Ripercorrendo la storia della complicata vicenda ex-Carbonizzo Tempesti di Fognano dietro il fondale dell’articolo di Giacomo Bini su La Nazione del 3 novembre. Dopo l’archiviazione di Leonardo De Gaudio, si è sorvolato su tutto. Passata è la tempesta: così ora finalmente Ferdinando può dormire sonni tranquilli. Davvero la politica (e anche la giustizia lo è) è l’arte di tenere e mantenere «l’uovo, la gallina e il culo sano»
CHI LAVORA IN SUPERFICIE
VIVE BENE ED È FELICE
CHI AL CONTRARIO MIRA AL VERO
TROVA UN CLAUDIO TRUCE E FIERO
Su uno dei muri del cesso del Liceo Forteguerri, quando fui studente nei lontani anni 60, c’era – spiegato in maniera molto goliardica: di quelle che sono sgradite a sostituti-vergini come Giuseppe Grieco e Claudio Curreli – la soluzione pretesca che porta a buon fine ogni porcata della natura umana.
E poiché il cesso – a Dio piacendo – riguarda la triste materia organica che fuoriesce dallo sfintere dopo la famosa digestione, che pure ci insegnavano a Scienze; quale miglior condensazione di saggezza di quella coagulata in una quartina con lo spirito dell’aforisma?
Il compromesso merdaceo (l’aggettivo è nobile, Pm e sostituti di Pistoia. Proviene dai Carmina Priapea, dei quali io, modestamente, fui ermeneuta, traduttore e curatore per le edizioni Rizzoli-Bur, non caccolinae dell’editore Fagioli & Ceci di Ponsacco con seppioline in zimino…) recitava così:
Chi col dito il cul si netta,
tosto in bocca se lo metta.
E così sarà pulito
carta, culo, bocca e dito!
Don Giuseppe di Partenope, che – mi dicono – non pur solo una volta viaggia col suo macchinone scuro in senso vietato nel tratto «abitazione di via Cino-parcheggio dietro l’ex-Banca d’Italia» (che s’è addormentata e non desta: l’ha abbioccata la sinistra cara al bianco-muto del Colle), si indignerà. Pazienza.
Curreli scriverà un comunicato-stampa dell’Agesci-Scout per insegnare ai ragazzini a comportarsi da cittadini attivi (ma speriamo non come lui e molti altri), invitando tutti a andare a prestare servizio gratuito a Vicofaro?
Entrambi, con l’avallo di Coletta, che non intercetta i suoi amici, e un appoggino della Contesini, si scateneranno ancor più sulla linea dello stalking giudiziario contro di me. Chi parla chiaro sta sui coglioni e va messo a tacere: ma non ci posso far nulla. I dottori non rispettano il giuramento di Ippocrate; gli avvocati fanno pena e schifo; i giornalisti sono solo culilingui. Io purtroppo sono fatto così: se vedo, racconto e dico. Il mestiere è quello della verità caro a Indro.
E ieri, purtroppo, ho visto anche quel che non si vede, dietro l’articolo di Giacomo Bini (La Nazione) sul Carbonizzo di Fognano.
L’aforisma del dito in bocca ha funzionato perfettamente nell’ottica inciucistico-demo-comunista che invade tutta la nostra (in)civiltà post-moderna: fatta solo di interessi squallidi di quattrini e amen!
Letta così, la notizia del Bini sembra una grazia di Dio. Letta sotto la pelle dello scorticato, come nel Silenzio degli innocenti, c’è un tal puzzo di corruzione, da far arricciare il naso anche a San Sebastiano lo sfrecciato, patrono di tutte le Misericordie d’Italia – compresa quella di Pistoia che, detto fra noi, non è poi un vero e proprio fiorellin di serra.
Nessuno ricorda più nulla e la barca che va, viene lasciata andare. Orietta Berti docet:
Il grillo disse un giorno alla formica
«Il pane per l’inverno tu ce l’hai
Perché protesti sempre per il vino?
Aspetta la vendemmia e ce l’avrai».
Mi sembra di sentire mio fratello
che aveva un grattacielo nel Perù,
voleva arrivare fino in cielo
e il grattacielo adesso non l’ha più…
In realtà dietro il Carbonizzo c’è una storia di ordinario malaffare che tutti conoscono e che io ricordo benissimo perché me ne sono occupato non come i giornalisti pistoiesi dell’ordine dei culilingui di Bartoli e Marchini, ma come un vero montanelliano: cioè l’antipodo delle nozioni che del giornalismo hanno Giuseppe Grieco e Claudio Curreli (giornalista, peraltro, abusivo quale addetto stampa ufficiale dell’Agesci-Scout Pistoia).
QUATTRO PASSI NEL DELIRIO
Riepiloghiamo la storia del Carbonizzo:
1. Il Comune di Montale prende accordi per il risanamento dell’area del Carbonizzo Tempesti con la Meridiana Immobiliare: e le concede xyz metri cubi di opere edilizie, in cambio dell’intervento;
2. Improvvisamente, in corso d’opera (dopo una trattiva snervante), il Comune toglie zyx metricubi costruibili alla Meridiana dicendo: l’area è già ben servita. Ma quello stesso zyx cancellato alla Meridiana ricompare a trecento metri di distanza, dove San Sebastiano delle Misericordie ha fatto atterrare l’arcangelo Gabriele, l’angelus Domini [qui] nuntiavit Mariae (quello dell’annunciazione, avvocata Elena Giunti…) per compiere un miracolo.
3. Nel casino generale che si scatena (don Ferdinando Betti, sindaco di Montale, ha fatto modificare, nel frattempo, i piani edilizi dell’area proprio mentre la Meridiana stava portando avanti i lavori promessi e già ratificati in accordi), entra di mezzo anche Leonardo De Gaudio. E come finisce il tutto? Leonardo (non da Vinci) scopre che… «tutto è a posto, non c’è nulla: ogni accusa l’è fasulla». All’archivio.
4. La Divina Provvidenza – quella delle infinite vie come le tratte aeree della Lufthansa – lavora in sottofondo con l’avis-spicio (= auspicio: etimologicamente l’osservazione degli uccelli – ma anche dei coglioni…) di San Sebastiano, tutto frecce su tronco, cosce e mano.
Si squarcia l’atra nube, il ciel si rasserena: risuonano le tube dal Montal fino a Siena. E così resta pulito, carta, culo, bocca e dito. È o non è, Linea Libera, un vero giornale anche satirico, genii e cromosomi della procura di Pistoia?
L’Opus Dei, se Dio vòle, ha già fatto quel che pòle!
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© LineaLibera Periodico di Area Metropolitana
E Curreli farebbe meglio a rivedere (indagando davvero!) la storiellina della «lettera scarlatta» e del notajo Muscariello, roba fatta portare avanti con davvero poco onore dalla Vpo Angela Pasqua…