sinagra&cuffaro 32. CAMILLERI AVEVA RAGIONE. BASTA IL FACEBOOK DEL “SINDACO APPARENTE”, PER TOCCARE CON MANO CHE IL COMUNE DI QUARRATA GALLEGGIA SUI FAVORI PRIVATI

«Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si rivoltino per sbranarvi». Ci si meraviglia se
“il Montalbano ci casca addosso”?


Certi democratici sono peggiori dei fascisti che tanto disprezzano: evidentemente non conoscono bene la storia. D’altronde non sanno leggere…

APRI UN NEGOZIO? E IL ROMY BALLERÀ,

FASCIATO IN TRICOLORE, IL CHA CHA CHA


Se a Pistoia esistesse un prefetto, certamente spiegherebbe al Romitino che la fascia non va indossata per inaugurare un’attività privata. Ma qua siamo alla Repubblica delle Banane

 

Visto che molti credenti di oggi (anche Fassino, caduto il muro di Berlino, esternò che lui in Dio ci aveva sempre creduto: salvo poi grattare profumi ai negozi degli aeroporti); visto che i credenti di oggi, specie se di sinistra, stanno con un piede anche sul Vangelo, non è affatto errato citare la storia delle perle ai pòrci per far capire, anche al limitato sindaco apparente di Quarrata, che la fascia tricolore è lì per rappresentare i valori democratici e costituzionali, non come ornamento universale di una “mortadella con i piedi” che – se potesse – la fascia, forse, se la porterebbe anche quando si siede sul cesso.

Queste mie parole le potete inviare alla procura di Pistoia. Bravi come sono in diritto penale, il capo Tommaso Coletta (che favorì la sorella di un collega) affiderà immediatamente il tutto a un ingegnere delle più assurde e stridenti incompatibilità: quel Claudio Curreli che riscuote da magistrato della repubblica, ma lavora per tutti fuorché per lo stato di noi cittadini. Di noi che lo paghiamo per sentirci, infine, dare indicazioni e consigli sul corretto agire del cittadino. Non vi pare buffo?

Per chiarezza il comportamento del buon cittadino è l’esatto contrario del suo, dato che Curreli viola le regole sia del suo stato giuridico (lavora con la moglie nello stesso tribunale e non deve, ma è protetto); sia dei suoi doveri, dato che protegge i clandestini perché, da filosofo qual è, ha deciso che la “terra deve essere aperta”, e che si scorda istituzionalmente che l’art. 358 del codice di procedura penale gli impone l’obbligo di indagare anche a favore dell’indagato – ma lui se ne catafotte e non lo fa. Un vero santo benefattore del popolo, dunque!

Così il Romiti, sindaco apparente di Quarrata (il potere reale ce l’ha l’Okkióne di Lucciano), anche se “piscia una bòtta”, si in-mortadella e accorre all’evento. Ovviamente se esso riguarda amici e conoscenti: i cittadini comuni possono anche schiantare.

E allora parliamoci fuori dai denti, Mariavittoria Michelacci, dèa della legalità. Perché non spieghi, da avvocata qual sei, al tuo incolto e semianalfabeta sindaco, che la fascia tricolore non è quella “brancata di carta igienica” che dovevamo portarci in tasca, sempre, quando uscivano dalle caserme in libera uscita alla sera e, se non c’era, ti facevano restare consegnato perché – ti fosse mai scappato da cacare – non avresti mai dovuto fare come i turisti che a Firenze lasciano le loro escrezioni intestinali sulle scalette del duomo?

Michelacci e Niccolai. Materia e antimateria. Oppure: legge e antilegge. Un Comune in cui esistono queste contraddizioni non può che stare in una provincia in cui esistono magistrati come Claudio Curreli e Tommaso Coletta

O potete permettervi di tutto, visto che in giunta vi tenete anche, come assessore, un Simone Niccolai che, responsabile dell’edilizia, aveva tranquillamente abusato nell’orto di casa sua in via del Casone 31 a Valenzatico?

Il Comune di Quarrata è uno squallore indegno di decadenza morale e civile; di illegalità conclamata; di falsi e falsari; di amministratori che non sanno né leggere né scrivere; di figure istituzionali che si mettono una fascia per andare a benedire, come il prete in acquasanta, chiunque e in qualunque luogo purché amico.

Per il corpo elettorale (non alle «autorità costituite») non interessa che il Romitino sia amico di Emanuele Giovannetti: ed anzi augura al Giovannetti tutto il successo del mondo per la sua iniziata, coraggiosa attività.

Interessa che un «sindaco di tutti» si metta la fascia tricolore e vada a benedire quella attività sì e tutte le altre no.

Per chi sa leggere e scrivere (dunque non per gli amministratori di Quarrata), questo comportamento “disinvolto” è uno spregevole insulto a quelle vittime del Castel dei Gironi, di cui Gabrielino va a fare il pianto fariseo ogni anno solo per far vedere che è un bambino antifascista e sensibile. Sì. Ovviamente alle prese di culo del popolo che lo vota.

Gli sarà detto, vero, questo, domani sera, a don Ciotti? E sarà detto pure alla alla Licia Donatella Messina, spero…

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© LineaLibera Periodico di Area Metropolitana


La procura non vuole intenderla e Curreli spinge la Gip Martucci ad arrestarmi, ma il Comune di Quarrata gestisce la cosa pubblica a seconda dei nomi e dei cognomi. Né più né meno di come il procuratore capo Coletta.


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