PISTOIA. Il mondo della scuola scende in piazza; non ci sono barriere, professori e studenti fianco a fianco in un una marcia pacifica dal sapore antico. Una lotta per dire si alla scuola pubblica ed al modello universalistico, senza arrendersi all’idea che la mercificazione sia l’unica strada possibile per l’evoluzione della società.
La “buona scuola” di Renzi continua a perseguire il progetto della scuola-azienda; un esempio su tutti, il fatto che i dirigenti scolastici potranno scegliere in maniera arbitraria chi chiamare ad insegnare nel proprio istituto, creando differenze tra scuole di serie A e scuole di serie B ed annullando anche l’oggettività, pur a sua volta criticabile, delle graduatorie che fino ad oggi hanno disciplinato il sistema, garantendo comunque un minimo di trasparenza.
Inoltre sappiamo che i supplenti saranno cancellati, ed ogni dirigente dovrà creare un organico funzionale di istituto in caso di assenze, prevedendo con anticipo le esigenze educative (una sorta di piano industriale).
Diventa pertanto in vendita il futuro delle nuove generazioni, plasmate non sempre meno per la libera formazione della propria personalità, e sempre più in base alle esigenze del mercato.
La lista “Si-Toscana a Sinistra”, a Pistoia come in Toscana, è al fianco di insegnanti e studenti per una idea diversa di scuola, inclusiva e solidale, pubblica ed universalistica. Un voto alla lista si è un voto anche per la scuola pubblica.
[sì-toscana a sinistra pistoia]
UN LETTORE SCRIVE
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Gentile Direttore,
leggo come sempre con interesse il vostro giornale e stamane, trovo illuminante, una volta di più, ciò che viene scritto in merito allo sciopero degli insegnanti di ieri da “Sì-Toscana a sinistra”. Ora io non ce l’ho con loro per partito preso, ma come già capitato di recente, mi sembra che i Sig.ri che la compongono si esprimano più che altro per slogan e parole d’ordine più che per attinenza alla realtà. Ma vediamo un po’ come è questa realtà: è sotto gli occhi di tutti lo stato pietoso in cui versa la scuola.
Una serie di sciagurate riforme, hanno trasformato un posto dove gli alunni imparavano e gli insegnanti insegnavano, in un ufficio di collocamento, dove troviamo di tutto e il contrario di tutto, dove insegnanti bravi si mescolano ad incompetenti, quando non di peggio (è balzato di recente alle cronache il caso dell’insegnante di Torino, che condannato per pedofilia, insegna tranquillamente in una scuola media piemontese).
Negli ultimi decenni si è badato solo a moltiplicare le cattedre trasformando la scuola nel principale bacino elettorale per i politici di turno e nella prima, per numero, riserva di caccia delle tessere sindacali nel pubblico impiego. Ora, cosa mai propone questa riforma della scuola di così scandaloso? Vediamo:
1 – l’assunzione di 100.000 precari: “eh, bella forza, ci obbliga la Corte di Giustizia Europea”… vero, ma comunque sono 100.000 persone che vengono stabilizzate
2 – fine delle graduatorie, si entra solo per concorso… cosa c’è di sbagliato a smetterla con un sistema che, oltre ad aver creato una pletora di precari, ha immesso nella scuola oltre a bravi insegnanti anche molti scansafatiche? Vogliamo continuare senza alcun tipo di selezione? L’insegnamento è vocazione o non è! Non si insegna per lo stipendio, si insegna per passione e quindi si viene giustamente pagati (poco rispetto ai colleghi europei? … Andiamo però a vedere quanto insegnano loro e quante ore annue si insegna qui)
3 – basta girandole di supplenti che arrivano un giorno e poi via (facile capire che quei giorni di scuola equivalgono, per i nostri figli al nulla…): le scuole devono dotarsi di un team stabile, che copra ferie e malattie degli insegnanti titolari: anche qua, perché si dice no? … non è meglio un gruppo di supplenti stabili, in grado di raccordarsi con il titolare per proseguire in sua assenza con il programma? Cosa dà fastidio?
4 – purtroppo niente abolizione degli scatti d’anzianità (l’antitesi della meritocrazia), in più vengono concessi dei bonus annui pari a 500 euro per insegnante, per l’aggiornamento o da spendere in attività culturali: vi fa schifo?
5 – creazione di un portale on-line, dove inserire, i piani formativi, i bilanci, i budget, i curriculum dei docenti e i progetti finanziati di ciascuna scuola: cosa da fastidio? Non è forse giusto che un genitore possa valutare con un minimo di obbiettività la scuola dove suo figlio si formerà senza affidarsi solo alle solite “giornate aperte” dove ogni scuola si infiocchetta ad arte?
6 – abolire le procedure burocratiche più inutili e gravose
7 – estendere ulteriormente la banda larga e le tecnologie informatiche
8 – portare (finalmente e speriamo con insegnanti competenti in materia) più musica e sport nelle primarie e ridare importanza allo studio della storia dell’arte
9 – incrementare lo studio delle lingue straniere (si spera con insegnanti madrelingua… ma se proprio la Camusso non vuole, almeno che siano laureati in lingue e che superino un test severo)
10 – L’alternanza scuola lavoro per gli ultimi 3 anni degli istituti tecnici: magari!.. mi spiegate qui cosa non va bene? Se c’è un limite assurdo delle nostre scuole, questo è proprio la distanza con le imprese, e infatti chi esce da una maturità, non ha la più pallida idea di cosa significhi lavorare ( e basta con sta storia dello sfruttamento del lavoro minorile… quando ero studente e non c’erano tutti sti blocchi burocratici e sindacali, d’estate ho fatto il pony express e non solo mi sono divertito, ma mi sono messo in tasca un po’ di soldini, facendomi per la prima volta sentire indipendente dai miei… altro che i-pad a prescindere!)
11 – permettere di devolvere il 5 per mille alla scuola e permettere finanziamenti privati: ci chiedete di portare la carta igienica per i figli e vi fanno schifo i soldi dei privati?
12 – sgravi fiscali per le iscrizioni alle scuole paritarie in nome del diritto di scelta(che a voi fa comodo definire private, sapendo benissimo che non lo sono)
Visti i punti io mi chiedo su cosa si è scioperato, questa è una riforma timida, rispetto al bisogno che c’è anche nella scuola di rivoltare tutto come un calzino. È una riforma che tenta di riportare un apparato mastodontico alle sue funzioni, che sono d’insegnare e bene, mettendo gli allievi realmente al centro. Non mi dite che è già così: spesso li tirate per la giacchetta, ma non vi ho mai visto scioperare perché i vostri studenti devono portarsi anche il sapone da casa. Non vedo mai alcuna remora nel far spendere ogni anno alle famiglie, centinaia di euro, per imporre loro nuovi testi scolastici che rispetto a quelli dell’anno prima hanno solo la copertina diversa. È una riforma che vorrebbe introdurre qualche blando elemento di merito, ma voi non volete essere giudicati. E fate un grave errore, perché questa sarebbe la strada maestra per riprendersi, quel ruolo rispettato e di prestigio che un tempo avevate, eliminando se necessario, quelli che tra voi gettano
discredito sull’intera categoria e premiando come si deve i molti meritevoli.
Cordialmente
Massimo Scalas
PS. mia madre è stata maestra elementare. Io ho insegnato per 9 anni (in quanto istruttore tecnico per minorati visivi) in ogni scuola di ordine e grado. A scanso d’equivoci.