Una menzogna ripetuta di continuo su una Quarrata che vive di legalità e buona amministrazione alla fine diviene verità per definizione. Specie se anche le «autorità costituite» la avvalorano non dando i segnali di rimessa sui binari…
DICE IL DETTO: CHI PREGA E CHI C’HA FEDE
LE SPARA GROSSE E IL POPOLO CI CREDE!
«Sono veramente orgoglioso per il conferimento della cittadinanza onoraria a don Luigi Ciotti – commenta il sindaco di Quarrata Gabriele Romiti –. Voglio ringraziare tutti i consiglieri, anche quelli di minoranza, che hanno votato all’unanimità questa proposta della Giunta Comunale. La biografia di Don Ciotti la conosciamo tutti.
«I suoi meriti in campo civile e sociale, il suo impegno nella lotta alla povertà, alle disuguaglianze, alla corruzione e in difesa dei diritti dei più fragili, della legalità, dell’accoglienza, dell’inclusione per diffondere pace, concordia, giustizia sociale e pari opportunità tra le persone ed i popoli, sono un punto di riferimento per costruire una società più giusta e inclusiva, una comunità più forte e coesa.
«Questo è quello che vogliamo anche per la nostra Quarrata e per il quale ci battiamo ogni giorno. Da oggi possiamo dirlo: don Luigi Ciotti è cittadino onorario di Quarrata».
Queste parole si leggono nel comunicato stampa del Comune di Quarrata, pubblicato ieri 4 settembre, raggiungibile a questo link su questo stesso giornale perseguitato dalla procura della repubblica di Pistoia perché osa dire la verità senza “inchini naufragosi” come quello di Schettino all’isola del Giglio.
Ieri sono stato personalmente io a passare il neretto che segue «i consiglieri, anche quelli di minoranza».
In grammatica ogni parte del discorso ha la sua importanza, esplicita o sottesa. E anche, nel contesto della formulazione del pensiero del sindaco Romiti, potrebbe significare semplicemente in aggiunta: ma in realtà assume ben altro valore perché in «Voglio ringraziare tutti i consiglieri…», espressione che precede, il tutti già basta senza la necessità (evidenziata dall’anche) di fare emergere il «quelli di minoranza».
In parole povere: l’insistere sull’anche, sottolinea che, a livello inconscio, il retropensiero del sindaco apparente intende rimarcare che «perfino le minoranze sono consiglieri». E si potrebbe aggiungere consiglieri «che di solito non capiscono nulla e non sono neppure esseri umani, ma che stavolta hanno seguìto la corrente indiscutibile di chi, come la sinistra, la democrazia e la generosità e la correttezza e l’intelligenza e l’inclusione e la coesione e la pace e l’amore e la legalità, sa perfettamente che cosa sono».
Questo processo di analisi – che ha un nome: interpretazione e critica del testo –, un nome senza dubbio ignoto al Romitino e/o a chi per lui abbia scritto questo suo ufficiale intervento; questo processo di analisi, dicevo, evidenzia la subliminalità del disprezzo contro chi non segue la corrente dei vittoriosi: ma per carità, solo perché i democratici battono tutto il resto del mondo «cinque a ovo», come diceva Benito Bucciantini, il disabile focato del Torino, che per il Mazzanti, nel 1968, quando l’Okkióne era in terza media con me come supplente, rappresentava un mito.
Quanto s’affanna il Romitino per far vedere che lui è anpigiano; che lui è aperto (si chiuda bene, invece, o prenderà il raffreddore); che lui è demo-popolare, che non è populismo; che lui si dà un sacco da fare (bella la storia del Rio della Trave su Via di Lucciano chiusa da oltre dieci mesi); che bravi come loro di sinistra (col Mearelli ultimo atto che si sente cascare addosso il Montalbano) non ce ne sono altri in giro; che lui è simbolo intatto di legalità assoluta (distintosi come si è distinto anche in IMbrogli elettorali) e che, a dio piacendo, è un sindaco antimafia, di fede come don Ciotti, la Rosy e il Bombardieri.
Quanto s’affanna il Romitino a ricordarci, quasi giornalmente, che don Ciotti sarà – anzi lo è già – cittadino onorario di Quarrata: un Comune che, fino a prova contraria (e a prescinde da Curreli, Grieco e il resto della procura di Pistoia), è e resta un vòlgolo di vermi brulicanti per tutti i falsi, gli illeciti, i favoritismi, i piaceri e gli scambi che da decenni inquinano la fu pena-capitale del mobile.
Venga pure, don Ciotti, a farsene cittadino onorario. Di quale onore, non si sa.
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
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Quarrata è comunque un Comune pieno di disordine amministrativo, anche del malaffare, protetto dall’omertà dei suoi dipendenti, tutti fidelizzati al regime del “dàmose ’na mano”. Non scordate di farlo presente a chi sarà “cittadino onorario di Quarrata” dal 7 settembre in poi. Il giorno successivo, infatti, sarà un 8 settembre come quello più famoso…