MONTECATINI. “Quello che si prova ogni giorno è sgomento. Dolore e difficoltà, impotenza ad arginare questo fenomeno di delinquenza ormai inarrestabile” così si esprime il coordinatore provinciale FI Massimo Boni. Il riferimento è chiaro. Basta aprire la cronaca dei quotidiani locali e Montecatini appare come la terra di nessuno, anzi, in mano al crimine senza più remore. Spiace solo che questo non venga percepito dall’amministrazione, da anni a guida Bellandi, che invece cerca di sdrammatizzare e di rendere più “soft” proprio la questione che riguarda la sicurezza. Abbiamo potuto tutti prendere visione di quanto afferma il Sindaco, egli ritiene sia questa una percezione sbagliata ed ingigantita, ma che la città non ha, di fatto, emergenze. Come si può affermare cose di questo genere? Nel primo incontro con i cittadini, messo in campo dal Coordinamento comunale, abbiamo avuto invece la netta verifica che si viva tutti in “allarme rosso”.
Non ce lo siamo immaginato, non lo abbiamo percepito, lo abbiamo ascoltato proprio dalla bocca di chi lo vive. Cioè i cittadini stessi, la parte più importante. I dati emergenti parlano chiaro, proprio di questi giorni è la relazione del Procuratore capo Canessa, il quale conferma in aumento reati riguardanti lo spaccio, la violenza sessuale e le lesioni colpose. Ricorderemo bene l’aggressione violenta subita da un ragazzo a Montecatini, rientrando da una discoteca e brutalmente aggredito per un orologio e due spiccioli. Il ragazzo, lasciato esanime sul marciapiede, subì forti traumi e fu ricoverato per giorni in ospedale. E dopo pochi giorni una seconda, sempre ad un giovane, fermata stavolta in tempo. Potremo continuare ad elencare diversi episodi accaduti in questi ultimi tempi, vicende allarmanti che certamente non arrecano alla nostra città quella serenità e prestigio importante per chi ci vive, ma le conosciamo già.
“Traffico di droga, prostitute provenienti dall’est Europa e criminalità organizzata”. Questo fu il titolo nel 2012, di un articolo del Fatto Quotidiano, firmato dalla giornalista Annalisa Dall’Oca, per il quale ci fu molta indignazione da parte dell’amministrazione e di alcune realtà commerciali. Accuse pesanti, sicuramente, per le quali il sindaco, Giuseppe Bellandi, anche allora aveva annunciato querela contro il giornale proprio per i toni “infamanti indirizzati sulla città”. E poi subito dopo il caso di Via Manin, dichiarata sui giornali violenta e difficile da vivere. All’epoca, i titolari del bar Greta, intimoriti, decisero di chiudere il loro locale alle ore 18: «Siamo stati tante volte in Comune e alla polizia. Adesso abbiamo smesso di lamentarci, ci chiudiamo in casa: inferriate e doppi vetri alle finestre. L’ultimo episodio è degenerato nel sangue, ma qui le risse e la confusione sono all’ordine della notte».
Questo accade ancora oggi, e siamo nel 2018, dopo sei anni nulla o poco è stato fatto, ed i nostri cittadini sono diventati prigionieri nelle proprie abitazioni, con la paura di uscire quando cala il sole. In questi anni sono state posti lampioni pubblici, ad illuminare zone più a rischio, ed emesso ordinanza di chiusura dei locali alle 22. Non basta, anzi si è resa una misura inutile, secondo molti, visto che ha anche danneggiato i commercianti onesti, e gli altrettanti fruitori.Sicuramente l’emergenza nasce dalla pesante situazione di crisi economica che sta attraversando l’Italia, che nonostante i proclami di qualcuno, negli ultimi mesi ha raggiunto picchi preoccupanti tra percentuali di disoccupazione a doppia cifra ed un numero sempre crescente di nuovi poveri. Per gli effetti di questa situazione, dove persino i bisogni primari di una società diventano difficili da soddisfare, il rischio del degrado e l’aggressività aumenta. Questa è scienza, non è una ipotesi. Fa parte delle reazioni umane. Purtroppo questo è ciò che accade anche alla comunità di Montecatini Terme, un tempo salotto di bellezza e cura termale dell’Italia.
Da una parte le infiltrazioni di microcriminalità, insediate gradualmente e sempre più presenti sul territorio, poi il fenomeno dell’immigrazione, la prostituzione e le residenze date senza puntuale verifica dei soggetti richiedenti, e l’aggravante della povertà, hanno provocato una vera escalation di episodi di teppismo e criminalità, con risse continue, atti di vandalismo e aggressività senza remore, che non possono lasciare indifferenti coloro che Montecatini la vivono, la rispettano e la amano. Una società dicasi civile, ed una politica attenta e seria, non può permettere, tollerare, comprendere che i cittadini abbiano paura e disagio solo ad uscire di casa. Non può esserci come unica soluzione quella di chiudere i locali dopo le 20, neppure fossimo in coprifuoco, o quella di rinchiudersi tra quattro mura.
Serve ben altro. E beninsteso, nessuno vuole puntare il dito sullo straniero, molti italiani sono egualmente delinquenti, ma adesso e ora di dire basta. Basta parole, basta buonismo e basta slogan. Come partito presente nel territorio ed a cui sta’ a cuore la città ed i suoi cittadini, intendiamo muoverci in tal senso, ed a breve, organizzeremo una tavola rotonda con esperti e addetti alla sicurezza, oltre alle forze di polizia, per ascoltare e mettere in campo proposte da porre all’attenzione dei cittadini stessi, ed insieme ad essi, poter iniziare la battaglia utile e necessaria per riportare in vita la nostra bellissima città. Insieme, possiamo farcela, uniti per l’unico obbiettivo di tornare a vivere sereni e senza paura, per noi e per dovere primo verso le nostre famiglie.
Coordinatore provinciale FI Pistoia
Massimo Boni
Giuseppe Abate vice coordinatore