Lunardi, Bolognini, la Querci e Mussolini, il senatore La Pietra, Sonia Pira, Lega e sciogli, Fratelli d’Italia, gallerie che non vanno avanti, cimiteri che collassano, cloruro di vinile nell’acqua, Pio IX, Cava Bruni e bischerate a costo zero. Viva i politici e gli amministratori pistoiesi!
CIMITERO, PASSA IL TRENO:
CROLLA TUTTO SENZA FRENO?
È IL CASO di tornare a dedicare un po’ di attenzione al mitico Comune che andrebbe o smembrato e attaccato un pezzo a Quarrata o a Pistoia (Casalgrillo); e un pezzo a Pieve a Nievole o a Pistoia (Serravalle-Castellina-Masotti).
Così com’è, il Comune di Piero Lunardi è una sorta di mostriciattolo di quelli che Pietro il Grande amava raccogliere nel suo museo di San Pietroburgo, nella zona dei Rostri: assomiglia a uno di quei peperoni raggrinziti che si mettevano sotto aceto nel dopoguerra, insieme alle cipolle rosse e non quelle raffinate di Tropea – nell’aceto vero, quello divino e di vino. Allora non c’era bisogno di aceti balsamici: bastava quello che levava il fiato.
Partiamo – dopo un’altra paginata interamente dedicata a Lunardi da parte del Giornale di Pistoia – con un pastone che si allarga anche in altre direzioni.
E iniziamo dal Bolognini, che risponde proprio a Lunardi dopo che il sindaco era intervenuto sull’idea di Ermanno (idea già avanzata, peraltro) di presentare una lista per le prossime amministrative, che stanno già facendo fibrillare tutto e tutti.
Alle parole di Lunardi in serravalle. il sindaco piero lunardi sulla lista-bolognini “lupo di toscana”, bolognini risponde così:
Buona sera direttore. Risposta a Piero. Sento odore di fiera diceva mia nonna. Il tempo corre veloce e il freddo inverno è alle porte: non penso proprio che potrai rispettare il programma elettorale che rimarrà il libro dei sogni da leggere ai nipotini nel canto del fuoco.
Caro Piero le mie truppe, 150 più 7, che sono i voti dei miei familiari, sono pronte all’assalto della rocca di Castruccio. 50 uomini saliranno su dalla gabella, 100 da via Roma.
Non preoccuparti del numero, piuttosto sta’ attento che qualcuno dei tuoi non butti via il fucile e scappi per allearsi con noi.
Riguardo al cimitero pieno di cerotti e micropali, il fatto che gràttino il groppone ai treni in transito mi preoccupa. Allora non temere.
Vai in consiglio e spiega l’accaduto: è quella la sede preposta, dai la possibilità ai consiglieri di centrosinistra in sonno di poter capire ed intervenire sui fatti. E tieni presente, anche, che la conquista del castello sarà, sostanzialmente, pacifica. Senza spargimento di sangue.
Con affetto ti saluto e al rogo chi ti vuole male, cioè nessuno.Ermanno Bolognini
Sempre da Serravalle si rialza anche la voce dell’ex-vicesindaca Simona Querci, la femme du syndicat la quale, smaniosa di farsi vedere in prossimità delle elezioni regionali, torna alla carica con la damnatio memoriae del tanto amato (a Serravalle) duce e di quei serravallini di un dì che, dinanzi a una famiglia ebrea, decisero di vendere carne umana ai nazisti per mostrare patriottismo e lealtà al fu Benito.
È più forte di lei il richiamo all’antifascismo di parata. È un modo di essere. Così ha scritto, in Pec, per la seconda volta, al sindaco e al segretario generale, una «rinnovata richiesta di verifica dell’esito votazione sulla Mozione della revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini, discussa nel Consiglio Comunale del 9 luglio 2020».
Tenere il punto su cose morte e sepolte da sé, ci fa venire in mente, appunto, l’istituto ancestrale della damnatio memoriae, cioè: «se sei stronzo e se hai perso la guerra, ti cancello dappertutto». Se la guerra la vinci, resti e… tutti zitti – ricordatevi di Mao e di Mao-metto…
Lo facevano gli egizi, i greci, i romani ed evidentemente lo fanno anche i comunisti: d’altronde ognuno ha le sue ossessioni. Ma cancelliamo, allora, anche Pio IX, così si smette di tirargli degli accidenti. Perdere tempo in emerite cazzate, ci scusi la vivace Simona, è sinonimo di fare la politica della potta delle cagne che si rifinisce in leccature. A Serravalle c’è:
1. la galleria che crolla e tira giù camposanto e case, tutto compreso a metà prezzo;
2. il problema dello stoccaggio della merda estratta in galleria (terra oleosa e senz’altro inquinata) che sta riempiendo le buche della Cava Bruni (la gente vorrebbe sapere delle analisi, ma nessuno risponde);
3. il cloruro di vinile che ammorba e ammazza cittadini della piana di qua;
4. l’Arpat che non sa che dire (e ha poco da dire, perché, stando così le cose, se la procura di Pistoia, finora, non avesse tenuto bassi profili dellànnici, chissà quanta gente sarebbe finita sotto inchiesta e poi dentro);
5. un Pd che s’è visto soffiare di sotto il naso la casa del popolo (scusate: il circolo Arci. È vietato dire casa del popolo!) di Masotti che andrà all’asta;
6. problemi non piccoli – mi pare di capire – un po’ dappertutto sul territorio: e la professoressa Querci, con Gianfranco Spinelli e l’Anpi di Luigia Caferri, sta lì a guardare se Mussolini è o non è ancora cittadino onorario di Serravalle.
E nei 75 anni prima, i comunisti e lo stesso Roberto Daghini, già pronto a rifarsi sotto (ma non mi ha mai ringraziato di avergli ritrovato la Sol Cittone…) per correre alle prossime, come hanno passato il loro prezioso tempo? Grattandosi le punture delle zanzare che salivano dalla della Stella?
Simona Querci scrive:
Visto che la risposta del Sindaco (prot. 11225 del 14/07/2020) rispetto alla mia richiesta di verifica esito votazione della mozione in oggetto non è chiara, sono a chiedere di nuovo un pronunciamento da parte del Sindaco stesso e del Segretario comunale in cui si dichiari, con relativa argomentazione, se la mozione è stata accolta o respinta.
Distinti saluti.Simona Querci Consigliere Comunale
A noi era parso chiaro che Mussolini restava perché non faceva più danno né paura a nessuno. Ma se proprio insiste, accontentàtela, la Simona & C! Ci vuol tanto?
I problemi di Serravalle, però, sono seri anche da un altro punto di vista, che da anni sto sottolineando e che nessuno vuole ascoltare: la presenza di una destra (FdI + Lega) che è più simile a una ribollita che a una vellutata leggera di pisellini gentili.
E il cosiddetto troiarium (= casino) di questa politica allo scazzo si nota nelle scelte del senatore La Pietra, che di Serravalle se ne frega altamente e lo cede volentieri alla Lega; e di Sonia Pira, che sembra cedere al senatore le sorti di Quarrata in cambio, appunto, di Serravalle.
Siamo prontissimi per lo splash-down (non in mare, ma sulla nuda roccia delle bianche Apuane con relativo sfracello) e vi spieghiamo il perché.
Le Lega porterebbe Cristiano Giovannelli alle regionali almeno per farlo vedere e poi presentarlo come sindaco a Serravalle. Farlo vedere è l’espressione giusta: perché chi l’ha mai visto, prima d’ora, sempre chiuso nel suo buen retiro da sommelier? Dovrebbe diventare sindaco solo perché la lega era, alle ultime, il primo partito di Serravalle? E qual è la legge fisico-matematica secondo cui se uno si presenta in Regione poi diventa sindaco?
FdI, che invece si interessa moltissimo a Quarrata, ha deciso di lanciare l’Irene Gori in Regione: così, anche se com’è molto probabile, non raccatterà che una brancata di musciarini in voti, potrà essere lanciata come candidata a sindaco quarratino. E il senatore spera di farcela!
Sarà düra, mi viene da dire. Ma se davvero dovesse andare così, signor La pietra, Quarrata è cotta a puntino. Prima, infatti, dagli anni 90 ad oggi, è stata più o meno in mano ai geometri-ingegneri-architetti ex-Dc, ex-Pici, ex-margheritì e poi filo-piddì; poi, grazie alla candidata di Pietra, sarà in mano ai soliti che, pur essendo andati in penZione, avranno la carta di credito per l’accesso al Comune.
Un tempo, alla ragioneria del Comune di Quarrata, il Piero Buralli, ex-vigile prestato alle finche dei libri contabili, era solito aprire il discorso, lui, lucchese con questa battuta: «O gentaglia di Lucca pecorona…».
No, gente. ’Un zi pòle andà ’nnànzi hosì. Ecco perché s-governo, s-parlamento e non-presidente ve lo tirano nel culo ogni giorno e voi ridete come dei perfetti scemi!
A proposito: ma il senatore si decide o no a far fuori l’Elena Bardelli? Ce lo dice, per cortesia?
La puntata di domani la dedicherò all’amico Raffaele Landi e ai suoi problemi.
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Rivendico tutti i diritti umani, anche quello di parlare
come parla il popolo, rifiutando la stupidità del politicamente corrOtto.
Ho scelto un giornalismo realistico come una commedia di Aristofane. Lo so che la maggior parte dei politici non capisce un cazzo di ciò che sto dicendo.
E non lo saprà nemmeno domani, se continuiamo ad andare avanti con ministri come quelli che abbiamo da vent’anni in Italia!