sinagra&cuffaro 13. CAMILLERI AVEVA RAGIONE. «È INUTILE A METTERE ’O RUM… NU STRUNZ ’E MAFIA NON ADDEVENTA BABBÀ»

Come ha potuto, il geometra Fabbri, passare di sopra a tutto come uno schiacciasassi, favorendo i mariuoli e danneggiando che ne traeva danni tuttora rilevabili direttamente a occhio nudo all’interno degli edifici compromessi?


Prima o poi, dopo quaranta anni di malaffare, qualcuno dovrà pur svegliarsi con le ossa rotte. A Quarrata i democratici hanno già fatto il doppio del danno dei fascisti del ventennio. E tutti sempre ben protetti da chi non ha mai sorvegliato sulla legalità

O ROMITINO, CON I TUOI PICCIOTTI

NON INGANNARE IL POVERO DON CIOTTI!


Tetto rialzato, ma il Comune non ha mosso dito. Viva la legalità!

 

Che il Comune di Quarrata non sia un modello di virtù, non è una novità: il fatto risale nel tempo ed è un motivo per cui il suo sindaco e tutto il suo con[s]iglio comunale la dovrebbero piantare di offrire “cittadinanze onorarie” che – visto da chi vengono – disonorano proprio colui che dovrebbe esserne onorato.

Chiaro e alla maniera mia solita, caro Romitino, ultimo sindaco della serie “di male in peggio”, non c’è Rosy Bindi che tenga. Non c’è don Ciotti che vada. L’unico che potrebbe servire a Quarrata per la famosa “marcia per la giustizia” del 7 settembre, potrebbe essere il Bombardieri.

Non però il pubblico ministero di Reggo Calabria: anche lui è, in buona sostanza, sbagliato. I bombardieri validi per raddrizzare le gambe storte al cane comunale in termini e a fini di legalità, sarebbero quelli di un bello stormo di quadrimotori americani B-29 per una passata stile Enola Gay. Ma dubito che tu colga il significato del mio pensiero, se scrivi “Strage Nazi-Fascista dei Gironi” usando le maiuscole.

Ed ecco la prova certa di ciò che dico. Sono le osservazioni da me inoltrate al Comune e fatte finire – come di solito le denunce inviate alla procura di Pistoia – nel cestino della carta straccia.

In Via Lecceto, civico 18, i confinanti di mia madre, proprietaria dei civici 10-12-16 (sto parlando di Bruno Alberi e Silvana Bertinelli, oggi deceduti), dopo avere acquistato l’edificio attualmente in possesso (non in proprietà) di Mara Alberti (con usufruttuari Sergio Luciano Giuseppe Meoni e Margherita Ferri) da Antonino Albanese, rialzarono il tetto, all’inizio quasi piatto, di circa 40-50 centimetri, dandogli anche pendenza a capanna.

Lo fecero chiedendo autorizzazioni e permessi? Ma nemmen per sogno! Nell’area di Lecceto, che continua ad essere una zona franca, al di fuori della portata degli occhi delle famose «autorità costituite», tutti facevano e fanno tutto quello che vogliono: tanto alla fine il geometra Franco Fabbri dispensava – com’è accaduto – condoni, sanatorie, permessi e “cazzi vari” come i confetti di zucchero che si tiravano alla gente durante i matrimoni negli anni 50.

Leggetevi cosa scrivevo ai signori del vapore del Comune che – grazie al nobile impegno di Oliviero Billi, all’epoca vigile addetto all’edilizia – non si mossero e non fecero una “beata minchia”.

Oliviero Billi ex capo della polizia municipale. Prima vigile addetto alla sorveglianza edilizia. Ha solo riscosso lo stipendio? Comodo!

Il rialzo di 40-50 centimetri non è affatto una caccola. Tantopiù se incide sull’appoggio di altri edifici di altri proprietari. Tanto più se questi proprietari (che non abitano lì) si trovano la frittata fatta e confezionata un bel giorno, all’improvviso. Sono stato chiaro, uffici tecnici del Comune di Quarrata e Mariavittoria Michelacci dèa della legalità che sta benissimo a fianco dell’assessore all’edilizia abusiva, l’ottimo Simone Niccolai?

Ora io chiedo a tutti, compresa la procura della repubblica di Pistoia, che vigila solo sulla stampa clandestina e sulle chiavi di un’auto di una vigilA presumibilmente sottratte, ma senza prova: che razza di rigiri strani deve aver fatto il geometra Franco Fabbri, quello che lavorava per il Comune la mattina e per lo studio Muro Ponziani al pomeriggio (come dire: per Dio e per Mammona), per decidere, alla fine, senza avvertire i danneggiati, di cui conosceva le opposizioni formalmente ed esplicitamente espresse; per decidere, dico, di rilasciare i certificati di sanatoria a favore di chi non ne aveva diritto nella maniera più assoluta? Come ha fatto a sanare l’insanabile?

E che ne dice, in proposito, lo strano e discutibile sostituto, aperto ai clandestini, quel Claudio Curreli che ha protetto a spada tratta anche il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, strafavorito dal corrotto Comune di Quarrata quanto ad abusi edilizi e concessioni illecite di strade fatte chiudere e piazzole sottratte alle servitù da tempo immemorabile? Vuole forse rispedirmi ai domiciliari per altri 104 giorni anche se smentito con disonore dal Tribunale del Riesame di Firenze?

Non è strano che la legge sia stata inculata a piè pari dal Fabbri e senza neppure il panetto di burro dell’Ultimo tango a Parigi? La giunta dell’epoca era la prima del sindaco Stefano Marini, ma le pratiche sono state trascinate e svolte all’epoca della giunta dei ragazzi in cui era presente anche il genio boòpide (= occhio di bue) del Mazzanti, o sindaco batti-ganascia, oggi al terzo mandato camuffato sotto i panni di presidente del con[s]iglio comunale.

Don Luigi Ciotti. Non vi ci vorrà un bel coraggio a dargli la cittadinanza onoraria? A onore di che, del vostro disonore?

Come ha potuto, il geometra Fabbri, passare di sopra a tutto come uno schiacciasassi, favorendo i mariuoli e danneggiando che ne traeva danni tuttora rilevabili direttamente a occhio nudo all’interno degli edifici compromessi?

E con che faccia sfacciata il Romitino e i suoi con[s]iglieri del cavolo si permettono di offrire la cittadinanza onoraria di un Comune evidentemente mafioso a un don Ciotti, prete antimafia caro all’Irene Gori, che viene a Quarrata a strillare viva la legge, proprio dove la legge, da decenni, è calpestata, insultata, sputtanata, sporcata senza ritegno alcuno e magari anche da ex-Dc cattolici praticanti sempre primi in chiesa a sedersi in prima fila alla messa per farsi vedere mentre giungono per primi all’eucarestia?

O gentaglia di Lucca pecorona, diceva continuamente l’ex-vigile Buralli dei miei tempi: c’è un limite anche alla capacità di digerirle, certe sconcezze!

Queste cose, Romiti, non puoi e non devi nasconderle a don Ciotti, mentre gli darai la pergamena e lui ti ringrazierà riconoscente e commosso dinanzi ai riflettori e alle telecamere di Tvl.

A meno che anch’egli non faccia come voi. Che, cioè, parli, parli e parli tanto, ma che in fondo si limiti alla semplice retorica del parlar del bene senza assolutamente conoscerlo.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© LineaLibera Periodico di Area Metropolitana


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