sinagra&cuffaro 52. CAMILLERI AVEVA RAGIONE. AGLIANA, GLI INCIUCI DESTRA-SINISTRA E… «QUELLA GRAN CULO DI CENERENTOLA»


Per la segretaria generale Paola Aveta l’amministrazione comunale (cioè lei in persona) ha il diritto assoluto di decidere se dare o no a chi vuole, come vuole e quando vuole, i documenti che le vengono richiesti. Siamo alle traveggole, ai ciuchi che volano, al facocero scorreggione e all’arroganza di una dirigente distìntasi in decine di cantonate. L’ultima delle quali costata (almeno per ora) più di 3 mila euro che dovranno pagare gli aglianesi. Ecco i successi della “giunta green very hybrid” con cambio automatico di serie…


La procura di Pistoia inquisisce la gente per violazione di segreti d’ufficio: ora vedremo se lo farà anche con la segretaria-sindaco di Agliana o se – come diciamo noi da anni – l’ufficio di Coletta è doppio, triplo, quadruplo-pesista…

L’AVETA FAVORISCE CHI LE PARE

IL TAR SENTENZIA: VÀTTENE A SPAGLIARE!


In un film leggero, ma piacevole, di molti anni fa (Pretty Woman, 1990), Julia Roberts, nella parte della prostituta Vivian Ward, che si presta a fare da accompagnatrice a un riccone della finanza, Edward Lewis (Richard Gere, il possibile accusatore di Salvini a Palermo…), finisce con l’innamorarsene e il tutto termina in favola perché i due si sposano e vivranno felici e contenti come… quella gran culo di Cenerentola.

 

La segretaria Aveta, su semplice richiesta del Nesti, gli ha dato documenti riservati e personali. Secondo voi lo ha favorito? A noi ha sempre negato qualsiasi accesso agli atti. E Curreli, appena sente il nome di Nesti e Signora, rinvia a giudizio. Che strano mondo quello della giustizia pistojese…

A Pistoja, e soprattutto grazie alla procura più sghemba d’Italia – non dimenticate che ha avuto un Dell’Anno mandato a casa, unico esempio in tutta la storia del Csm e dell’Anm… – di gran culo di Cenerentola ce ne sono esempi mirabili; se ne verificano ogni tre per due. Un caso, ad esempio, è quello del Comune di Agliana.

Chi meglio di noi di Linea Libera può sapere e dire, con dovizia di particolari; e, proprio per questo, finire di continuo nel tritacarne di infedeli servi dello stato (magistrati che disonorano l’art. 54 della Costituzione), che imperversano e rattristano la vita delle persone normali a vantaggio di chi, della sporcizia, dell’errore, della mafietà, della camorristica esperienza di potere ha fatto il proprio schema di vita da vero cavaliere della… tavola squadrata?

Nei giorni scorsi ho pubblicato questi due commenti: 1. tú sí que vales. ciottoli-aveta e luca: agrùmia è bello, agrùmia al macello e 2. sangue sitisti. la mamma degli imbecilli è sempre incinta e il regno di agrùmia fa buca. Entrambi per illustrare l’anomalo comportamento tipico del Comune di Agliana e delle sue lavandaie.

Ho mostrato cosa succede e cosa nessuno vuole che si dica sul sudiciume (come altro definirlo?) di un’amministrazione di falsi testimoni, calunniatori, ricattatori, anonimi; e tutti molto apprezzati, specie da magistrati di cui non deve esserci timore a pronunciare il nome: Claudio Curreli, Chiara Contesini, Luisa Serranti, Leonardo De Gaudio, Linda Gambassi, Luigi Boccia, Giuseppe Grieco ovviamente sotto la direzione d’orchestra di Tommaso Coletta, il Pm che non intercettava la sorella di Luca Turco. Lode al merito, ora che sentiamo ripetere da più parti che Tom Col è sotto inchiesta a Genova: da cui, di certo, sarà scriminato solo perché fa parte della casta incestuosa dei magistrati d’Italia!

Ma la storia di tutte le scempiaggini consentite da chi riscuote dallo stato, ma lavora per i clandestini, e comunque non è capace di garantire disciplina ed onore al proprio dovere di rispetto della giustizia, non si ferma solo a questo.

Perciò la nobile storia dei comportamenti indecenti del Comune di Agliana deve essere ricordata anche stamattina affondando il coltello nella piaga di una dirigenziale della segretaria Aveta che è un insulto al popolo con l’avallo della devianza di certi dottori della legge: ai quali non interessa niente che sia garantita la legalità.

La sentenza di questi giorni, con cui il Tar Toscana ha bastonato ben bene il genio della dottoressa Aveta, così cara al fascio-Ciottolo e al Minkiolìn del Menga, ha bisogno di essere rigirata più e più volte, come una frittata di patate, sotto gli occhi di tutti i coglioni di elettori d’Agrùmia che, in questa massa fluida di liquame politico-amministrativo, vedono perfino l’apparentamento delle destre del cazzo, con le sinistre della minchia. Ciottoli e Torresi, assimilabili per insufficienza intelligenziale e incoerenza politica. Volete querelarci perché diciamo quello che si tocca, si vede e puzza sotto il naso come la cacca dei gatti?

Quando nel mondo la canaglia impèra, il posto dei perbene è la galera. E noi di Linea Libera – proprio grazie alla marmaglia e ai fragili che alla marmaglia si inchinano – anche in galera siamo stati: come lo furono, del resto, quei resistenti ai fascioni dello spregiato Mussolini che si è però lasciato dietro un bellissimo strascico totalitario in toga nera e tessera dell’Anm. Non lo dico io: lo dicono i fatti a partire da Luca Palamara.

Il Tar, con la sentenza di cui vi ho parlato nei giorni scorsi, ha mandato letteralmente a fanculo due personaggi in cerca d’autore.

Il primo – è ormai cosa assodata, anche se Claudio Curreli e ora perfino madame Contesini vogliono fare credere il contrario – è il mai-stato comandante Andrea Alessandro Nesti (e signora); il secondo personaggio è l’Aveta stessa. La quale ha sempre coperto, protetto, difeso e trattato favoritisticamente il Nesti stesso.

Spiace moltissimo vedere Curreli, l’acchiappa-frati, che corre a destra e a manca senza voler cedere alla forza dell’evidenza a lui ignota perché vi rinunciò fino da quando fece condannare, ingiustamente, padre Fedele Bisceglia.

 

Spiace vederlo ancor oggi scalmanarsi perché vuole non affermare la giustizia, ma perorare la causa degli oppressori come lui stesso (parlo di personaggi quali Nesti, Perrozzi, Benesperi, Milva Maria Cappellini etc.), disponibili solo per operazioni oblique e illecite.

Rocco e i suoi fratelli… il Ciottoli e i suoi “compagni”

Nella fattispecie il Nesti è tale: o non sarebbe stato per 15 anni su un posto non suo con tutto l’appoggio delinquenziale della sinistra aglianese, poi sostenuta anche da un Ciottoli con cervello tutto segatura. Un Ciottoli che si vanta, da superbo sciocco gradasso qual è sempre stato, di essere amico e protetto da un magistrato di ferro come don Claudio, che gli ha promesso di cancellare Linea Libera dalla faccia della terra. È per quello che diceva sempre che… gli agnelli si contano a primavera. Ma lui sa contare…?

Spiace moltissimo vedere anche che una segretaria generale è scesa a giocare a poker in politica e fa la sindaca di fatto al posto del Bene-minkia; lei, anche responsabile dell’anticorruzione, che favorisce il Nesti, lo salva, lo copre, gli dà lettere mie personali e riservate perché – lo ha dichiarato proprio questa gènia del diritto amministrativo – l’amministrazione può fare come vuole e come gli pare e piace.

Non c’era bisogno che ce lo dicesse. Lo avevano capito anche da noi, se non altro perché non facciamo, di cognome, né Curreli, né Coletta, né altri del cerchio magico del potere antilegge pistojese.

A questo punto sarò ancor più chiaro. Personalmente – è mia opinione – credo che l’Aveta, così ben sbilanciata nei favori a Nesti e nei danni a noi di Linea Libera, stia solo coprendo il mai-comandante intorno al quale la procura alza e cerca di tenere in piedi un muro protettivo in odor di favore al suo trascorso di Vpo completamente asservito alla linea della malagiustizia pistoiese.

La fata dai capelli fucsia, con il suo comportamento indegno, è un tassello chiave-di-volta di quel mal-potere che tiene Pistoja sotto l’esercizio esecutivo di una giustizia da Lager.

Dimostrate il contrario, se vi riesce!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© LineaLibera Periodico di Area Metropolitana


Print Friendly, PDF & Email

Lascia un commento