sinagra&cuffaro 5. CAMILLERI AVEVA RAGIONE. SE IL MONTALBANO CASCA ADDOSSO AI QUARRATINI È COLPA VOSTRA, DEM DEMOLITORI DELLA LEGGE!

Ce n’è, e per tutti, da qui all’eternità, caro Mearelli. La cosiddetta giustizia di Pistoia è dalla vostra parte fin da sùbito: ve lo ha fatto vedere il cannoneggiamento del magistrato che rovinò impunemente il frate cappuccino Fedele Bisceglia…


Quando Mazzanti scelse Iuri Gelli come dirigente Area 3, lo fece non per il bene comune, ma perché glielo aveva imposto Dario Parrini, segretario toscano del Pd e cognato del prescelto da Dio. Era la famosa “questione morale” di Enrico Berlinguer oppure una volgare manifestazione di mafia istituzional-partitica? Che ne pensi, Mearelli?

I DISASTRI DEL TERRITORIO?

UNA MEDAGLIA TUTTA VOSTRA


 

Caro Patrizio Mearelli,
tutta questa roba che vedi ben rappresentata nell’immagine di testa, appartiene al vostro passato di dem particolarmente attenti al territorio. Quel territorio che – come dici tu stesso, ma probabilmente senza rendertene conto –, se non mantenete il Montalbano, «vi casca tutto addosso».

 

In realtà addosso vi ci è già cascato tutto, sin da quando avete permesso che i barbari mangia-terreno potessero fare e disfare a loro piacimento. Mi spiego meglio.

Tutta questa roba che vedi, appartiene al vostro favorito ragionier non-dottor Romolo Perrozzi che, grazie alle sue «prossimità sociali» (cito Coletta, l’espressione è sua), è riuscito a ottenere la santificazione certificatoria di questo straordinario stupro dell’area Via di Lecceto-Via Carraia a Montorio.

La faccenda ha inizio, caro Mearelli, alla fine del 1996, quando il non-dottore (infatti il Perrozzi si spacciava come tale senza esserlo) acquistò le terre che vedi da Paolo Cavalieri di Prato e dalla fattoria Baldi-Papini-Lazzeri di Montorio.

All’epoca come si lavorava al Comune mafioso, che oggi conferisce pomposamente la cittadinanza onoraria a don Luigi Ciotti, prete antimafia?

Il settore territorio e lavori pubblici – salvo errori e omissioni – era in mano ai geometri Fiorello Gori (dipendente comunale, ma contestualmente uomo di studio di Olando Biagini) e Giorgio Innocenti (dipendente comunale, ma contestualmente uomo di studio dell’ingegner Sassaroli).

E già qui, se mi permetti, siamo in una compatta muffa di mafia da fare schifo: con quel puzzo di illegalità che si annusa da lontano un classico miglio.

Hai visto, Mearelli, che bella operazione è uscita da questa miscela incendiaria? Guarda bene – e prendine nota, «te, tu’ padre e tu’ nonno», come direbbe Gasperino er carbonaro del Marchese del Grillo.

Hai muri a secco trasformati in cemento: li vedi o sei cieco come il tuo capo l’Okkióne? Hai fosse di scarico (linee e curve rosse) completamente tombate. Hai una bella vicinale-interpoderale chiusa a cancello; e se guardi bene con muro cementificato a monte (sulla sinistra), sormontato da sbarramenti a cancellate. Hai decine di metri di cancellate evidentemente in collisione con le regole delle recinzioni in un’area EC2, che tu non sai cos’è, ma che individua il terreno protetto seminativo-arboricolo su area soggetta a vincoli di ogni genere.

Procura, questo cartello lo avrò fatto sparire io o qualcuno dei favoriti dalla mafia del Comune di Quarrata?

C’era scritto anche sul cartello (vedi riquadro giallo) che qualcuno – non certo io – fece smontare di corsa quando iniziò il processo alle streghe fatto partire da un irresponsabile Claudio Curreli, ma fatto crescere col lievito di Tommaso Coletta e di Giuseppe Grieco.

Caro Mearelli, tutto questo casino che ci casca addosso, non ha fermato la chiara collusione fra funzionari del Comune e mangiatori di terra.

È ovvio che geometri e ingegneri devono fare il loro mestiere. Ma è più ovvio che, fra le due categorie, non deve esserci una contiguità addirittura fisica, costruita da dipendenti comunali al contempo stretti collaboratori di uffici privati. Questo, infatti, ha un solo nome: mafia.

Mearelli, non me ne può fregar de meno se Claudio Curreli, amico del Ctu ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, mi ha fatto rinviare a giudizio e tenere agli arresti domiciliari dalla frettolosa e superficiale Gip Patrizia Martucci.

Non me ne frega perché la realtà è quella che è, e non quella che si vuole fare apparire per dare a intendere che sono un povero malato di mente. Insomma, in metafora, fra Senna merdosa delle Olimpiadi 2024, e Comune di Quarrata inquinato, la differenza è nulla. Sono la stessa cosa. E io sarò pure un malato di mente, ma voi siete la mafia. Dìteglielo a don Ciotti!

Il sostituto Curreli, aiutato dal luogotenente Maricchiolo e dai suoi militi, si è fatto dire, da quel raccomandato di Iuri Gelli, tanto caro a quel democratico di Mazzanti, che il non-dottor Perrozzi era in piena regola, quanto a licenze. Ed era vero. Ma vero solo quanto possono essere vere e valide le patenti comprate a 4 mila euro senza avere sostenuto gli esami di guida.

Mearelli, prova a riempire di grappa una bottiglia di acqua San Benedetto my secret. Una bella grappa fatta in casa e su di gradi. E prova a farti beccare dalla polizia stradale briào fradicio mentre ti giustifichi dicendo: «Ma questa è acqua minerale. Non la vedete la bottiglia?».

Va bene che oggi – specialmente voi dem – siete pronti a dire che perfino Primo Carnera poteva essere una donna, se tale si sentiva… Va bene tutto. Ma i fatti non sono citrulli come voi; e parlano da soli.

In tutto quello che vedi, caro Mearelli, non c’è una sola cosa regolare una, neppure a piangere in turcomanno! Ma quel genio del Curreli – anche lui in odore di mafia, visto com’è superprotetto a Pistoia, a Roma e a Genova – mi ha dato dello stalker pur se l’operazione di favoreggiamento non-dottore/Comune di Quarrata puzza di muffa come puzzate tutti voi: sia maggioranza che opposizioni. Tutti ugualmente d’accordo e silenziosamente collusi ciascuno per i propri piccoli intrallazzi e interessi del Menga. Poi piangete perché il Montalbano vi casca addosso…

All’epoca (1996) chi si occupava di questi permessi oltre ai geometri sopracitati e a Franco Fabbri che rilasciava condoni a “cazzo di cane”? Se ne occupava quella famosa Nadia Bellomo architetta che, compagna di Mauro Dugheri, avrebbe dovuto vigilare come responsabile pubblica dei lavori della famosa piscina “fantasmo-mafiosa” della SS Gori, conclusasi come vi ho scritto ieri.

Non siete d’accordo, democratici, con quello che dico e per come lo dico? Non c’è problema. Convincetemi del contrario dimostrando che le opere, che qui vedi, non sono un vero e proprio favore a un vostro privilegiato cittadino non-dottore.

Mazzanti e Bai. Uno pensava al burraco e al Parco Verde, l’altro a proteggere il suo capo. Gli altri? Potevano anche morire…

La Nadia Bellomo ve la faccio vedere nei prossimi giorni, ancora all’opera anche altrove e su altri temi, con grandi colpi di reni, alla stregua dei gatti che cadono dal terzo piano, per favorire (ripeto: favorire, e fatelo presente al Curreli, per vedere se capisce l’italiano, oltre che la lingua sarda) il ragionier non-dottore Ctu caro a Curreli.

Vuoi sapere, infine, Mearelli, chi ha dato una mano per mantenere questo “puttanaio istituzionale” grazie al quale il Montalbano vi casca addosso – e speriamo che vi seppellisca pure?

Sono stati due i campioni da medaglia d’oro Senna-LaMerde: il capo burrachière e il ex capo-vigile che prese il posto del corrottissimo Oliviero Billi. Ce n’è da raccontare anche di lui e con dovizia di particolari mafiosi.

E ce n’è, e per tutti, da qui all’eternità, caro Mearelli. La cosiddetta giustizia di Pistoia è dalla vostra parte fin da sùbito: ve lo ha fatto vedere il cannoneggiamento del magistrato che rovinò impunemente il frate cappuccino Fedele Bisceglia.

Voi che dite di amministrare Quarrata, anziché tacere, provate a fare come la SS Gori che mi querelò mentre il giudice Luca Gasparri, che non legge niente e ancor meno, le dètte partigianamente ragione, pur se lei è, e resta, la sindaca più inutile del Comune di Quarrata, mafioso e fariseo!

E… buona camicia a tutti!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© LineaLibera Periodico di Area Metropolitana


Analisi comparativa fra due sindaci dem:
Ferdinando Betti e Marco Mazzanti

 

La mossa del cavallo

 

Don Ferdinando Betti, sindaco di Montale, leale servitore del Pd e di sé stesso, quando si accorse che Alessandro Galardini si era sputtanato dando di fascisti alle forze dell’ordine, lo fece dimettere.

Okkióne I di Burràkia, ovvero il Mazzanti, anche quando gli fu chiaro (attraverso le nostre pubbliche denunce) che Simone Niccolai, cugino acquisito di Luca Gaggioli, succeduto al preside ex assessore della SS Gori come assessore all’edilizia, era un costruttore abusivo: insieme al suo giannizzero Marco Bai, gli dette il tempo di disfare i capannoni e gli risparmiò la contestazione del reato penale che gli avrebbe fatto tremare la terra sotto i piedi.

Favorendolo e favoreggiandolo (anche con il silenzio-assenso della procura), non se lo levò dai coglioni come aveva fatto il Betti col Galardini.

Ci pensa Mazzanti a dirigere l’orchestra. Guardate la mimica…

Al Mazzanti Simone serviva così. Infatti, con le sue palle ben strette in mano, Marco-ganascia evitava il pericolo di vederselo capitare fra i pedi come un potenziale aspirante sindaco. Doveva fare in modo che rimanesse buono e zitto al suo posto senza rompere. Anzi: una bella lista-stampella per il Romitino, come di fatto fu.

Okkióne lo sapeva bene che occorre tenere saldamente il nemico per i coglioni, o altrimenti sono guai. Se non lo avesse fatto, come sarebbe riuscito, il burrakière, a far passare l’idea della sua presidenza del consiglio comunale in quanto appassionato di politica sin da fanciullino?

È così che si è risistemato (come Betti) per la terza volta. Solo che Betti l’ha potuto fare senza imbrogli; mentre lui con le manovre della furbizia contadina. Con esse ha spinto a dama il suo burattino prediletto, appiccicàndoglisi alle spalle per guidarlo passo-passo.

e.b.


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