PRACCHIA-MONTAGNA. Sportelli Ecco Fatto!, Case della Salute e Botteghe della Salute, ma anche servizi sostitutivi di altri servizi, come appunto il servizio pullman sostitutivo dei treni che non sostituisce niente, peggiorando la fruizione del servizio stesso perché fatto con logiche che niente hanno a vedere con i bisogni del territorio, ma rispondono solo a criteri basati su una visione miope del concetto di economia e di risparmio.
Non basta per un servizio che esso sia meno costoso del precedente, perché se questo si rivela meno efficace e meno rispondente ai reali bisogni dei cittadini, lo spreco di risorse e denaro pubblico non viene contenuto, ma viene aggravato. Un servizio fatto solo perché costa meno e non ha quelle caratteristiche per poter essere utilizzato, non solo è uno spreco di denaro pubblico, ma un danno enorme per l’intera comunità.
L’approccio sbagliato a questa macroscopica stortura gestionale e amministrativa è purtroppo sintetizzato nella logica dell’operazione chirurgica perfetta: l’operazione è andata benissimo è stata ineccepibile, tecnicamente perfetta, ma il paziente non è sopravvissuto. Il paziente è morto ma in compenso il problema è stato risolto.
Qui in Montagna con i servizi che giornalmente vengono massacrati, avviene la stessa cosa. Con l’aggravante che coloro che operano il paziente portandolo al decesso quelli che, se non all’origine del problema, sicuramente lo hanno acutizzato in maniera scientifica.
La foto, oltre a raccontare la storia della Porrettana, porta con sé un messaggio eloquente. Dobbiamo dire basta ai servizi alternativi, che, come in questo caso, non sono alternativi ma si sovrappongono e sono ulteriori sprechi. Dobbiamo dire basta a tutte quelle forme di servizi surrogati che ora è di moda proporre nelle zone considerate a torto periferiche.
L’Italia è infatti costituita per la quasi totalità da monti e isole. Dobbiamo dire basta ai Piot, spacciati per ospedali mentre sono solo delle corsie infermieristiche con qualche ambulatorio. Dobbiamo dire no ai “punti Ecco Fatto!”, spacciati per uffici postali dove non è neanche possibile pagare i bollettini, ma dove si potrà essere orientati al consumo (?). Dobbiamo dire no alle Botteghe della Salute dove al massimo ci si potrà, forse, misurare la pressione. Questi servizi non sono né funzionanti né funzionali alle richieste dei cittadini.
Quello da fare è permettere al tessuto sociale sano di poter continuare ad operare. Mi riferisco agli esercizi commerciali, veri presìdi ed ultimi baluardi di una Montagna che solo lo Stato ha deciso di abbandonare. Come si viene amministrati si vede dalla fotografia fatta dall’architetto Roberto Prioreschi. Ritrae il servizio sostitutivo fatto dal Copit, per sostituire i treni, che alla stessa ora viaggiano nella stessa direzione.
Non sono capaci di fare un orario, quali soluzioni ci possiamo aspettare da questi signori? L’importante è che non ci venga proposto il solito scontato tavolo di concertazione, come hanno già tentato di fare all’assemblea dello scorso mercoledì sull’ospedale alla Dynamo Camp, i cui fini sono ben altri che quelli di risolvere i problemi.
L’art. 44 della Costituzione: “La legge dispone provvedimenti a favore delle zone montane”. La Montagna non chiede così tanto, né tanto meno pretende trattamenti di favore: chiede solo di non venire penalizzata e presa in giro.
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