sinagra&cuffaro 76. CAMILLERI AVEVA RAGIONE. «L’IMPUTATO NON È CONSIDERATO COLPEVOLE SINO ALLA CONDANNA DEFINITIVA», MA A PISTOJA LA LEGALITÀ NON FUNZIONA COSÌ


Anche se la Costituzione lo dice espressamente (art. 27, comma 2), da Coletta in giù – che partì bene e finì male –, e in maniera particolare per Curreli, Grieco e Contesini, degli imputati se ne deve fare strame, come usa dire, convinto, il sostituto Agesci-scout incompatibile nel tribunale nebbioso di Vanni Fucci



FORTUNATI, IN ITALIA, ABBIAM LA COPPA

DAVIS: MA LA GIUSTIZIA È CIONCA E ZOPPA!


La famosa circolare inutile Coletta del 10 dicembre 2020, sùbito oltrepassata da Curreli e Martucci con i domiciliari ad mentulam canis

 

Quando nel 2020, a protezione dell’onorabilità del ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, “il pastor di Cosenza” (citazione dantesca) –, non Bartolomeo Pignatelli, ma Claudio Curreli, deputato a difendere la buona giustizia nel Cosentino –, trasferito in punizione a Pistoja per il trattamento riservato a Padre Fedele Bisceglia, iniziò a girare intorno a chi scrive come una trottola, ma con moto eccentrico; e a imbastire «processi politici» del Menga, sostenuto anche da Giuseppe Grieco: Coletta – che era in corso legale in procura da poco tempo, scrisse una famosa circolare in cui ricordava, a tutti gli sceriffi di Sherwood del Terzo Piano, che non dovevano imbastire campagne mediatiche di autopromozione pubblicitaria a danno degli imputati.

Come non detto. Il giorno dopo  suoi “ragazzi di bottega” si scatenarono ancor più, facendomi mettere ai domiciliari da una Gip Martucci distratta quanto una studentessa della scuola media che arriva al primo anno del superiore: testa all’aria e naso all’insù. Pronta a dare retta a un Curreli che dà l’impressione – visto da fuori – di essere troppo distratto dalle sue mille e una occupazione per comparire sulla stampa e rendersi noto per la sua (come mi è stato detto in questi giorni) ammirevole scrupolosità.

Personalmente mi permetto di esprimere in maniera libera le mie opinioni su di lui, non ad mentulam canis (= a hot dog, per capirci); ma, come sempre (e non il sempre della procura, che prima rinvia a giudizio e poi cerca le motivazioni, non di rado coprendosi di ridicolo) “a ragion veduta”.

SILLOGISMO ONTOLOGICAMENTE ARISTOTELICO. Tutti i cittadini sono uguali dinanzi alla legge, art. 3 Cost. I magistrati sono cittadini. Anche i magistrati sono soggetti alla libera critica di cui all’articolo 21 Cost. sulla libertà di pensiero ed espressione

Il Csm ci ha scritto varie volte sottolineando che i magistrati sono, in prima istanza, uomini fra gli uomini (ex art. 3 Cost.) e come tali devono anche essere visti, esaminati, trattati e criticati. Anche grazie alle libertà costituzionali garantiteci dall’art. 21, il più violato a Pistoja dal 2020, fino alle condanne, sostanzialmente pseudo-immotivate, inventate ad hoc dal pigro e disattento (quanto timido) giudice Luca Gaspari.

Il quale, pur sapendo con certezza la verità sulle cazzate del non-dottor Perrozzi, del mai-comandante Nesti, del ruminante Bene-Minkia e del Fascio-Ciottoli, da buon don Abbondio optò non per dare lo schiaffo che meritava a Curreli & C., ma per gratificare un invasivo collega che è uso non fare indagini per come si deve.

Se ripensate, però, a ciò che ho scritto ieri, 24 novembre, sui comportamenti archetipici; e ripassate la lezione «Curreli vs Padre Fedele», vedrete quanto di vero vi è stato suggerito.

Ancor più se farete attenzione a come il «sostituto in punizione a Pistoja» continua imperterrito a rinviarci a giudizio ancor oggi, e sempre con le solite supercazzole della diffamazione, dello stalking giornalistico (che non esiste), della violenza privata o di altre altre allucinazioni, che poi si sfarinano in aula.

E si sfarinano per un motivo molto semplice, per non dire elementare: per Curreli (e per la legione di assaltatori di sostegno, che Coletta gli ha messo alle spalle) svolgere indagini significa unicamente usare il copia-incolla delle minchiate. E il più delle volte un copia-incolla  cialtronesco e irricevibile.

Le minchiate che la gente, di cui noi parliamo come liberi giornalisti, spara in continue querele temerarie per raggiungere il solo scopo di poter continuare ad agire scorrettamente come fa di solito – anche grazie alla pròvvida copertura offerta da parte di magistrati quali Ser Claudio: un cittadino-magistrato assai simile alla famosa Eccellenza (vedi Sant’Ambrogioprise de cul antiaustriaca di Giuseppe Giusti), il cui «cervel, Dio lo riposi, in tutt’altre faccende affaccendato, a questa roba è morto e sotterrato».

È, infatti, quella di Curreli, una questione di tempo e di impegno. Di fatto il Torquemada di padre Fedele, fra Scout-Agesci; articolini di addetto stampa da Terzo Settore; redenzione delle prostitute bianche e nere esercenti sulle rotonde della superstrada di Agliana; piantumazioni di alber[t]i (così leggemmo…) nel giardino del Forteguerri, che è ormai al livello scientifico della scuola materna di Pupigliana: di fatto il Torquemada di padre Fedele, dicevo, è più il tempo che se ne sta in giro, che quello che dedica, scrupolosamente seduto nel suo ufficio, dedito ai suoi trascurati doveri istituzionali.

Aggiungeteci, poi, che Curreli dirige Terra Aperta e il traffico dei clandestini, e il gioco è fatto.

Di questo regime, confusorio e confuso, di prestazioni estranee, caotiche e in rotta di collisione con il servizio dello stato (art. 54 Cost.), nessuno dei suoi augusti colleghi fa mai menzione.

Anzi: l’ex presidente del tribunale, Maurizio Barbarisi, lo ha sempre difeso e gratificato, sebbene Curreli fosse (e sia) in posizione palesemente illegale.

E sapete perché? Perché essere gente di specchiata moralità è un dovere che tocca solo al popolo, datore di lavoro dei magistrati e garante dei loro super-cospicui stipendi.

Dio – ce lo insegnano Bergoglio, Biden, i centri sociali e la Salis, con Bonelli, Fratoianni e gli accoglientisti – può fare quel che vuole. Perché è eterno, immortale e infinito: nella sua bontà, come nella sua malvagia cattiveria (o non potrebbe essere assoluto).

 

Parola di Mattarella e del Csm. Rendiamo grazie al Signore!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© LineaLibera Periodico di Area Metropolitana


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