Ecco una bella serie di domande imbarazzanti per tre personaggi in cerca d’autore: il vicesindaco Mearelli, l’assessore Niccolai abusivista dei capannoni pro-campers nell’orto di casa a Valenzatico e la delegata alla legalità, che è pure avvocata, l’oscillante Mariavittoria/Maria Vittoria delle “notti gialle”
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STATE ATTENTI CON DON CIOTTI,
GIOVANETTE E GIOVINOTTI…
Agosto 18, Sant’Elena. Come l’isola dove fu costretto a morire Napoleone. Ed ecco che il pericolosissimo stalker (secondo il sostituto disdicevole Claudio Curreli, che disonora l’art. 54 della Costituzione), autore di questa nota, si rivolge all’amminEstrazione comunale di Quarata (una sola ere) per porre alcune domande.
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– Mearelli Patrizio nato a Quarrata il 18/11/62, con delega a Lavori Pubblici, Patrimonio e Demanio – Verde Pubblico e Arredo Urbano – Assetto Idrogeologico – Partecipate – Politiche dello Sport.
Certamente lei, Mearelli, saprà cosa sono i lavori pubblici: ma ha la più pallida idea di cosa siano il patrimonio e il demanio comunale aldilà delle quattro cazzate che un qualche dipendente degli uffici tecnici le potrebbe scrivere su un foglietto da leggere in con[s]iglio, se dovesse rispondere a un’interrogazione di qualche con[s]igliere che non dorme come fanno tutti quelli a cui lei è abituato a palare con il sostegno del sindaco di fatto Marco Mazzanti?
Ha idea, Mearelli, di cosa significhi assetto idrogeologico, lei che ci parla di “Montalbano che ci casca addosso se non interveniamo subito”, come dichiarò ai microfoni di Tvl?
È mai stato in giro sul Montalbano a vedere che cosa, i suoi compari/compagni, hanno lasciato violentare dagli anni 90 ad oggi a tutti i nuovi residenti-stupratori dell’area a protezione ambientale?
Lo sa davvero cosa sono i muri a secco di cui lei parla in Tvl? Lo sa cosa prevedono (da sempre) gli strumenti urbanistici che, fatti pagare al popolo quarratino, vengono tranquillamente sfanculati dai suoi dipendenti della famosa Area 3, per la quale noi abbiamo pagato – inutilmente – uno Iuri Gelli raccomandato da suo cognato Dario Parrini segretario regionale del Pd a Marco Mazzanti, dirigente dell’Enel (come si definiva lui), la cui unica okkupazione era giocare a burraco e sgranare dovunque ci fosse una mensa da depredare?
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Ha mai visto. Mearelli, cosa è stato licenziato per il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, Ctu caro al tribunale di Pistoia, «prossimo sociale» di vostri dirigenti d’ufficio e, pertanto, favoreggiato?
Ha capito, Mearelli, le domande che le sto facendo o pensa solo ai colletti bianchi e alle camicie di sua produzione?
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– Niccolai Simone nato a Quarrata il 18/5/1970, con delega a Edilizia – Urbanistica e Programmazione Territoriale.
Assessore abusivista della famiglia degli assessori all’edilizia di Quarrata (la razza si appella Gaggioli-Niccolai, per rinfrescare la memoria), Lei ha piena coscienza del fatto che è stato iniquamente e favoritisticamente slavato (che culo da democratico!) per volontà di Marco Mazzanti e impegno (in)morale di Marco Bai, comandante corrotto della polizia municipale di Quarrata?
È in grado, Simone, di negare che, grazie alla corruzione mafiosa del Comune di cui lei è assessore, lei poté far sparire i suoi capannoni pro-campers, mentre ai cittadini semplici i vostri uffici corrotti creano grane e culi vergognosi da non credere, come peraltro chi scrive sta mostrando e dimostrando da cinque anni a questa parte, con tutta l’iniqua procura pistoiese attaccata alle costole nel tentativo di soffocare la verità?
Lei, così agricoltore, non prova proprio nessun disagio ad essere tirato per la giacchetta quotidianamente da questo giornale, unico vero libero e per questo perseguitato dalla brava magistratura penale pistoiese?
Ritiene corretto e onesto il suo comportamento, Niccolai? E le sembra che il suo silenzio (da mattoni sul muso) possa essere indice indiscutibile di onestà morale, civile e politica?
E come dobbiamo giudicare quei suoi compagni di lista che la hanno sostenuta e appoggiata in questa sua ri-poltronatura della vergogna alle ultime amministrative?
Le sue capacità cognitive arrivano o no a comprendere che, con la delega all’edilizia, lei è responsabile anche dei porcai osceni che regnano nelle decisioni, adottate o non adottate, da certi suoi uffici addetti agli abusi e alle sanatorie concesso “a libero pago”?
Secondo le sue sinàpsi (lo sa, vero, cosa sono?), un comportamento di questo genere avvalora in toto la cittadinanza onoraria a don Ciotti? O, più facilmente, disonora il prete antimafia come vomitevole farisea presa di culo?
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– Michelacci Maria Vittoria nata a Pistoia il 25/07/1993, con delega a Politiche Sociali – Politiche della Casa e del Lavoro – Legalità – Turismo.
Avvocata, antifa, magari anpigiana e impegnatissima, talvolta definita Mariavittoria e, in questo documento, Maria Vittoria (quale la versione giusta?): lei lo capisce il significato del termine legalità? E se lo capisce nella giusta maniera, secondo la definizione dell’Accademia (rossa) della Crusca e della semola di Firenze, come può stare vicina a Simone Niccolai, fingendo che sia il più specchiato uomo-assessore del mondo? Anche lei appartiene alla casta dei farisei, vizi privati e pubbliche virtù?
Non crede, gentile giovine legul-èia (alalà), che il suo sia un vero e proprio atteggiamento da perfetto fedele che paga le decime, ma che, in realtà, porta avanti i cazzi propri e quelli – ben meno nobili – del partito cui lei si appoggia?
Non crede che sia indegno e vergognoso, per un’avvocata, parlare di legalità mentre gli uffici tecnici (e non solo: anche la polizia municipale – se vuole glielo spiego in separata sede…) operano, per intendersi, “a cazzo di cane” ed ad arbitrio, favorendo alcuni cittadini e danneggiandone altri?
Non crede, Mariavittoria o Maria Vittoria, che lei dovrebbe prendere le distanze – ma chilometriche – da un povero ragazzo come il Romiti usato a burattino da un giocatore di burraco sindaco di fatto per la terza volta, grazie all’escamotage del presidente del con[s]iglio?
Secondo lei Mazzanti non ha mangiato abbastanza in Comune con i suoi trent’anni di ravanaggio negli affari della città (?) di Quarata, con una sola ere, come dice il sindaco apparente?
Su quella, poi, che io ritengo la sua peggior delega immaginabile (la legalità) la invito a leggere il documento ufficiale che qui pubblico.
Si tratta della pratica di condono edilizio di certa (defunta) Nella Lapini e sui succedanei. Una pratica per la quale il famoso, e famigerato geometra Franco Fabbri s’impegnò a far rilasciare la sanatoria che non spettava e, per la quale, nessuno mai presentò il documento richiesto, qui riquadrato in rosso.
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Non crede, in nome di Marx o di Dio, che sarebbe segno di vera legalità e suo espresso dovere convincere, con le buone o con le cattive, i suoi uffici tecnici a dichiarare (come legge prevede) la nullità radicale della sanatoria rilasciata che ha provocato 39 anni di rotture di coglioni a me che scrivo e ai miei familiari?
Altro che notti gialle, cara Mariavittoria/Maria Vittoria! Chiacchiere infinite e tutte stronzate, le vostre!
E noti, infine, con la dovuta attenzione, anche un fatto non secondario. A chi era inviata, oltre che alla defunta Nella Lapini, la richiesta del documento mancante incorniciato in rosso? Io ci leggo geometra Mauro Ponziani, uno dei più fortunati quanto ad approvazioni di pratiche, mi risulta. O non so leggere io e devo rifare le scuole elementari? Dica lei.
E se lo ricorda, Mariavittoria/Maria Vittoria, chi degli impiegati dell’ufficio condoni lavorava per il Ponziani ogni pomeriggio a Quarrata dopo l’orario di Comune 8-14?
Se lo faccia rinfrescare dal suo sindaco apparente che darà la cittadinanza onoraria a don Ciotti; il burattino mazzàntico di Quarata (rigorosamente con una sola ere…)!
Buon onomastico a tutte le Elene della… tera (vero Romitino?)!
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© LineaLibera Periodico di Area Metropolitana
Assessore, il Montalbano
ci casca tutto addosso o c’è già cascato?
Per essere in linea con Camilleri quanto a livello di competenza e preparazione di certi tecnici del Comune di Quarata, bisognerebbe cambiare i «sinagra» dell’occhiello in «asinagra».
O no, dottor Curreli?