SERRAVALLE-CASALGUIDI. C’è sempre da divertirsi quando si getta un sasso nello stagno.
Si possono ottenere due effetti: da una parte il silenzio e la profondissima quiete tipo Infinito leopardiano “ove per poco il cor non si spaura” (reazione, più o meno, da panda rosso che si nasconde nella sua tana e sta lì zitto zitto a mangiarsi i suoi germogli di bambù) e dall’altra la “caciarina” delle allegre comari di Windsor che, con un atteggiamento un po’ più simile a quello delle “piccole donne”, cinguettano com’è uso e costume del gentil sesso; il più delle volte a vuoto con la superficialità:
1. di chi non sa leggere e scrivere o lo sa fare piuttosto male;
2. di chi cerca di ribattere con la “scioccheria” (ben diversa da sciocchezza) di chi non ha il dono della battuta adatta al proprio «physique du rôle».
Eppure di solito intervengono donne impegnate, insomma politiche, o amministratrici o pasionarie iscritte o fiancheggiatrici di un partito.
È il caso dei commenti sia dell’assessorA Gargini che della signora Fiorenza Biagini al nostro intervento di ieri pomeriggio.
L’assessorA parla di fantasia e nient’altro aggiunge perché – pare evidente – oltre a una battuta, più che semplice “semplificata”, non sa sviluppare un pensiero più complesso e articolato: diciamo una principale e tre o quattro subordinate come si addice al suo ruolo assessorale che ricopre.
Non ce ne voglia, ma la complessità del pensiero non si discosta un granché da quella del fu-ministro Fioramonti, certo non migliore, ma nemmen peggiore della acculturata democratica pratese Valeria, Fedeli poco seria…
Le rispondiamo con la nostra solita accesa fantasia: «Dica la verità, Gargini. Lo sappiamo che è stata spinta, e non pur una sola volta, a saltare fra le braccia della Giorgia, donna, madre, cristiana etc. etc., odiata dalle sardine islamiche con velo (sugli occhi)».
Per la signora Fiorenza Biagini, a quanto ci dicono parte della élite radical chic piddina, che in 14 parole 14 (2 righe e mezzo) ha seminato il non-senso allo stato puro, la raccomandazione è quella di seguire un corso serale gratuito di scrittura (potrebbe essere un’idea per la Gargini) al fine di affinare le arti della comunicazione.
E per la Gargini potrebbe essere anche un mezzo per sapersi diversificare della sua predecessorA Simona Querci, di cui sinora sembra si sia solo limitata a calcare le orme senza nessun particolare segno di novità e discontinuità rispetto al passato.
Nel leggere commenti di questo genere, mi torna in mente la graffiante battuta di mio nonno, Dante Lapini, che dal fronte del 15-18, scrisse a mia nonna, Giulia Nannini (analfabeta) che si faceva scrivere le lettere per lui: «A leggere le tue lettere ci provo gusto quanto a ruzzolare la scala!». Fu lì che mia nonna imparò a leggere e scrivere: lo fece lei, lo può fare anche chiunque altro a Serravalle.
Il «panda rosso» – ossia l’architetto Agostini – ha invece perso la lingua. Se la deve essere tranciata mentre, affamato, addentava il bambù.
O gente di Seraval-Sale, suvvìa (Mughini)! Siate seri e smettete di farci divertire: ci fate ridere troppo e ci fa male il diaframma. E ditela la verità, tanto veniamo a saperla comunque.
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Anche Gesù rideva, nonostante Jorge da Burgos e nonostante i teologi progressisti
di sinistra che oggi hanno scoperto che, come gli angeli di Lucio Battisti,
pure Cristo non aveva un sesso ed era un “queer”, un “insolito” (leggi qui)