sinagra&cuffaro 68. CAMILLERI AVEVA RAGIONE. QUARRATA E ROMY-HALLOWEEN: DOVE LA LEGALITÀ È PARI QUELLA DI UNA FORMA DI PARMIGIANO AFFIDATA A UN ESERCITO DI TOPI


Si arrabbieranno tutti, in procura, per quello che scrivo e per come lo scrivo. Loro vogliono un linguaggio politicamente corretto e continente, ma è impossibile “credere, obbedire e combattere”, se senti dire, da quella specie di sindaco sempre fasciato in tricolore, che la fu-città del mobile è il regno della legalità della Michelacci. Gomorra, al confronto, è una serra di orchidee per tutta la corruzione istituzionale che schiaccia i quarratini ma che, se viene segnalata, chi la segnala lo mettono ai domiciliari come me…



CI FOSSE STATO RISPETTO DELLA LEGALITÀ

IL MONTALBANO NON CI CADREBBE ADDOSSO


La funzione del giornalismo è focalizzare le contraddizioni di chi ci governa e ci giudica, non certo quella di fare da cassa di risonanza del potere con le sue infami menzogne farisee

 

La cosa che mi impressiona di più, in questa storia di ordinario sfruttamento, è l’impennata del sindaco-Halloween, che scende in piazza per il lavoratore e strilla ai quattro venti che «Quarrata è la città della legalità».

Se Quarrata fosse davvero una città legale, l’esimia e chiacchierona procura di Pistoia, invece di tollerare un Curreli incompatibile e terrapertista (quindi: negriero del 2000); un Curreli che fa quel che vuole, a dispetto della legge e contro lo stato; un Curreli che protegge il mai-comandante Nesti di Agliana o il falso dottor Perozzi di Lecceto (in ipotesi suoi amici e conoscenti); l’esimia procura di Coletta, dicevo, che favorisce la cugina della Cecilia Turco, presidentA degli avvocati di Pistoia, avrebbe già messo ai ferri (soprattutto corti e con grosse catene) 25 anni di amministrazione politica. E 40 anni di funzionari degli uffici tecnici quarratini sarebbero alla Caienna, con chiavi gettate nella Fossa delle Marianne.

Quarrata – e in ispecie con questi campioni di Dna rosso o catto-com dal 2000 ad oggi – è una discarica di illegalità. Ed ecco perché. Riparto dalla Sabrina Sergio Gori e arrivo ad oggi.

Di lei, SS Gori, sindaco inutilissimo e dannoso, c’è da ricordare soltanto l’accomodamento di certi suoi problemi personali e patrimoniali: fino al punto di far spostare i confini di rispetto della Màgia, pur di dare accesso alla terra che si trova dietro casa sua, in Via della Libertà. E questo è il quanto. Su questo non mi ha mai querelato: perché?

Può denunciarmi quanto e quando vuole; staccare certificati medici per la figlia del Perrozzi con parole altisonanti tipo “crisi lipotimiche” del Menga: ma il risultato non cambia. Inutile è stata e inutile resta. E come tale, anche, passerà alle amorose braccia di Dio, di cui almeno un tempo fu devota.

Ed è stata anche scorrettissima se non addirittura ielosamente velenosa e crudel. Basta, a farlo capire, quanto fece – con somma perizia da vera margheritìn-catto-sinistrese, sullo stile “Toti e procura di Genova” – quando sgambettò il candidato sindaco Alessandro Cialdi, sputtanandolo in piena campagna elettorale. E aprendo la via al sempre-peggio del dopo – dal Mazzanti in giù.

Se la procura avesse fatto il suo dovere, colei avrebbe avuto pan per i suoi denti. E passo al Mazzanti, cui fu aperta la via per fare infiniti danni.

Peggiore ancora della sua sostenitorA che se lo era tenuto ai lavori pubblici. Lì Mazzanti ha costruito la sua fortuna: sfortuna però per 28 mila abitanti della città della gioia legalitaria a marchio, oggi, Michelacci.

Vanerello, l’Okkióne giocatore di carte; batti-ganascia senza freno; piacione e furbastro del Parco Verde: questo sindaco “dirigente dell’Enel” (peccato che non sia mai rimasto attaccato a un filo elettrico: gli avrebbe forse dato una botta di elettrochoc che poteva salvarlo…) ha fatto più danni del danno.

Che topo legalitario! Viene elogiato anche in questi giorni sul Tg3-Toscana per le 20 mila mascherine avute in dono durante la pandemia: senza dire, però, che con quelle mascherine, lui, ci si puliva letteralmente il culo.

Al Mazzanti le mascherine servivano come strappi di carta igienica. E il suo sceriffo se ne catafotteva altamente, nel totale silenzio della procura legalitaria di Pistoia

Lo abbiamo fatto vedere senza mascherina a distribuire diplomi ai “nozzatori d’oro” alla Màgia. Disinvolto stile Amadeus a Sanremo, come se niente fosse: ma non è successo niente.

Lo abbiamo segnalato in procura, ma niente di fatto. Le multe si fanno al popolo, non ai comunisti di risulta. Cioè quegli ultimi granelli di sabbia e rabbia di una deriva staliniana mascherata di politicamente corretto (meglio cul-retto).

Il suo vergognoso comandante Marco Bai, da lui cooptato a capo dei vigili quarratini, si rifiutò di sanzionarlo: eppure segava le zampe delle panchine in Piazza Risorgimento, e impediva ai pensionati, seppure in maschera, di stare a chiacchiera insieme e a socializzare all’aria aperta.

La legalità di Quarrata è questa: chi comanda va in culo a chi deve obbedire; e con l’avallo della procura delle tre scimmiette – non vedo, non sento e non parlo. Già il Marco – non tedesco, ma luccianese e con gli occhiali a culo di bicchiere – era stato salvato dalla storia del voto di scambio al tempo di Paolo Canessa, quando il Mazza fece assumere diversi operai al Cis, il famoso porcaio dell’inceneritore salvato per inerzia dalla sostituta Linda Gambassi. Lo vogliamo ricordare o no?

Poi il Mazzanti si è tirato su un bambinuccio come il sindaco-Halloween, Baby-Romy. Che fa la festa del dolcetto-o-scherzetto solo in quanto pelatone, ma il suo cranio non è adatto (troppo a ceppa) per imitare una delle zucche gialle amerikane, un tempo spregiate dai comunisti di Berlinguer, ma oggi molto gradite a tutti i dem scorreggioni per il partito di Obama-Biden-Harris.

Come cambiano gli stronzi col mutare del vento, vero? Chi l’avrebbe mai detto, all’epoca degli scontri diretti, che i compagni avrebbero anche scelto di fare la guerra alla Grande Madre Russia! Preti anche loro, i Pci. No. Loro peggio dei preti!

Come assessore antiabusi edilizi, tanto per essere iper-legali e onorare don Ciotti, a Quarrata abbiamo il cosiddetto “lupo pecoraio”. Cercate di spiegarlo anche al Terzo Piano del tribunale…

Fra le maggiori stronzate legalitarie del Mazzanti c’è stato il salvataggio di un personaggio che, da assessore all’edilizia, si era costruito stanzoni abusivi nell’orto di casa.

Su Simone Niccolai vi ho fracassato i maroni già diecimila volte: ma evidentemente non basta. Il diamante, a paragone del vostro cervello, o quarratini legalitari, è una ricottina.

E il sindaco-Halloween se l’è tenuto in giunta, il Simone di Valenzatico, assessore all’edilizia per diritto di sangue familiare. Altro che Casa Savoja! Non so con che coraggio, devo dire. Lo fanno parlare anche a Tvl dell’olio d’oliva alla Pam. Si vede che gli lubrifica l’attività costruttoria…

Che gusto l’esaltazione di un Mazzanti corrotto al comando nella città della legalità che fu per anni in mano all’avvocata Francesca Marini, e ora in mano all’avvocata Mariavittoria Michelacci. Ma gli avvocati, che diritto hanno studiato? Quello della Democratica Repubblica di Banana & Mattarella? O quello basato sui princìpi costituzionali di Coletta & C.?

La giunta era inquinata ai tempi della SS Gori; la giunta era inquinata ai tempi del ganascioso Mazzanti; la giunta è inquinata oggi, sotto zucca-d’Halloween, che non sa scrivere una riga e che ha avuto solo un gran culo quando, finito sotto le sgrinfie della dottoressa Ornella Galeotti (quella dell’inchiesta dell’asilo Cip e Ciop, per capirsi), fu salvato dal grande Giorgio Napolitano con un indulto, o un altro colpo di spugna del genere, dai suoi reati di falso, sparati a mitraglia.

Il Romy Schneider del Santonovo aveva falsamente certificato più di mille firme per le le liste delle elezioni regionali, se non ricordo male pro-Rossi. Ecco la sua legalità. Per lui erano in vita anche diversi morti. Era, insomma, il Romy, più bravo di Geronta Sebezio, l’impostore personaggio di una commedia di Eduardo De Filippo, che era perfino in grado di risvegliare i defunti dal sonno eterno e riportarli in vita!

Se poi si deve dire che essere legali significa dare un diplomino di cittadinanza onoraria del Menga a don Luigi Ciotti, fàtecelo sapere, così scriveremo un altro bel pezzo adirato (perché “quando ci vuole ci vuole”: lo disse anche il vescovo ortodosso d’Italia); adirato per la retorica sui profondi valori civili e legalitari in cui credono questi cialtroni in fascia tricolore. Un po’ tutti. Anche quelli di giunta: perché il sindaco-Halloween la passa, la fascia, perfino all’abusivista Simone Niccolai, che sorveglia l’edilizia (in termini metaforici: una sorta di lupo pecoraio a guardia del gregge).

Il Tirreno, 30 ottobre 2024. Gradito al sistema

Fra tutti fanno solo una cosa: schifo. Profondo e giustificatissimo schifo. Volgare e immondo schifo. Come quei citrulli che se li sono votati e continuano a farlo, felici e contenti di essere presi per il culo di quinquennio in quinquennio, senza soluzione di continuità. Senza che se ne accorgano (ma il Baby-Romy nella sua grammatica del parlar volgare direbbe se ne accòrghino, alla Fantozzi).

Fin qui i politici. Per le strutture degli uffici, valga quest’altro segnale: e Coletta, che favorisce i suoi amici, cerchi di prenderne nota e di non prendersela con me perché lo inquieto parlando della Marea Neagră (il Mar Nero) della corruzione.

Il territorio del Montalbano, che oggi “casca in testa” a un altro campione della legalità, il camiciere Patrizio Mearelli, se è quello che è, lo è perché, dagli anni 90 ad oggi gli uffici tecnici hanno potuto contare su una triade di geometri alla Schweppes: effervescenti, deflagranti e rovinosi.

Chi sono, lo sanno e lo sapete tutti. E niente avete mai fatto da ben 35 anni: quindi – ce lo insegna don Ciotti che avete premiato – chi tace è un mafioso. Ma voglio ricordarveli, perché vi abbiate a dolére, sentendovi – come è giusto – presi di mira con una guerra non dei bottoni, ma della cacca a oltranza:

La Nazione, 30 ottobre 2024. Gradito al sistema

Franco Fabbri, dipendente comunale al mattino e lavoratore a cottimo e al nero presso lo studio del geometra Mauro Ponziani nel pomeriggio. Settore edilizia snaturata.
Se vi sembra legalità, dìtemelo e mi cospargo il capo di cenere.

Fiorello Gori, dipendente comunale al mattino e lavoratore a cottimo presso lo studio geometra Olando Biagini di Valenzatico nel pomeriggio. Settore lavori pubblici snaturati.
In séguito anche consigliere comunale di vario colore: insomma… un uomo per tutte le stagioni.
Se vi sembra legalità, dìtemelo e mi cospargo il capo di cenere.
Nota a margine: Fiorello è il padre dell’Irene di FdI. Quella che, al microfono di Tvl, si scioglie come un cioccolatino Lindt parlando di don Ciotti quale esempio di homo moralis.
Pensi, l’Irene, intanto, a casa sua, che è meglio. Una casa che ha fatto fortuna anche con i vivai Vannucci.

Giorgio Innocenti, dipendente comunale al mattino e lavoratore a cottimo presso lo studio dell’ingegner Sassaroli nel pomeriggio. Settore lavori pubblici snaturati.
È stato anche lui consigliere comunale.
Si è okkupato anche dei “permessi a chiudere” del falso dottor Romolo Perrozzi il ragioniere caro e protetto dal terrapertista-negriero del ventunesimo secolo, lo scout anti-legge Claudio Curreli.

Può bastare o devo continuare, o mirabili esemplari unici da Jurassic Park della legalità dei nostri maroni?

Linea Libera sotto sequestro da parte dei garanti dell’art. 21 della Costituzione italiana. Testata sgradita al potere

Che ridere questa Italia di falsi legalitari! Quest’Italia in cui agli arresti ci finisco io, per 104 giorni, perché chiedo la legalità che nessuno riesce a darmi solo perché nessuno vuole darmela – procura in testa.

Tristezza, infine, fanno i giornalisti iscritti all’ordine sotto le direttive politicamente corrette di Carlo Bartoli e Giampaolo Marchini. Ai quali dovrebbe essere fatta fare la collezione di francobolli; e non affidata la responsabilità di corrompere la gente con la loro pseudo-morale da pie donne al servizio di don Pd. Questa di Linea Libera è la vera libertà di pensiero e di informazione. Di critica, anche.

Una critica a cui – grazie alle norme, sia italiche che europee: amatissime dai giudici rossi di Bologna – è concessa anche la facoltà di esprimersi in toni aspri e puntuti, graffianti e adirati, rivoltanti e stomacati: non con le sole parolette edulcorate, sì care alla procura di Pistoia, la quale mentre promette di offrirti cioccolatini Lindt (lavorerò per la gente comune – disse Coletta), di fatto ti mette in bocca praline di merda e per giunta particolarmente puzzolenti e tossiche.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© LineaLibera Periodico di Area Metropolitana


Baby-Romy & MarVi Meekelach in «Gone with law’s wind» di Warner-Fermulla Bros

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ANCHE DI SECONDA MANO
A METÀ PREZZIO

 

Ma da che parte questi due campioni di amministratori quarratini trovano la legalità in un marasma come quello in cui più 28 mila cittadini sono costretti a vivere? 

 


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