PRATO. L’onore dell’inaugurazione, la manifestazione, l’ha data agli Interpol, gruppo statunitense che cerca di dimostrare, riuscendoci anche, che la new age ha ancora qualcosa, parecchio, forse, da dire, raccontare, suonare. Subito dopo però, dalla sera successiva per un trittico ininterrotto, piazza del Duomo, a Prato, suonerà e canterà italiano con, in ordine di apparizione e prestazione, Alessandro Mannarino, Caparezza e i Negrita.
Inizia con questi presupposti, dopo un’estate mai così prolifica, per eventi, il Settembre pratese, che conclude una maratona di spettacoli davvero notevoli, spalmati tra parecchi angoli della città, come se in vista di una Provincia unica che assembli al capoluogo regionale di Firenze, tanto Prato che Pistoia, la città laniera abbia serie intenzioni di porsi all’attenzione collettiva e ritagliarsi una percentuale di prestigio.
Veniamo a quello che ci sarà, perché snocciolare quello che è stato, sarebbe oltremodo ingombrante, seppur piacevole. Da martedì 1° settembre fino al venerdì successivo, in piazza del Duomo, musica con parecchie aspettative. L’inizio dei quattro concerti è fissato alle 21:30, per un pubblico parecchio eterogeneo, che non sarà assorbito solo e soltanto dalla popolazione indigena. Tanto gli Interpol, quanto gli artisti che seguiranno la sontuosa ouverture, sono tutti parecchio appetibili e le fatte degli aficionados non si limitano a vivere nei paraggi del Bisenzio, ma arriveranno anche da altrove.
L’indie-rock degli Interpol è orami sufficientemente cresciuto e maturo; alla luce dei loro cinque album, il trittico americano, che si avvale di qualche sessionista in alcune circostanze live e in sala di registrazione, è ormai un punto solido di riferimento del rock ballabile. Alessandro Mannarino invece, in piazza mercoledì 2 settembre, giovane saltimbanco metropolitano che ha convinto più di uno spicchio di critica, arriva a Prato con un borsone pieno di esperienze, soprattutto di carattere televisivo, grazie alla naturale contaminazione che il cantautore romano ha goduto e sofferto con quelli di Rai3, Serena Dandini su tutti.
Di Michele Salvemini, al secolo e per l’eternità, Caparezza, con tutto il rispetto per gli altri che lo precederanno e verranno dopo, inutile aggiungere altro al fiume di parole e sensazioni suscitate nell’arco della carriera. Il rappettaro di Molfetta, o l’Eminem de noantri, se preferite, da Mikimix in poi, di strada, ne ha fatta tantissima, sistematicamente costellata da applausi, quelli che lo accompagneranno per tutta l’esibizione giovedì 3 settembre, ancora in piazza del Duomo. Un ragioniere con la dedizione al fumetto che ha preferito abbandonarsi solo ed esclusivamente alla musica, diventando un punto fermo della controinformazione sonora, evitando con cura compromessi e cliché.
La carrellata concertistica si chiuderà venerdì 4 settembre, con i Negrita, la band aretina di spudorata ispirazione rollingstonesiana – che ha strumentalmente seguito altri percorsi – e che sarà quella che abbraccerà lo sforzo e le intenzioni del vertice organizzativo per la promozione dell’evento. Sulla cresta del rock da circa trent’anni, spetterà proprio a loro, a Pau, Drigo, Mac, Giacomino, Cris e Ghando chiudere il sipario.