PONTENUOVO-PISTOIA. Tredici morti in un km, nel corso degli anni. L’ultimo la scorsa settimana. Ancora ieri, martedì 19 maggio, un ulteriore incidente, per fortuna senza vittime: solo due auto sfasciate e un ferito.
Volendo Leggere la città, il primo capitolo dovrebbe essere proprio dedicato a via Sestini e al martoriato abitato di Pontenuovo, un quartiere abbandonato dall’amministrazione comunale, da sempre, dove la qualità della vita rimane solo un lontano miraggio, magari per i figli e i nipoti.
I residenti vorrebbero semplicemente il minimo edittale per poter abitare come gli altri pistoiesi. In poche parole: dissuasori per le auto, parcheggi, strisce pedonali, marciapiedi a misura di pedone per poter camminare, fognature e depuratore (quello del villaggio Lazzi, realizzato al tempo dell’Asp, ha funzionato praticamente solo il giorno dell’inaugurazione…).
Ma il problema più serio e preoccupante rimane la presenza dei tir: in alcuni punti via Sestini è larga a malapena 5 metri e mezzo e la presenza di autoarticolati mal si concilia con il trasporto pubblico, il traffico veicolare e il flusso ciclopedonale in entrambi i sensi di marcia.
I tir tra l’altro non avrebbero nemmeno ragione di transitare su quella che nel tempo è divenuta una strada di città, visto che la variante del Calice permette ai mezzi pesanti un percorso più agevole e lontano dai centri abitati.
Recentemente alcuni residenti hanno chiesto al Comune di ridipingere le strisce pedonali, proprio in prossimità del punto del tragico incidente della scorsa settimana: “Mancano i soldi per la vernice”, pare sia stata la risposta.
Ritmicamente vengono organizzati incontri pubblici in cui politici e amministratori raccontano ai residenti e al comitato di quartiere la solita fuffa condita con le solite promesse da marinaio (cui in molti continuano a credere), cioè che “presto partiranno i lavori” e che le “istituzioni si stanno comunque impegnando per risolvere le criticità”.
Eppure basterebbe poco per rendere Pontenuovo un quartiere di tutti e per tutti: oltre a chiuderlo ai tir cosa si aspetta a realizzare una sorta di piazza paesana, impreziosita dai vecchi lavatoi, nell’area del distributore, dopo un preliminare accordo con gli interessati del caso?
Un luogo di ritrovo e di incontro, che sarebbe solo l’inizio per ridare un po’ normalità a chi abita lungo quel pericolosissimo tratto di via Sestini.
3 thoughts on “SICUREZZA STRADALE. PONTENUOVO, EMERGENZA INARRESTABILE”
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