Boccalóne sostantivo maschile (femminile –a) [derivato di bocca]. – 1. Persona che ha la bocca grande o che apre molto la bocca quando parla o grida o piange o che ha l’abitudine di tenerla aperta: «Metti la lingua sul fuoco, boccalona!» dice Musetta (Pratolini); anche, piagnucolone, credulone, persona maldicente, o chiacchierona in genere. 2. Uccello dei caprimulgi, comunemente detto succiacapre [da https://www.treccani.it/vocabolario/boccalone/]
IL POTERE A CHI CE L’HA
PORTA GRINZE A VOLONTÀ
«Mado’ com’è invecchiato, ha un’espressione assente e mi pare pure preoccupata». Questo il commento di un destrofilo che ha visto il Fascio-Ciottolo così immortalato durante il con[s]iglio comunale del 25 novembre scorso; quando invece di seguire la discussione e rispondere, si trastullava con Fb e gli scappavano i video a tutto volume. Uno spettacolo.
Povero Ciottolo! A guardarlo così, dopo la botta che ha avuto trovandosi accanto anche una comunista di Italia Viva come la Torresi (a proposito, boccalone, tu che sei l’assessore alla polizia municipale, gliele hai fatte fare due multe per divieto di sosta alla tua Ambra? E gliele hai fatte pagare o, secondo il tuo costume, gliele hai pagate con la tua carta di credito, come ai vecchi tempi della tua prima consiliatura con il Bimbo-Minkia?); a guardarlo così non c’è da meravigliarsi se è in forma… disfatta. Anche il fisico, si sa, rispecchia il grigiore morale che alberga negli uomini. Il suo zio proposto di Quarrata, ce ne ha fatte di prediche sopra!
Guardatelo bene, Maurizio! E riflettete su cos’è questa sorta di pitecàntropo da «pianeta delle scimmie» che va tuttora in giro a smargiassare, gonfio come un bombolone, vantando alte protezioni in procura.
È un fan del Curreli; ha grandi appoggi politici (ma di questo mi preoccuperei, anche perché il senator La Pietra della Zappa, se qualcosa ti appoggia, finisce che, se non lo lecchi a “dovéle”, te lo appoggia sì, ma solo tla le mele); e fascionamente «se ne frega».
Maurizio – nome anche di Walter Matthau, il prete del Piccolo diavolo di Benigni – è la persona adatta di maestro da seguire e stargli accanto come fa la Torresi: stretti stretti nell’estasi d’amor (La spagnola sa amar così…).
Dopo tutto il trojaio che el Tubator ha combinato in 5 anni di prima consiliatura di cacca del centrodestra ad Agliana, a fianco del suo Bimbo-Minkia, il ferrucciano ha ancora il coraggio (come sempre, del resto, gli sciocchi) di sentirsi grande e sicuro.
Un Napo-leone che però, più che essere tale, poiché prende a tubate la gente; minaccia i giornalisti; lancia loro messaggi luridi trasversali quando partecipa a una festa dei Fratelli/Frittelli d’Italia; un Napo-leone che perde tutta la leoninità per acquisire la sua migliore iconografia morale d Napo-coglione.
Occhio, perché dare di coglione a un fascista non è reato: il giudice di Bersani contro Vannacci ce lo ha insegnato. Perciò con me non attacca: neanche se lui, il duce della Ferruccia, il cuoco alla bottarga e il can da cuccia, si sente potente, si gratta e si sbuccia.
Intanto – Curreli o non Curreli, La Pietra o non la Pietra –, il fuciliere (oggi senza fucile) del Bengala è stato falso testimone in aula con Luca Gaspari e oramai la cosa è non solo evidente, ma certa, certificata e conclamata. Poi, sostenendo falsamente la storia della cacaiola di Bimbo-Minkia, è stato pure un solenne calunniatore. Più o meno come quando ci manda a dire minacce del cazzo, diffidandoci dal parlare della sua famiglia.
Ma chi lo ha mai cagato il ferrucciano su tale materia? Che film s’è fatto? Fosse stato vero, perché non ha tirato fuori le carte? Sai come sarebbero stati contenti sia Curreli – l’inventore dello stalking giornalistico insieme a Grieco – e tutti gli altri «nani biancanévici» del Terzo Piano?
Lui, superuomo di Nietzsche, se ne frega. Noi però, gente onorata, con una sola parola e tanta dignità, ce ne catafottiamo.
Abbiamo la copia forense del mio cellulare sequestrato illegalmente da Curreli e Martucci, e utilizzato – più illegalmente che mai – dal trio Curreli-Maricchiolo-De Gaudio. Un esempio della legalità adatta alla Mariavittoria Michelacci, avvocata di Quarrata e sostenitrice di Baby-Romy e indecenze varie.
Quella copia forense, ordinata da Gaspari per condannarci e mai spulciata e tenuta in considerazione, però c’è: non è cosa dubbia e leva il cosiddetto “vino dai fiaschi”.
Basta seguirla e ascoltarla per vedere che, finché Pistoja avrà i magistrati più indegni d’Italia in casa propria e con il potere in mano, i nipoti di Vanni Fucci non hanno scampo.
Se discendi da Vanni Fucci, questa roba tu te la ciucci. Mi sono spiegato, gente?
Edoardo Bianchini
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