si stava meglio prima. «DIFFICILE ACCETTARE QUESTO MARASMA»

...e poi conta solo dividersi la torta dei soldi pubblici!
…e poi conta solo dividersi la torta dei soldi pubblici!

NEL GIRO di cinquanta anni le cose sono cambiate assolutamente in peggio, comunque si guardino, la società e la sua situazione.

In primis la crisi che ci morde i polpacci, dovuta alla messa in crisi del ceto medio ovvero di chi, bene o male, faceva girare la moneta e determinava i consumi.

Oggi quello stesso ceto, oberato da tasse di ogni tipo aumentate senza controllo, sta lentamente scivolando verso la miseria.

Per salvare la propria casa alcuni finiscono il risparmio, senza tuttavia evitare il pignoramento. La ripresa non c’è, salvo le fandonie governative dell’Istat, dei sindacati etc. e non ci sarà se non cala la pressione fiscale.

Le spese per la politica, per i manager, presidenti e direttori strapagati, commissioni e sottocommissioni, gruppi di studio e di ‘lavoro’, inutili e astrusi dai costi inenarrabili… tutte spese che non sembrano destinate a calare. I servizi offerti a coloro che pagano le tasse in picchiata vertiginosa, in tutti i campi.

L’accoglienza di ogni genere di individui fuori da qualsiasi controllo sociale e sanitario, divenuta debolezza, e l’integrazione degli stessi soggetti, trasformata in sottomissione, oltre ad aumentare il peso sui contribuenti ne incrinano l’orgoglio e la sicurezza sotto ogni profilo.

Ottimismo per legge
Ottimismo per legge

La stessa crisi ha spopolato capannoni di fabbriche fallite o messe in liquidazione e ora divenute pericolose concentrazioni di clandestini ove nessuno sa bene cosa succede.

Lo sporco e il degrado dilagante in qualunque centro urbano… per non parlare delle periferie ormai pericolose anche da percorrere e non solo sotto il profilo igienico.

La corruzione che imperversa ad ogni livello ed in ogni campo, la negligenza che affiora in svariate occasioni di cui si ha notizia solo quando il danno è notevole e non può essere taciuto… figuriamoci se le sapessimo tutte.

La giustizia, divenuta una scappatoia per furbi e furbetti, si accanisce dove invece dovrebbe mostrare più elasticità e comprensione. Tutele a tolleranze inflazionate coi danni collaterali che ne derivano determinando una pessima interpretazione della democrazia che appare piuttosto una vetrina di mollezza e fragilità che saremo destinati a pagare.

Tutto il quadro è strettamente articolato e connesso in ogni sua parte e ciascuna di esse discende, determina o comunque è legata a qualcuna delle altre.

Questa visione infelice non è quella di una Cassandra bensì di chi proviene da un mondo di qualche decina di anni fa, quando tutto questo non c’era, mentre è più difficile abituarsi all’oggi di quanto non riesca a fare chi, in questo marasma, è nato e vissuto da sempre.

a.f.

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