siccità & cambiamento climatico. LA TRAGEDIA DELLA MANCATA PREVENZIONE

Siccità

PRIMA o dopo i nodi vengono al pettine. È da ottobre scorso che l’anticiclone sub sahariano ha sostituito quello delle Azzorre, che determinava il clima su buona parte dell’Europa, e si è stabilmente installato sul Mediterraneo.

In posizione tale da impedire alle perturbazioni che giungevano, come è sempre accaduto, da ovest, ossia dall’Atlantico, di raggiungere le coste italiane, in particolare quelle tirreniche.

Una volta, a scuola, ci insegnavano che la zona a più alta piovosità era appunto la Garfagnana, oggi questo assunto è smentito e, probabilmente lo sarà per sempre. Da ottobre ad oggi nessuno in tivù o sui giornali che abbia iniziato a pensare, seriamente, alle probabili conseguenze di questa nuova situazione meteorologica né a indagare sul perché di tale decisiva modificazione.

Molta sufficienza e approssimazione anche nei servizi di previsione meteorologica, tesi tutti a glissare sulla situazione generale della circolazione atmosferica che, una volta, il compianto Colonnello Bernacca, antesignano delle previsioni del tempo, chiariva nei dettagli prima di dirci che tempo avrebbe fatto.

Temporali e bombe d’acqua

Eppure ci sono fior di studiosi ed Università che si occupano di questi fatti, che conoscono in buona parte come stanno le cose e che indirizzo stanno prendendo con buona approssimazione. Fedeli al concetto che ‘non si deve aver paura’, siamo andati avanti nella speranza che le cose migliorassero e non si giungesse al punto estremo al quale inevitabilmente siamo arrivati.

Si assiste invece allo stanziamento governativo di ingenti somme di denaro per le regioni colpite dalla siccitosa calamità, soldi che certamente non porteranno l’acqua né faranno piovere. L’unico sollievo sarà qualche sovvenzione a chi ci ha rimesso il raccolto.

Questo va bene per una volta ma l’andazzo non sembra destinato ad essere sporadico o eccezionale. Pensare quindi di ovviare in eterno in questo modo è pura pazzia. Sarebbe invece il caso di cominciare ad ‘aver paura’ del futuro e iniziare a premunirsi con adeguate misure, onde far fronte ad un sicuro, ulteriore peggioramento della situazione?

Eliminare gli sprechi, le perdite numerose nelle conduttore pubbliche, organizzare invasi e bacini di raccolta delle acque dei numerosi torrenti che scendono dalle vicine montagne, potrebbe tutto questo essere materia di impegno e di lavoro per chi ci amministra?

Stato di calamità per la siccità

Sicuramente essersi interessati del problema non avrebbe permesso a noi, cittadini comuni, di risolverlo ma avremmo preso almeno consapevolezza di quanto stava accadendo sulla nostra pelle e, conseguentemente, stimolato comuni, province e regioni ad attivarsi per provvedere.

Nonostante segnali evidenti c’è ancora chi non vuol pensare ai rubinetti di casa completamente secchi. Forse, allora, la paura sarà divenuta panico e la consapevolezza trasformata in disperazione. Una volta i fiorentini usavano dire che ‘burrasche e puttane vengono tutte da Pistoia’ persuasi dall’esperienza che ogni perturbazione, foriera di cattivo tempo, provenisse da ovest.

Le burrasche son sparite, sono rimaste le puttane ma queste oltre a non seguire alcuna consolidata tradizione geografica non portano pioggia al loro seguito.

[Fiore Di Monozzo]

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