sinagra&cuffaro 21. CAMILLERI AVEVA RAGIONE. MA IL ROMY NON RECITA MAI IL «DOMINE, NON SUM DIGNUS UT INTRES SUB TECTUM MEUM»?

«… dalla mia cuccetta che è al terzo piano, si vede e si sente che il vecchio Kuhn prega, ad alta voce, col berretto in testa e dondolando il busto con violenza. Khun ringrazia Dio perché non è stato scelto [per finire nella camera a gas]… Se io fossi Dio, sputerei a terra la preghiera di Kuhn». [P. Levi, Se questo è un uomo]


Oggi, 24 agosto 2024, La Nazione rinfresca la memoria dei quarratini e suona un doppio di gloria

FU FALSARIO E SI SALVÒ

PER UN PELO O POCO PIÒ


Ma sul «sindaco apparente» non dimenticatevi che se la cavò per il rotto della cuffia al momento delle false certificazioni di firme per le elezioni regionali. Gabrielìn sarà davvero cambiato in cuor suo? O sarà… rimbirbonito grazie ai provvidi consigli del Mazzanti?

 

Si avvicina l’ora fatale della consegna delle cartestracce (ogni premio, ogni laurea ad honorem, ogni cittadinanza onoraria è un fogliettino come quelli che si trovano nei Baci Perugina) e, dicevano i latini, fervet opus, il lavoro si intensifica-ribolle-effervèsce come la gazzosa.

Il sindaco apparente di Quarrata stimola il suono delle campane e le campane rispondono alla richiesta di squillo. I giornali si comportano da ripetitori-wireless.

Laudate Dominum, omnes democratici. La cultura del Romitino è catto-santonovina e questa citazione dovrebbe essergli nota, ma la traduco per l’avvocata Elena Giunti che difende il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, ma il latino non lo sa.

La citazione di Levi nel sommarietto è stata spontanea. È venuta fuori casualmen-thè, per analogia, con un episodio del Se questo è un uomo di Primo Levi.

L’ebreo Kuhn ringrazia il suo Dio, Jaweh, di aver fatto scegliere, per finire nella camera a gas, uno più giovane di lui. E prega Dio perché lo salvi anche domani.

È a questo punto che Primo Levi chiude il capitolo con una frase crudele, ma necessaria: «Se io fossi Dio, sputerei a terra la preghiera di Kuhn».

Qui che scatta l’analogia Levi-Romitino, senza offesa per lo scrittore ebreo e valorizzando al massimo la figura di don Ciotti, prete antimafia che assimilo a Dio (senza alcuna intenzione blasfema). Perciò mi permetto di parodiare la frase di Levi adattandola ai personaggi dell’ora: «Se io fossi don Ciotti, sputerei a terra la preghiera del Romitino».

La preghiera del Romitino- Kuhn è riportata sulla Nazione. È mielosa, farisea, fatta di aria fritta democratica tolta dalla retorica di un sindaco che parla senza dire, dice senza parlare ed è in buona sostanza inaffidabile perché, accecàtosi volontariamen-thè come un Edipo che non vuole vedere quello che ha fatto (il puttanaio indecente di certi suoi dipendenti ignorato; le loro prevaricazioni ignorate; certi loro indegni comportamenti nel favorire alcuni e nel danneggiare altri passate sotto silenzio) s’accosta al santo per trarne il beneficio della pubblicità.

Si comporta, in altre parole, prostitutamen-thè, per fare come la luna: riflettere la luce dell’astro fulgente del momento. Fra l’altro un astro in ottima compagnia di una ex-ministra e di un magistrato che, invece di vivere la sua esperienza come dovrebbe ogni figura di spicco che opera nel settore del bene comune (Il generale nel suo labirinto, per citare Márquez), preferisce starci sotto i riflettori. Davvero gli uomini amano la passerella (e forse basta). È sufficiente vedere certi magistrati di Pistoia, stile-Curreli…

A questo punto il calcio nel culo di oggi è il seguente:

Sindaco di fatto e sindaco di diritto. Realtà e apparenza a volte non coincidono proprio…

Caro Romitino, se ti sei redento davvero e se davvero ti sei ravveduto dai tuoi problemi giudiziari di falsificazione delle firme dei candidati per le regionali, da te certificate quando eri con[s]igliere provinciale (te lo ricordi che ti salvasti il popò solo perché Napolitano promulgò un indulto?), quando salirai sul palco, il 7 settembre, per fariseare platealmen-thè, recita anche il Domine, non sum dignus dinanzi al popolo.

Confessa dinanzi a chi ti ha eletto e che sarà lì per applaudirti, e rimettiti, fiducioso, nelle mani di don Ciotti recitando la formula «Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre Vergine Rosy Bindi, gli angeli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro e il suo ministro terreno Bombardieri perché io, che so come stanno realmente le cose nei miei uffici, non faccio neppure una beata minchia per essere realmen-thè un uomo morale».

Ma ci arriverà a capire il messaggio il sindaco apparente? Lui, burattino manovraHo dal famoso giocatore di burraHo?

Ite, missa est.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© LineaLibera Periodico di Area Metropolitana


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