Filastrocca casalina, sia di notte sia a mattina; dice e ride, ride e scherza, va diritta ma poi sterza. Tira d’arco, scocca freccia, ma chissà se farà breccia. L’elettore è cosa insìpida; una mente liscia e rìpida, come giù vien dalla Rocca: guarda, brontola e… acqua in bocca
Se fossi un grande, cari serravallini, non sarei perseguitato con tanta pervicacia dalla procura di Pistoia. Sarei comodamente seduto al caldo in parlamento a pranzo e cena a 3,5 €uro, prezzo democratico e il resto a carico del popolo lavoratore…
Dal Donbass in Ucraina s’alza lieve una vocina, un sospiro rompiballe che c’illustra Serravalle.
Il Patrizio senatore, onorevol di valore, fatto avéa col grande Piero un accordo forte e fiero.
«T’ungo sindaco e tu, poi, prendi Avvanzo come vuoi: te lo tieni sotto l’ala, così a me la borsa ’un cala; e rispiàrmo a tutto spiano lo stipendio sovrumano, che si becca là in senato, dove tutto è strapagato».
Disse sì Piero Lunardi. Si pentì, però, più tardi: e puntar voleva i piedi, anche se tu non lo vedi.
Quale Orlando a Roncisvalle, tornò il Sen. su a Serravalle: e costrinse e mise in croce Piero: «Prendi il portavoce!».
Ora dunque, con l’inciucio, prenderà posto anche Lucio alla destra del buon Piero, cavalier ben forte e altèro.
Il Comùn dei Castracani, ecco avanza oggi e domani: e un bel lascito gli viene dal Piddì, che ’un ha più vene.
I compagni di Masotti fanno a corsa, anzi a cazzotti, a lasciar l’Arci al Comune per non pènder da una fune.
Dopo tanti patimenti, guerre, strilli, mille, stenti, i quattrìn non ci son più per tenere l’Arci su.
E così sembra che il Mochi, un volpe come pochi, abbia detto: «Piero, ahimè. Questo qua, piglialo te!».
Vuole il Mochi (Italia Viva) realizzar l’aspettativa che quell’Arci di Masotti, util sia pe’ giovinotti, allo scopo principale che sia usato nel sociale. Che però paghi le spese il Comune a fine mese…
E in attesa ch’entri Lucio per l’accordo a mo’ d’inciucio, si fa avanti il grande Cioni che s’è rotto i due coglioni, mane e sera, notte e dì, di restare nel Pd: il partito è morto in fretta, fatto a fette dal buon Letta.
Cioni va? Sarà divorzio? Meglio assai stare al consorzio e, con calma e piano piano, appoggiare – da lontano – la compagine coésa, centrodestra casa-e-chiesa.
Mah! Vedremo, Serravalle. Ma protèggiti le spalle. Or che regna il senatore, te lo trovi a tutte l’ore (non vi dico affatto balle) proprio dietro, lì, alle spalle.
E poiché la quota-lega or non conta più una sega, rammentar voglio a’ leghisti, mezzi gnudi come Cristi, che ’sto mondo è fatto a scale: chi le scende e chi le sale; chi va dritto oppure vira, come ha fatto anche la Pira…
Buona serata a tutti. E cercate di non essere troppo seri, visto che – in coro – fate comunque ridere, altro che jazz sotto le stelle!
Gigi del Redolone detto Nanno
Venditore d’olive sotto il ranno