Come premessa a questo commento, ricordiamo sùbito a tutti due o tre cosette fondamentali; e ve le mettiamo chiaramente in fila perché non v’abbiano a sfuggire inducendovi in errore
MORIRÉM TUTTI DI STENTI,
CLAUDIO MIO, SE NON TI PENTI!
Quando si dice la verità, infatti, nessuno deve sentirsi offeso. Neppure se il pizzicato si sente superiore e più protetto di tutto il resto dell’umanità:
- Sillogismo aristotelico ontologicamente necessario (in senso filosofico, come a lui medesimo piace) al Pm capo Tommaso Coletta:
a) Curreli è un cittadino italiano;
b) tutti i cittadini italiani sono uguali dinanzi alla legge (Art. 3, Cost.);
c) anche Curreli, personaggio iper-pubblico e soggetto pure all’art. 54 della Costituzione, può essere liberamente esaminato, criticato, commentato, satireggiato ex art. 21 sempre della Sorella di Sergio Mattarella; - Chi non ci crede, rilegga bene (qui a fianco) cosa ci risponde lo stesso Csm, Consiglio Superiore della Magistratura, dal quale (parola scritta e sottoscritta di Maurizio Barbarisi, ex-presidente non-terzo, non-imparziale, non-indipendente del tribunale di Pistoja, stella polare di malagiustizia) Curreli è favorito;
- Se il Csm non prende provvedimenti di sorta per il fatto che Curreli, contro le norme di legge, vive e lavora a Pistoja nello stesso tribunale in cui sua moglie è giudice delle esecuzioni; mentre invece lo stesso Csm filocurreliano inizia procedimenti disciplinari contro colleghi di costui come Roberto Spanò del tribunale di Brescia: ciò significa che quel Csm medesimo (e, per contiguità, il sindacato “fuorilegge” dell’Anm (fuorilegge perché un potere dello stato non necessita, ontologicamente, di alcun sindacato…) è, come minimo, una sorta di associazione deviante e deviata;
- Se a Claudio Curreli è concesso di svolgere attività politica (coordinamento di Terra Aperta, opera che collide con il dovere del magistrato di essere «soggetto alla legge» ex art. 117 Cost., e non antagonista della legge; ma anche opera politica di cittadinanza attiva a marchio cattolico Agesci-scout, usando impropriamente strumenti istituzionali per svolgere funzioni di carattere prettamente privato di addetto-stampa, senza essere iscritto all’albo dei giornalisti, violando le norme della legge 150/2000); se gli è concesso questo e tutta la sua frenetica attività extra-lavorativa è benevolentissimamente tollerata senza battere ciglio, a Roma, in cielo, in terra e in ogni luogo: ciò porta, ontologicamente, ad una sola aristotelica logica conclusione: la Costituzione è praticamente inutile per certi magistrati come colui, che sono i primi a produrre e alimentare quel reato morale che i greci definivano hyperbasìa, ovvero «salto a piè pari delle norme e delle regole, non senza superbia» di cui il magistrato penale, censore pubblico, dovrebbe essere, per primo, ferreo tutore.
Detto questo, e in virtù dei diritti costituzionali traditi in questo stato ormai da un secolo dantescamente nave sanza nocchiero in gran tempesta, risulta particolarmente sconveniente e odioso – sotto il profilo morale e comportamentale di un magistrato-censore – doverne osservare la compagnoneria falso-democratica nella cena della Caritas al Tempio propagandata da Tvl.
Là – tenendo conto delle osservazioni sopra delineate – questo sostituto “benvisto e tollerato” a Roma, in cielo, in terra e in ogni luogo, Claudio Curreli è democraticamente disceso, quasi come uno dei famosi Eloìm della Bibbia, senza però, che fino ad ora, risulti che colui abbia mai fatto un vero e apprezzabile Autodafé, e con il capo doverosamente coperto di cenere.
«Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli»…
Edoardo Bianchini
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