serravalle. GOFFREDO DI BUGLIONE, GORBI & IL CASSERO

Goffredo di Buglione
Goffredo di Buglione

SERRAVALLE. In merito all’articolo comparso sul suo giornale (vedi), mi preme precisare quanto segue.

La ricostruzione che fa l’anonimo buontempone amante della storia è di pura fantasia, esattamente come il nome che usa per nascondere la propria identità, anche se solo pochi distratti possono realmente ignorare il vero nome dell’autore dell’articolo.

Infatti non si troverà in alcun atto la proposta del Sindaco di eleggere il sottoscritto a presidente della commissione di indagine sull’incendio alla discarica del Cassero. Oltretutto il Sindaco non ha nemmeno diritto di voto in sede di commissione e, se si avesse la voglia di leggere i verbali, si potrebbe scoprire che, in quella sede, un solo nome è stato proposto e votato all’unanimità.

Allo stesso modo il mio nome non è mai stato sottoposto a voto per l’elezione del presidente del comitato di controllo, dove l’unica candidata è stata anche eletta.

Per cui, Goffredo di Buglione forse conosce la storia antica, anche se ne dubito fortemente, ma certo non conosce la storia recente.

Quanto al fatto che fossi presente in discarica durante l’incendio e che mi sia dato un gran da fare, come sostiene lo pseudo condottiero serravallino, senza che mi fosse richiesto, lascio che a rispondere siamo le centinaia di messaggi di ringraziamento delle persone di Ponte Stella, Cantagrillo e Casalguidi.

Ho fatto quello che ho fatto non per essere ringraziato ma per senso del dovere, visto che di Goffredo di Buglione e di condottieri valorosi quella sera ne ho visti pochi.

Cordiali saluti.

Federico Gorbi
Capogruppo Serravalle Popolari e Riformisti

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«Il cuor mi dice...»
«Il cuor mi dice…»

Caro Federico,
non ci sono problemi a pubblicare le tue osservazioni. Quanto però al «solo pochi distratti possono realmente ignorare il vero nome dell’autore dell’articolo», voglio riportarti sulla retta via e invitarti alla più assoluta prudenza con una nobilissima citazione da Manzoni, laddove fra Cristoforo saluta i Promessi, alla fine del capitolo ottavo:

Alzatosi poi, come in fretta, disse: – via, figliuoli, non c’è tempo da perdere: Dio vi guardi, il suo angelo v’accompagni: andate –. E mentre s’avviavano, con quella commozione che non trova parole, e che si manifesta senza di esse, il padre soggiunse, con voce alterata: – il cuor mi dice che ci rivedremo presto.

Certo, il cuore, chi gli dà retta, ha sempre qualche cosa da dire su quello che sarà. Ma che sa il cuore? Appena un poco di quello che è già accaduto.

D’altra parte non posso pretendere che tu ricordi i Promessi Sposi – anche perché, forse, al liceo non te li hanno fatti leggere con la dovuta attenzione, dato che non erano  più di moda (e tanto meno lo sono ora, con la buona scuola) a letteratura italiana…

Cari saluti anche a te.

Edoardo Bianchini

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