi-An