sinagra&cuffaro 84/10. CAMILLERI AVEVA RAGIONE. SCHIZOFRENIA GIUDIZIARIA ITALO-PISTOJESE: COSA CONTINUANO A NASCONDERE IN PROCURA?


Credo che sia necessario non solo dividere le carriere dei magistrati, ma togliere, ai signori delle procure, tutti infiammati dal sacro furore di voler – come dice Manzoni – raddrizzare le gambe ai cani, quella discrezionalità che, usurpata aldilà della Costituzione e delle Preleggi, serve loro a pseudo-legittimare il potere di tanti piccoli Re Sole che soffrono della “sindrome del pisellino mignon”!


La verità ti fa male, lo so. La verità ti fa male, lo sai…

O MIO CARO E BUON GESÙ,

NON LI FAR REGNARE PIÙ!


La Candida Rosa di Dante. Santalucia ci faccia la grazia e un miracolo sia!

 

A distanza di anni, restano tuttora senza risposta – e non sono tutte – le domande fatte all’ex presidente del tribunale Maurizio Barbarisi, che non si è mai sbilanciato a tranquillizzare quel mare tempestoso delle nebbie che è la procura della repubblica di Tommaso Coletta.

Ve le ripropongo oggi; in attesa del bambinello che ci lascia nel macello e speranze non ci dà:

  1. Claudio Curreli conosceva o no il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, Ctu del tribunale di Pistoia? E se lo conosceva, perché lo ha seguito e tutelato con tanta solerzia mentre si sarebbe dovuto dichiarare incompatibile con tale soggetto?
    E perché lo favoriva attraverso la sua avvocata Giovanna Madera, autorizzata, di fatto, a “impestare” la procura di Pistoia anche di notte, anche d’agosto, scrivendo puttanate perrozziane non solo a magistrati (Curreli, Gambassi etc.), bensì pure al personale della procura?
    È logico, giuridicamente ammissibile e corretto questo sconcertante favoritismo a pro di un bell’imbusto che sulla collina del Montalbano ha costruito come e quanto ha voluto, con e senza permessi; ma soprattutto infrangendo (con l’aiuto e il silenzio degli uffici tecnici) ogni norma di legge e di regolamento urbanistico in vigore in area protetta?
    Perché Curreli, Grieco, Martucci, Gaspari, Coletta, invece di tuonare come novelli Zeus, non si sono presi la briga di leggere i riferimenti normativi loro forniti, e hanno preferito condannare me che chiedevo solo il ripristino della legalità? Gli faceva fatica leggere?
    Tutta questa gente, allora, lavora per la legge o contro di essa? E come si permette di fare quello che vuole e come vuole? Possono tutto perché sono magistrati? E dove sta scritto?
  2. E se Curreli conosceva il Perrozzi, lo conosceva direttamente o per interposta consorte, la dottoressa Nicoletta Maria Curci, giudice, molto discussa e discutibile, delle esecuzioni nel tribunale di Pistoia?
  3. Il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, Ctu del tribunale di Pistoia, quante curatele aveva ottenuto nell’ultimo decennio? E da quanti e quali magistrati per l’esattezza?
  4. Claudio Curreli può lavorare nello stesso tribunale con la consorte che si occupa di materie affini alle sue, senza ipotesi di conflitto d’interessi?
    A questo Barbarisi, stretto alle corde, dichiarò, per iscritto e per ben due volte, che – di fatto – Curreli e Signora erano “protetti in alto loco” a Roma e altrove.
    Bella spudorata vergogna!
  5. Claudio Curreli può svolgere in piena legalità sia le funzioni di inquisitore (sostituto pubblico ministero) che quelle di TerrApertista che coordina i flussi dei clandestini in città? O infrange beatamente la legge (cui non si sente affatto soggetto) senza che alcuno gliene faccia minima osservazione?
  6. Come mai la procura di Pistoia ficca il naso dovunque tranne che nei problemi della chiesa di don Biancalani a Vicofaro?
    Chi è che dalla procura protegge la parrocchia di Santa Maria Maggiore pur dinanzi a concreti problemi di ordine e sicurezza pubblica e di rischio sanitario?
  7. Che rapporti ci sono, realmente, fra il luogotenente Salvatore Maricchiolo dei CC di Quarrata; Maurizio Ciottoli, assessore/picchiatore di Agliana; Claudia Vilucchi, vigilA messa agli arresti domiciliari come pure la ex-comandante Turelli; e Andrea Alessandro Nesti, ex-comandante dei vigili aglianesi disarcionato non dalla campagna denigratoria di Linea Libera – come dà stupidamente per scontato la procura e il suo muro di protezione intorno al Vpo che non ha mai vinto il concorso di comandante dei vigili urbani –, ma dal Consiglio di Stato?
    E perché, nonostante sia stato accertato tutto questo, anche con sentenza passata in giudicato, Claudio Curreli e Chiara Contesini continuano a fascicolare pacchi di querele temerarie copia-incolla, di Nesti e della moglie, Milva Maria Cappellini, particolarmente cara al Terzo Piano, sia per sue «prossimità sociali» con Alessandra Casseri, segretaria di Giuseppe Grieco; sia a Claudio Curreli che la difende comunque, nonostante sia stato dimostrato che suo marito, Andrea Alessandro Nesti, ha fatto – come si dice – più danni della grandine, ed ha occupato abusivamente il posto di comandante dei vigili per 15 anni?
    È roba, tutta questa, da paese democratico caro a Mattarella e Benigni, o da Kim Jong-un nordcoreano?
  8. Perché la procura non ha voluto di fatto verificare i falsi d’autore di dirigenti, funzionari e impiegati del Comune di Marco Mazzanti (e oggi di Baby-Romy), e ha preferito infliggermi punitivamente 104 giorni di arresti domiciliari solo perché avevo chiesto, e continuo a chiedere, il ritorno di molti atti amministrativi illeciti, ove non anche illegali, alla legalità?
  9. Se la giustizia italiana (CSM, ANM di Palamara e Santalucia, procura di Genova) svolgessero «con disciplina ed onore» i loro doveri, per quale motivo Curreli, Grieco, Contesini, Martucci, Gaspari e altri, non dovrebbero essere raggiunti da condanna come quel famoso Fabio De Pasquale che si è rifiutato di seguire il dettato dell’art. 358 cpp ai danni degli inquisiti del processo Eni di recente conclusosi a Brescia con legittimo schifo da parte dell’opinione pubblica e dei cittadini che pagano gli stipendi dei magistrati?
Viva la giustizia, ma solo se certi magistrati non sono così

 

Cosa devono pensare del muro di Berlino che protegge il silenzio ermetico, più che sospetto, degli inquisitori di Tommaso Coletta, il PM che dichiarò, a Massimo Donati del Tirreno, di voler lavorare per la «gente comune»? Quel Coletta che – grazie al suo potere discrezionale – minacciò, intimidendolo vergognosamente, il luogotenente della guardia di finanza Daniele Cappelli, col dirgli che lui la Lucia Turco, sorella di Luca Turco, non aveva intenzione di intercettarla?

Se il giudice deve essere soggetto alla legge, perché può liberamente agire a sua discrezione?

Se costei non fosse stata sorella del Turco, che fine avrebbe fatto? Quella che si sarebbe meritata per aver falsato concorsi e sistemazioni di prediletti da Dio secondo tessera del Pd o meno? Ma vi rendete conto di cosa si sta parlando o credete davvero che Pistoja sia la Città del Natale?

E a chi legge queste righe chiedo: vi sembra possibile che io, giornalista professionista con quasi 60 anni di attività sulle spalle, possa piegarmi dinanzi a tanta sporca corruzione in nome del popolo italiano che non conta una minchia proprio grazie alle «autorità costituite» e a un potere giudiziario che fa vergognare le cantonate delle mura ciclopiche di Micene?

Io credo che sia necessario non solo dividere le carriere dei magistrati, ma togliere, ai signori delle procure, tutti infiammati dal sacro furore di voler – come dice Manzoni – raddrizzare le gambe ai cani, quella discrezionalità che, usurpata aldilà della Costituzione e delle Preleggi, serve loro a pseudo-legittimare il potere di tanti piccoli Re Sole che soffrono della “sindrome del pisellino mignon”!

Questo tagliente riepilogo è dedicato a Claudio Curreli e Giuseppe Grieco; alle avvocate Elena Giunti, Elena Augustin e Cristina Meoni; ai difensori tutti delle presunte (e solo presuntuose) “persone offese” care alla cultura della sinistra locale e superprotette dal potere tirannico e incostituzionale della procura di Coletta.

Nell’attesa di Gesù, fate i buoni e ancor di più!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© LineaLibera Periodico di Area Metropolitana


PRELEGGI Art. 12
Interpretazione della legge

 

Quando si dimentica una cosa tanto importante, di solito agli esami si boccia…

Nell’applicare la legge non si può ad essa attribuire altro senso che quello fatto palese dal significato proprio delle parole secondo la connessione di esse, e dalla intenzione del legislatore.

Se una controversia non può essere decisa con una precisa disposizione, si ha riguardo alle disposizioni che regolano casi simili o materie analoghe; se il caso rimane ancora dubbio, si decide secondo i principi generali dell’ordinamento giuridico dello Stato.

MA IN PENALE NON SI PUÒ DECIDERE PER ANALOGIA COME HA FATTO IL GIUDICE GASPARI ACCEDENDO ALL’IDEA PERVERSA DI CURRELI, GRIECO E COLETTA, CHE POSSA ESISTERE LO «STALKING GIORNALISTICO».


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