Ieri sera al Comune di Agliana c’è stata l’ultima seduta della 1ª commissione consiliare «Affari generali e del personale, Bilancio e Finanze, Attività economiche, Pubblica sicurezza». Presidente Daniele Ricasoli; vicepresidente Camillo Saracinelli; componenti di maggioranza: Tommaso Allori e Lorenzo Romiti; componenti di minoranza: Silvia Pieri, Nicolò Paroli, Giovanni Iorio
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NON L’AVETA E NEMMENO IL CURRELI
CHE VOLTEGGIAN NELL’ALTO DEI CIELI
Stamattina sul sito del Comune non c’era ancora nulla. Appariva solo l’annuncio che il video era in elaborazione.
In realtà, visto il casino in cui versa la giunta agliànica, in cui ognuno va per suo conto, grazie soprattutto alla perfezionata tecnica amministrativo-confusoria della segretaria generale Paola Aveta, della riunione della commissione non è stato neppur fatto cenno (ci dicono) sull’albo pretorio nei giorni scorsi. Tutto alla zitta, Agrùmia fritta.
In effetti per una giunta non dell’Aglio, ma del Cavolo (o Càgolo?) come quella del non-avvocato Bimbominkia epigastràlgico; con al bilancio una Torresi che sta in giunta, accanto al Sega-Ciottoli, come un cane in chiesa (lei dell’Anpi e gli altri della fascio-Melona) o, come diceva sempre il mio priore di Lucciano, don Giuliano Mazzei, nativo di Agliana, come San Buco in Paradiso, è assai imbarazzante dover parlare dell’ultima “diarrea sindacale”.
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E per diarrea sindacale intendo la cagata pazzesca (cito Fantozzi) dell’avanti-’ndré della povera Giuseppina Chiaroni con le sue determine in perfetto stile comunista: «Contrordine compagni! ScAglionatevi (non scOglionatevi, come avete capito…) lungo Brana, Calice e Ombrone.
La Giusy Chiaroni è stata la vittima messa a dura prova dalla zucca dura del non-avvocato soggetto a rùmine, e dall’ignorantia iuris dell’Aveta, che porta male come una cometa. E che, con la storia dell’Erica Rossi e del recupero-credito della beata minchia, ha fatto scattare un altro debito fuori-bilancio di ulteriori due o tremila euro da attaccare, a zainetto di sinistra, sulla groppa degli aglianesi perculàti. Condannati all’inculagione debitoria.
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L’avete voluto l’aiuto della procura di Coletta, per la regia di Grieco-Curreli-Contesini & C., che hanno difeso lo status quo del marcio agrumiènse a iniziare dalle storie del mai-comandante in poi?
Ora beccàtevelo e zitti, giunta delle minchie che non sanno rattoppare le cazzate di amministratori e opposizioni che fanno letteralmente pena, ma che, ogni mattina, sanno fare bene colazione al bar.
Considerate la vostra s[c]emenza: fatti non foste a vivere da astuti, ma ad obbedir con stupida acquiescenza, scriverebbe oggi Dante.
E.B.
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