No. Non ci sono scuse. Noi, pedoni della scacchiera del Terzo Piano, rivendichiamo il diritto di essere giudicati solo da persone migliori, non certamente peggiori di noi!
IMMENSO DIO, DAVVER SE TUTTO PUOI,
NON AFFIDARCI A CHI È PEGGIOR DI NOI!
Per la procura di Pistoia non si può parlare che di questo: la preoccupante dissociazione che essa presenta fra realtà reale e verità sognata.
A giudicare dall’accanimento con cui il negligente e disinformato Claudio Curreli ci sta perseguitando dal 2020 (peraltro insieme a Giuseppe Grieco e altri), è evidente che il mestiere di inquisitore non fa per lui: manipola, infatti, troppo; indaga a livello di zero, perché probabilmente non ha il senso del suo limite, essendo – come ci riferì l’ex-presidente del tribunale Maurizio Barbarisi – protetto a Roma, altrove e in ogni luogo.
Nell’indegna vicenda di Linea Libera i prediletti dal “Divus Claudius” sono facilmente identificabili. Èccoli:
- Romolo Perrozzi, ragionier non-dottore. Prima si spacciava pubblicamente per tale senz’esserlo, ma evidentemente per lui non vale la regola della “specchiata onorabilità” morale e può restare indisturbato negli elenchi dei Ctu. Quali più importanti garanzie, rispetto ad altri cittadini cancellati, offre questo discutibile e iperprotetto Policarpo De Tappetti, ufficiale di scrittura…?
- Andrea Alessandro Nesti, mai-comandante dei vigili di Agliana, iperprotetto da tutti, come ormai emerge da tonnellate di testimonianze e documenti (ivi comprese sentenze, anche passate in giudicato) non più smontabili, che smentiscono il suo piagnucolare continuo proponendosi come vittima (di se stesso, però).
- Milva Maria Cappellini, moglie ubiqua del Nesti; onnipresente su piazza e Giovanna d’Arco di un marito paradossalmente squalificato: amica personale (Ah, Coletta! Le «prossimità sociali» d’Italia e di Pistoja…!) della signora Alessandra Casseri, segretaria di Giuseppe Grieco. E per la Milva, con Curreli, si azzerano, in procura, tutte le colpe e se ne esaltano le luminose virtù “hateriche” di filosofa, scrittrice, fine conoscitrice di tutto e ambiziosa procuratrice generale del marito Andrea Alessandro, ex-Vpo, usurpatore di posto per anni 15 senza un motivo, e scacchista di talento!
- Luca Benesperi, il falso avvocato (lui stesso in consiglio si definisce così, ma la procura non indaga…); il calunniatore e il falso epigastràlgico, di cui ormai la copia forense del mio cellulare, ordinata (che errore!) dal distratto Luca Gaspari, mettono ormai in evidenza che, se il sindaco scaghetta da ogni parte, non è certo colpa di Linea Libera, ma dei suoi problemi personali legati a una fragilità psicosomatica da sempre presente e assai limitante nella sua vita.
Eppure ancora non basta. La sete di vendetta del Divus Claudius, che gioca a tutto campo e come minchia vuole, è tale che il solerte “dèo punitore”, cui padre Fedele Bisceglia aveva augurato di poter tornare a badare le sue miti pecore sul Gennargentu, continua a rinviarci a giudizio (compulsività irrefrenabile? Megalomania dell’io salvo il mondo dal male?) e sempre sui soliti capi d’imputazione che sono già stati discussi e tutti azzerati, dimostrandone la sostanziale stupidità, in cinque anni di processoni del Menga e di processini irritanti del Volga.
L’aver fatto, Curreli, quel che fece a padre Fedele Bisceglia, non gli ha insegnato un bel niente: la sua distorsione socio-mentale, forse determinata dal desiderio di purificare il mondo correggendo gli errori dell’opera di Dio (in cui dice di credere, visto il suo cattolicesimo scoutiano-Agesci), secondo il suo credo di “aprire la terra” come un’arancia, a spicchi, e fare entrare altri 200 (mila) neri a Vicofaro; la sua involuta-condizionata visione del mondo lo spingono a combinare pasticci a raffica nel silenzio generale del Pm che, evidentemente, non teme il ridicolo.
Per la cronaca, stavolta il duo Curreli-Contesini, salvo se altri, ci hanno nuovamente rinviato a giudizio con un secondo maxiprocesso politico a favore degli stessi personaggi che ho indicato sopra: altro che bis in idem! Qui siamo alla bis[scherità] in idem!
E stando così le cose, non verrete a dirmi che Linea Libera è un covo di delinquenti e ladroni da mille e una notte, visto che quello che abbiamo detto e scritto è stato tutto dimostrato in aula nello sciame sismico susseguente alla rottura della faglia provocata da Luca Gaspari.
Chi non è del tutto idiotizzato da questa civiltà da “tiranni di stato”, da confessori che si masturbano nell’ombra del confessionale, mentre svolgono il loro ministero di scovar peccatori da ogni parte: chi non è rinco, dicevo, capisce a colpo d’occhio che qui siamo dinanzi a gente che di diritto ne sa forse meno dei due famosi gatti classici di un noto grecista di fama internazionale, Pampreprio e Trifiodoro.
Com’è, di grazia, che Tom Col non riesce a rendersi conto del fatto che il suo ufficio è frequentato da cattive, se non pessime, compagnie? È forse troppo occupato a rimuginare sulle sue «prossimità sociali» partendo dalla Lucia Turco? Intende recitare un nuovo Sindaco del Rione Sanità, alla maniera di Eduardo De Filippo?
No. Non ci sono scuse. Noi, pedoni della scacchiera del Terzo Piano, rivendichiamo il diritto di essere giudicati da persone migliori, non peggiori di noi!
Siamo stufi di questa “gestione biascicata della giustizia”, tutta a danno di chi paga le tasse per fornire palate di euro a giudici che con la legge non hanno niente a che fare!
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
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“Il Pm Curreli, al quale auguro di pascolare le pecore sul Gennargentu, deve chiedere non solo scusa a Gesù Cristo ma al Mondo per il male che ha fatto: ha chiesto al giudice Branda di archiviare il fascicolo e il giudice Branda, con tanto di firma, l’ha sottoscritto e l’ha archiviato (vedi qui).
Di questa storia il Divus Claudius non ha pagato niente. E personalmente non gradisco affatto che a formulare ipotesi di reati da me (secondo lui) commessi, sia uno molto molto peggiore e più assai discutibile di me, gentilissimo Pm Coletta!
Per il momento la promessa storia delle firme false e delle truffe ammesse dalla procura pistojese in epoca Manchia, è rinviata a data da stabilire. Ci scusiamo per il disagio.