serravalle lemmings. UN’AMMINISTRAZIONE ALLA CANNA DEL GAS O IL FRUTTO DI UNA POLITICA SCARABOCCHIATA DA UN SENATORE FDI E DA UNA LEGHISTA BUONA SOLO A QUERELARE I GIORNALISTI CHE PARLANO IN TUTTA FRANCHEZZA?

La coppia La Pietra-Pira sta dando i suoi frutti alla distanza e proprio nel momento più infelice, quando, in tempi preelettorali, occorrerebbe difendere chi, in qualsiasi modo, bene o male, ha suonato trombe diverse da quelle del potere ingrommato e superprotetto del Pd. Se al prossimo giro Serravalle, Pistoia, Agliana e Cutigliano andranno a nanna presto con borsa dell’acqua calda e calzini pesanti ai piedi, dovranno ringraziare una coppia di macchinisti che nella caldaia della vaporiera hanno gettato forcate di giornali, non palate di solida antracite

 

La canna del gas non è una colpa di Piero Lunardi, ma dell’ottusione italiana che permette di mettere insieme, nel minestrone di verdure, cavolo fresco e insalata marcia, uova barlacce e patate piìte, e, perché no?, al posto delle cotenne di maiale, qualche pantegana stramorta in un cassonetto o scappata dal Cassero per incompatibilità ambientale

 

GRAZIE AL DUO LA PIETRA-PIRA

CHE BRUTT’ARIA AL COLLE TIRA!

 


 

Il Sen. La Pietra e Sonia Pira: attrazione letale per Lunardi & C.

 

IERI SERA qualcuno ha richiamato la mia attenzione su un comunicato del gruppo consiliare Centrosinistra per Serravalle dal titolo Questa volta la spaccatura che si è creata nella maggioranza ha il sapore di una crisi profonda.

Quando dico che Serravalle è un Comune divertente (ma solo per non piangere), dico la pura verità. Tornate indietro fino all’inizio dell’amministrazione Lunardi e rileggetevi cosa andavo scrivendo: disegnavo scenari come quelli che vedete in questi giorni.

Tant’è che il sindaco, l’amico Piero, mi deferì alla disciplinare dell’ordine (bòno quello!) dei giornalisti perché – diceva – ero persecutorio e derisorio nei confronti della sua squadra. Eppure mi limitavo solo a dire quello che vedevo, non all’apparenza ma nella sostanza: fragilità comunque e dappertutto.

Perché una lista in cui gente nata in Rifondazione s’imparenta e s’apparenta con la destra meloniana; in cui qualcuno fa réclame alla Cgil della Querci anche se la Querci sta all’opposizione; una lista in cui la sorella di un senatore fa l’indipendente per modo di dire (e soprattutto in 5 anni non mette un puntino su una beata I); un alista in cui un capogruppo, battezzato FdI da grande, il Giovannoni, a malapena sa leggere e scrivere e quasi per niente parlare, sarà pure una lista civica, ma non potrà mai essere una lista di coesione civile in grado di amministrare seguendo una rotta bene orientata.

Simona Querci, Gianfranco Kawasaki Spinelli e Luigia Caferri, presidentA dell’Anpi

Questo non è una colpa di Piero, ma dell’ottusione italiana che permette di mettere insieme, nel minestrone di verdure, cavolo fresco e insalata marcia, uova barlacce e patate piìte, e, perché no?, al posto delle cotenne di maiale, qualche pantegana stramorta in un cassonetto o scappata dal Cassero per incompatibilità ambientale.

La prima fragilità di Serravalle è stata la scioccheria dei suoi abitanti che hanno votato, da ciechi di partito, 75 anni di cieca sinistra che, in una lucida revisione storica, si connota di per sé come un padiglione di batteri: in altri termini un esercito esseri viventi senza occhi che vanno a diritto solo per partito preso.

Mi spiace per la signora Simona Querci, che mi sta pure simpatica nel suo scoppiettante ciggiellismo ben sostenuto da fiancheggiatori come la Luigia Caferri e l’assessor Kawasaki (Gianfranco Spinelli, collezionista di orologi) e anche da Roberto Daghini che, fra tutti, è il più contenuto e perdonabile per certa sua innocente semplicità.

E mi spiace anche per Marzio Dolfi che scrive a soggetto su ReportPistoia tanto, se sbaglia, viene salvato dai suoi compagni della commissione di disciplina dell’ordine (bòno quello!) dei giornalisti, tutto in mano al Pd. Se volete che ve ne dia le prove, querelatemi: tanto sono vaccinato e la procura di Pistoia mi rinvia subito a giudizio.

Letto lo sproloquio dei progressisti anti-Lunardi sulla crisi dell’attuale amministrazione eretica di non-sinistra, io che non sto da nessuna parte e che, per tale motivo, sto sulle palle a tutti, non posso che dire: gente rossa, rosa, rosina, mezza-cattolica o cattocom… Ma chetatevi, per piacere!

Se Serravalle è il casino che è, sarà colpa del Lunardi – a cui il duo La pietra-Pira ha liofilizzato i coglioni – o al contrario, come quando nasce un pargolo, il codice genetico glielo danno i genitori?

I Pd si sono accorti del Duce solo dopo 75 anni di governo di Serravalle: ci voleva il lunardi per risvegliare le loso coscienze?

E i genitori della giunta Lunardi chi sono? Non sono gli stessi che per 75 anni si sono dimenticati del Duce cittadino onorario di Serravalle e all’improvviso ne hanno preso coscienza? Non sono quegli stessi che, ligi al duce, avevano denunciato la Sol Cittone e la sua famiglia? Non sono quei carrettieri che battezzavano il proprio ciuco col nome di Mussolini per bastonarlo a sangue sulla salita del Serravalle? Non sono quelli che hanno piantato la discarica del Cassero nel culo dei casalini; che hanno fatto le ferie a Madrid a spese della discarica stessa (a guida comunista, non di picchiatori fascisti); che hanno impiastricciato di Rocchine, ora in diroccamento, il Montalbano area di tutela ambientale che, per certi comunisti (cugini di quelli di Quarrata, ibridati SabrinSergioMazzanti) è solo una discarica in cui nascondere i frigoriferi smessi?

Delle volte il silenzio sarebbe d’oro o, se proprio si vuole parlare, meglio sarebbe spiegare ai compagni (definizione oggi schifata da tutti) il perché l’Arci Masotti è finito all’asta; il perché la cava Bruni si era preparata a gestire le terre del secondo buco della ferrovia del Serravalle, ma poi l’ha preso nel… buco, perché sia l’amico Rossi che le Ferrovie, la terra se la sono andata a sbolognare in terra lucchese e amen. Ma ancora mille altri perché.

Io non sono morbido come le famose Morositas di un tempo. Rigido e manicheo, non apprezzo molto la chiesa pistoiese donbiancalanica e schierata contro un prete, Alessio Tavanti, che dovrebbe essere fatto ricercare a Chi l’ha visto?, un prete giudicato e condannato senza contraddittorio, anche perché aveva due simpatici maialini asiatici molto meno nocivi, fra l’altro, di tanti altri suini a due gambe; come non apprezzo molto un partito che si è fatto grande predicando la libertà e l’uguaglianza, ma mantenendo la testa del popolo sotto il proprio scarpone chiodato, quello dei baffoni che alla fine si sono ben volentieri democristianizzati.

Pistoia-sarcofago, cari progressisti che ce l’avete con la crisi del Lunardi, è questa: è una macchina in linea con i tempi. È un perfetto ibrido cloruro di vinile/elevazione spirituale nella chiesa di Casale che casca a pezzi.

Se Lunardi non è un genio e se avrebbe potuto fare meglio assai, cosa avreste dovuto fare voi in 75 anni di inquinamento fisico (cassero, cloruro) e morale (tutto bene negli appalti e nell’edilizia e nelle Rocchine?).

Quando era all’opposizione Pedrito-Benesperi mangiava il mondo, digeriva i sassi e i Ciottoli. Agnellone-Panettone metteva allo spiedo i comunisti. Arrivato al potere non digerisce più nemmeno una fettina di pane con l’olio e, come all’asilo, ha fatto la pace sociale con tutti i nemici di ieri. Poi s’incazza con Linea Libera e ci denuncia perché lo richiamiamo alla coerenza…

Progressisti di Serravalle, avete solo la fortuna che la Toscana, bella terra scappata di mano a Canapone l’illuminato, è caduta fra le sgrinfie della sinistra che ci sta stritolando ben bene, complicando la nostra vita e non risolvendo neppure un solo problema: grazie anche a una magistratura che non vede, non sente e non opera – o non avrebbe aspettato, con i suoi sbandierati «bassi profili» (mi riferisco al signor Renzo Dell’Anno, procuratore scasato dallo stesso Csm), che il tutto precipitasse nella dissoluzione che stiamo vivendo a partire dalla sanità della Lucilla che ci cura con la tessera Pd e con la targa “donna dell’anno” donàtale, con tanto di baciamano, da due campioni dell’amministrazione aglianese come Luca Benesperi, il gracile/fragile perseguitato, e Maurizio Ciottoli, l’agnellificato (e come tale offeso, a detta del signor Curreli) donatore di panettoni a chi non lo amerà mai. Calmi: tanto vi racconterò anche la loro vera storia.

Devo aggiungere altro o può bastare?

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]

 

Non aveva visto giusto?

 

I lemmings – Primo Levi ci ha scritto un famoso racconto – sono piccoli roditori molto graziosi che, nell’immaginario popolare, quando si sentono al perso, si mettono in colonna, corrono al mare e si suicidano.
Non capisco perché dovrebbe comportarsi così anche Piero Lunardi con i suoi, dato che 75 anni di comunismo diffuso e un decennio di governi pipion-comunisti imposti da Napolitano in giù, fino al Draghi che non draga un bel nulla, ci hanno nullificato nel totale silenzio degli innocenti
Certo che Stefano Agostini ha fatto un bel casino sul bilancio!


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