Come ha potuto, il geometra Fabbri, passare di sopra a tutto come uno schiacciasassi, favorendo i mariuoli e danneggiando che ne traeva danni tuttora rilevabili direttamente a occhio nudo all’interno degli edifici compromessi?
O ROMITINO, CON I TUOI PICCIOTTI
NON INGANNARE IL POVERO DON CIOTTI!
Che il Comune di Quarrata non sia un modello di virtù, non è una novità: il fatto risale nel tempo ed è un motivo per cui il suo sindaco e tutto il suo con[s]iglio comunale la dovrebbero piantare di offrire “cittadinanze onorarie” che – visto da chi vengono – disonorano proprio colui che dovrebbe esserne onorato.
Chiaro e alla maniera mia solita, caro Romitino, ultimo sindaco della serie “di male in peggio”, non c’è Rosy Bindi che tenga. Non c’è don Ciotti che vada. L’unico che potrebbe servire a Quarrata per la famosa “marcia per la giustizia” del 7 settembre, potrebbe essere il Bombardieri.
Non però il pubblico ministero di Reggo Calabria: anche lui è, in buona sostanza, sbagliato. I bombardieri validi per raddrizzare le gambe storte al cane comunale in termini e a fini di legalità, sarebbero quelli di un bello stormo di quadrimotori americani B-29 per una passata stile Enola Gay. Ma dubito che tu colga il significato del mio pensiero, se scrivi “Strage Nazi-Fascista dei Gironi” usando le maiuscole.
Ed ecco la prova certa di ciò che dico. Sono le osservazioni da me inoltrate al Comune e fatte finire – come di solito le denunce inviate alla procura di Pistoia – nel cestino della carta straccia.
In Via Lecceto, civico 18, i confinanti di mia madre, proprietaria dei civici 10-12-16 (sto parlando di Bruno Alberi e Silvana Bertinelli, oggi deceduti), dopo avere acquistato l’edificio attualmente in possesso (non in proprietà) di Mara Alberti (con usufruttuari Sergio Luciano Giuseppe Meoni e Margherita Ferri) da Antonino Albanese, rialzarono il tetto, all’inizio quasi piatto, di circa 40-50 centimetri, dandogli anche pendenza a capanna.
Lo fecero chiedendo autorizzazioni e permessi? Ma nemmen per sogno! Nell’area di Lecceto, che continua ad essere una zona franca, al di fuori della portata degli occhi delle famose «autorità costituite», tutti facevano e fanno tutto quello che vogliono: tanto alla fine il geometra Franco Fabbri dispensava – com’è accaduto – condoni, sanatorie, permessi e “cazzi vari” come i confetti di zucchero che si tiravano alla gente durante i matrimoni negli anni 50.
Leggetevi cosa scrivevo ai signori del vapore del Comune che – grazie al nobile impegno di Oliviero Billi, all’epoca vigile addetto all’edilizia – non si mossero e non fecero una “beata minchia”.
Il rialzo di 40-50 centimetri non è affatto una caccola. Tantopiù se incide sull’appoggio di altri edifici di altri proprietari. Tanto più se questi proprietari (che non abitano lì) si trovano la frittata fatta e confezionata un bel giorno, all’improvviso. Sono stato chiaro, uffici tecnici del Comune di Quarrata e Mariavittoria Michelacci dèa della legalità che sta benissimo a fianco dell’assessore all’edilizia abusiva, l’ottimo Simone Niccolai?
Ora io chiedo a tutti, compresa la procura della repubblica di Pistoia, che vigila solo sulla stampa clandestina e sulle chiavi di un’auto di una vigilA presumibilmente sottratte, ma senza prova: che razza di rigiri strani deve aver fatto il geometra Franco Fabbri, quello che lavorava per il Comune la mattina e per lo studio Muro Ponziani al pomeriggio (come dire: per Dio e per Mammona), per decidere, alla fine, senza avvertire i danneggiati, di cui conosceva le opposizioni formalmente ed esplicitamente espresse; per decidere, dico, di rilasciare i certificati di sanatoria a favore di chi non ne aveva diritto nella maniera più assoluta? Come ha fatto a sanare l’insanabile?
E che ne dice, in proposito, lo strano e discutibile sostituto, aperto ai clandestini, quel Claudio Curreli che ha protetto a spada tratta anche il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, strafavorito dal corrotto Comune di Quarrata quanto ad abusi edilizi e concessioni illecite di strade fatte chiudere e piazzole sottratte alle servitù da tempo immemorabile? Vuole forse rispedirmi ai domiciliari per altri 104 giorni anche se smentito con disonore dal Tribunale del Riesame di Firenze?
Non è strano che la legge sia stata inculata a piè pari dal Fabbri e senza neppure il panetto di burro dell’Ultimo tango a Parigi? La giunta dell’epoca era la prima del sindaco Stefano Marini, ma le pratiche sono state trascinate e svolte all’epoca della giunta dei ragazzi in cui era presente anche il genio boòpide (= occhio di bue) del Mazzanti, o sindaco batti-ganascia, oggi al terzo mandato camuffato sotto i panni di presidente del con[s]iglio comunale.
Come ha potuto, il geometra Fabbri, passare di sopra a tutto come uno schiacciasassi, favorendo i mariuoli e danneggiando che ne traeva danni tuttora rilevabili direttamente a occhio nudo all’interno degli edifici compromessi?
E con che faccia sfacciata il Romitino e i suoi con[s]iglieri del cavolo si permettono di offrire la cittadinanza onoraria di un Comune evidentemente mafioso a un don Ciotti, prete antimafia caro all’Irene Gori, che viene a Quarrata a strillare viva la legge, proprio dove la legge, da decenni, è calpestata, insultata, sputtanata, sporcata senza ritegno alcuno e magari anche da ex-Dc cattolici praticanti sempre primi in chiesa a sedersi in prima fila alla messa per farsi vedere mentre giungono per primi all’eucarestia?
O gentaglia di Lucca pecorona, diceva continuamente l’ex-vigile Buralli dei miei tempi: c’è un limite anche alla capacità di digerirle, certe sconcezze!
Queste cose, Romiti, non puoi e non devi nasconderle a don Ciotti, mentre gli darai la pergamena e lui ti ringrazierà riconoscente e commosso dinanzi ai riflettori e alle telecamere di Tvl.
A meno che anch’egli non faccia come voi. Che, cioè, parli, parli e parli tanto, ma che in fondo si limiti alla semplice retorica del parlar del bene senza assolutamente conoscerlo.
Edoardo Bianchini
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SCANTÀTEVI! SE PO’ DURÀ ’NA VITA