sinagra&cuffaro 77. CAMILLERI AVEVA RAGIONE. «CONDOTTA IMMORALE E NON SPECCHIATA»: ECCO LA PERFEZIONE DELLE “AUTORITÀ COSTITUITE” PRONTE A GIUDICARE E GIUSTIZIARE


Se ripenso al fariseismo che inzuppa il secondo e terzo piano del tribunale di Pistoja, e confronto la vita di certi magistrati con la morte di un caro amico partito in tre mesi per un tumore fulminante al fegato, mi convinco sempre di più di ciò che disse il sindaco di Sambuca, Mauro Brizzi, quando davanti alla farmacia di Pracchia rovinò la fiancata della sua Fulvia nuova fiammante: «È proprio vero che Cristo non c’è!»


Pistoja non si fa mancar nulla: né in bene né in male

FATTI NON FOSTE DAL SIGNOR DIVINO

SOL PER TACER, MA A DIRE VINO AL VINO


Allora parlò alla folla e ai suoi discepoli, dicendo: «Gli scribi e i farisei siedono sulla cattedra di Mosè. Fate dunque e osservate tutte le cose che vi diranno [di osservare], ma non fate secondo le loro opere; perché dicono e non fanno. Infatti legano dei fardelli pesanti {e difficili da portare} e li mettono sulle spalle della gente; ma loro non li vogliono muovere neppure con un dito» [Mt, 23]

Pistojesi, ma anche altri italiani di altro luogo e diversa regione, state sereni. La vostra esistenza è garantita da una schiera di personaggi super-qualificati a esercitare quell’arma incontrollata che si chiama diritto, ma che in realtà – come Manzoni fa dire ad Adelchi in punto di morte –, è solo una forza feroce: Una feroce forza il mondo possiede, e fa nomarsi dritto (vv. 354-56). In altri termini il sopruso di stato a denominazione di origine controllata e garantita.

Quest’arma è una mazza chiodata in mano a gente che la fa roteare vorticosamente, specie a Pistoja; e sbattere in testa alla gente, come gli inquirenti vogliono e gli pare, di volta in volta: «a seconda dei casi e delle persone attuali».

IL FATTO

Di recente c’è stato un rinnovo delle domande di reiscrizione o conferma dei tecnici CTU del tribunale di Pistoia. E un amico, che era iscritto in una certa lista, si è fatto avanti per chiederne la sua riconferma.

Solo che non ha tenuto conto di avere avuto un decreto penale per avere offeso (secondo l’augusto sghembo parere di una problematicissima giudiciA di Pace di Pistoja, che ha deciso [complimenti!] anche contro la stessa perizia da Ella stessa ordinata) l’onorabilità di un esperto suo pari di Perugia solo per avere espresso, in una battuta, una sua mera, ironica opinione in tono di sàtira.

L’amico aveva infatti scritto che quanto affermato in una perizia dal suo omologo perugino, era degno della sfera di cristallo di Mago Otelma. Che offesa da lavare col sangue! E che diffamazione professionale, cazzo! Che squalificazione per il perugino che, forse, si era troppo abbuffato all’Eurochocolate caricandosi eccessivamente di endorfine da cacao!

Per tale motivo l’amico si è sentito rispondere, dalla commissione deputata (Patrizia Martucci, presidente del tribunale; Tommaso Coletta, procuratore della repubblica; Antonio Orsi, presidente dell’ordine professionale; Denise Micchi, segretario del comitato), che la sua domanda veniva respinta perché, dalle informazioni assunte, la sua condotta era ritenuta «immorale e non specchiata».

CHI DI VOI È SENZA PECCATO…

Scagli la prima pietra. E i quattro cavalieri dell’Apocalisse si sono divertiti, e compiaciuti, a tirare non una pietra, ma una macignata a testa sul capo del richiedente la conferma dell’iscrizione.

Fossero stati tutti, come si dice, dei candidi fiorellini di serra, nichts zu sagen, niente da dire.

Ma la prima cosa che mi è venuta in mente è stata l’ineccepibile serietà della storia della signora Liana Vettori, esperta grafologa, molto apprezzata nel tribunale di Pistoja (anno 2007 – e quindi ben nota anche al sostituto Giuseppe Grieco, residenziàtosi in Via Cino da Pistoia 6 dal 30.10.1998), la quale (si vedano le cronache in La Nazione-Pistoia e II Tirreno-Pistoia/Prato del 7 dicembre 2007), con la semplice licenza elementare, si era iscritta, presso la Camera di Commercio di Pistoia, al Ruolo dei Periti e degli Esperti.
In séguito, si era presentata al Tribunale di Pistoia, e con due diplomi post-laurea dell’Università Interazionale della Nuova Medicina di Milano (UIM: istituto non statale né riconosciuto dallo stato), allo stesso modo con cui aveva operato il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi (stra-protetto da Claudio Curreli), si era accreditata come perito e consulente del giudice civile e penale; e dal 1999 veniva chiamata a pronunciarsi – in termini di vero o falso – sul disconoscimento di firme comparenti su contratti, assegni, fideiussioni, testamenti e altro.

Tanti «uomini di specchiata moralità» e le cose vanno sempre peggio… C’è qualcosa che non quadra. Possibile che il male di Pistoja si possa identificare quasi solo con chi, come noi di Linea Libera, perseguitati da Claudio Curreli e C., chiede solo terzietà, imparzialità, indipendenza, trasparenza e rispetto rigoroso della Costituzione e dei suoi valori?

Questa la prima reminiscenza. Ma ecco tutte le altre in fila, che testimoniano la condotta morale e specchiata (da nessuno mai contestata più di tanto: anzi, protetta a Roma e a Genova) di alcuni dei magistrati-censori di Pistoia:

  1. Il dottor Tommaso Coletta lo dobbiamo rammentare per primo in quanto capo della procura (idest: grande inquisitore), trasferito – e perfino dietro promozione! – da Firenze, seppur dopo la vergogna dell’episodio denunciato dal luogotenente della guardia di finanza Daniele Cappelli, che vi invitiamo a riascoltare qui. Una situazione che imbarazzerebbe chiunque, tranne un procuratore capo come lui, indicato come corrotto, ma gratificato dai suoi colleghi di Csm e Anm.
    E ora arrabbiatevi perché dall’estero Elon Musk dice che la magistratura italiana andrebbe rimessa al suo posto, dopo essersi di fatto appropriata del potere.
  2. La dottoressa Patrizia Martucci, pur a conoscenza (come Craxi di Mani Pulite) delle incompatibilità del gruppo familiare Curreli-Curci a Pistoia, finge di volare alta almeno Tre metri sopra il cielo, il che, però, non la esimerebbe dall’obbligo di prendere posizione (quale pubblico ufficiale-magistrato) denunciando le irregolarità curreliane, se non altro acquisite anche attraverso le pubbliche risposte farisaiche dell’ex-presidente del tribunale, Maurizio Barbarisi, secondo il quale quando a Roma tutto tace e tutto si sdogana, vuol dire che, nonostante le norme di legge, le violazioni sono illecitamente e illegalmente legalizzate. O sbaglio?
  3. Il dottor Claudio Curreli, notoriamente e apertamente in conflitto con lo stato (lèggasi: cittadini che lo pagano e lo foraggiano), causa esercizio di attività politica in collisione con i doveri della sua mancata soggezione alla legge (art. 117 Cost.) e la sua adesione, en plein air, alla politica dell’immigrazione clandestina selvaggia; causa la sua compresenza a Pistoia con la moglie (cosa inammissibile, ma tollerata nel silenzio generale); causa l’uso della sua casella curreli@giustizia.it per esercitare la funzione di addetto stampa (non è soggetto, Colui, alla Legge 150 del 2000?) senza essere iscritto all’ordine dei giornalisti e per di più usando il server giustizia.it per emanare i proclami da Agesci-Scout (ormai appartenente, mi si dice, al Terzo Settore).
    Un Curreli – ormai mi è stato ufficialmente confermato anche nel corso di un colloquio, presso la GdF di Pistoia, richiesto dalla procura di Genova, competente per i magistrati pistoiesi, la mattina del 14 novembre scorso –; un Curreli impacchettato e inviato in punizione a Pistoja dopo il gravissimo episodio dell’aver fatto sparire un fascicolo che avrebbe scriminato padre Fedele Bisceglia: e a tal proposito, vedere qui.
  4. Il dottor Giuseppe Grieco, palesemente avverso a chi scrive (e sono pronto a risponderne in aula), che, a sostegno del suo capo Renzo Dell’Anno, radunata la stampa attovagliata-filo-inquirenti pistoiesi, la pregò vivamente di non pubblicare parola del processo – ovviamente politico, come oggi quello/quegli di Linea Libera – contro il luogotenente Sandro Mancini, sgradito al potere dell’epoca.
    Un facente funzione, Grieco, che ha affossato varie azioni poste all’attenzione della procura, non solo a causa di violenze private archiviate da “Egli medesmo”, ma perfino costruite ad hoc contro persone di famiglia, per una semplice ammenda da 150 euro trasformata in un obbrobrio giudiziario.
  5. Il dottor Luigi Boccia, per sistemare sua figlia all’asilo a lui più comodo, ottenne dai vigili urbani di Pistoia (forse auspice l’allora comandante Giuseppe Napolitano, suo «prossimo sociale») la residenza in una casa senza porte e senza finestre (pensate che «condotta morale e specchiata»!), facendo poi cancellare, dalla lista dei ragazzi ammessi, la figlia della vigilessa Tormentoni. Il tutto, forse, organizzato in ambiente di «prossimità sociali» fra rigorosi amici che condividevano gli stessi spazi calcistici al Club del Napoli, vicenda divenuta di pubblico, indecente dominio in città.
    Il dottor Boccia, trasferito a Pistoia da Marsala il 3 dicembre 2004 in viale Adua 322, si trasferì nella Casa di Sergio Endrigo (senza porte e senza finestre) il 20 aprile 2012: Viale Pacinotti 3.
  6. Il dottor Luca Gaspari, nonostante avesse in mano (da me inviategli per Raccomandata 1) non le carte d’incarto dei famosi Torroncini Condorelli, ma quelle ufficiali e certe, mi ha voluto condannare accedendo alla confusione mentale e fattuale di un Curreli, protettore del ragionier non-dottor Perrozzi, calunniatore, falso e favoritissimo dall’amministrazione comunale di Quarrata e dai suoi geometri corrotti e infedeli. I cui nomi ho fatto, tutti, alla Guardia di Finanza il 14 novembre scoro.
    Del resto Gaspari, fingendo di non sapere la verità su Perrozzi, e di non essere a conoscenza delle menzogne e calunnie di Luca Benesperi e Maurizio Ciottoli, non si è forse comportato proprio come il dottor Curreli quando fece sparire i fascicoli di Padre Fedele Bisceglia a Cosenza?
    Un Curreli che, nonostante tutto quello che ha combinato, continua a combinarne di tutti i colori e ha già rimesso in piedi, con la sua collega giovane Chiara Contesini, altri due corposi fascicoli di stupidaggini date per fatti certi, nello stupido tentativo di chiudere la bocca alla Verità oggettiva e processuale, da lui e dai suoi compari costantemente distorta e falsificata in ogni modo violando l’art. 358 cpp.
Per distruggere la libertà di critica, cronaca e satira – che vi infastidivano – vi siete perfino inventati l’esistenza della stampa clandestina: senza capire che la stampa non è soggetta ad autorizzazioni e censure art. 21 Cost.) e che perciò la struttura Ordinistica a cui vi rifate è un’emerita bufala incostituzionale. Complimenti!

 

Ora – politici, amministratori, industriali, potenti, impotenti, preti, frati, monache, ortodossi e buddisti, pedofili e asceti – chiedetevi se non è stupido, in quanto ontologicamente illogico, non porsi queste domande:

  • Perché tutti questi magistrati perfetti, intangibili, stupefacenti e luminosi, di condotta morale e specchiata, invece di usare il diritto per come si deve, cioè denunciando chi (in questo caso io) parla a chiare lettere e senza mezzi termini di loro e della loro dubbia condotta, non la smettono di comportarsi da esseri superiori e quasi angelici che affermano di garantire le tre virtù teologali, loro ignote, degli addetti alla Giustizia: la terzietà, l’mparzialità, l’indipendenza?
  • Perché preferiscono fare finta di niente? Qual è il loro fine, se non quello di un tacere colpevole per potere impunemente attuare un vero e proprio stalking giudiziario contro chi, a Pistoja, non è disponibile ad accettare le elucubrazioni, le fisime, i protezionismi, le reticenze, l’omertà e, in buona sostanza, tutta l’illegalità di un tribunale considerato una sorta di “discarica del Cassero” per via del personale in punizione, da parte di Csm, procura di Genova e Anm?

Saluti a tutti i pistojesi, da chi il giornalismo montanelliano lo esercita così bene che, preso di mira, da 5 anni 5, è fatto bersaglio di una congrega in ipotesi di associazione per delinquere.

Questo intervento, caustico quanto si vuole, è comunque veridico, pertinente e continente. L’incontinenza, così cara al Terzo Piano, non va infatti scambiata con l’indignazione

Anche se non c’è da sperare che certi Soloni/Torquemada possano poter contare su competenze linguistiche che sono l’antìpodo della loro insopportabile, siocca, tirannica superbia.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© LineaLibera Periodico di Area Metropolitana


Se gli uomini si fossero sempre comportati secondo la visione del mondo e le regole assolute della Gip Patrizia Martucci (assoluto rispetto delle «autorità costituite»), oggi saremmo ancora in mano allo Zio Hitler, a Mussolini, a Mao Tze Tung e al Re Sole. E qualcuno direbbe ancora una volta:
«Non avete pane? Mangiate brioches!»


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