sinagra&cuffaro 96 in stile-battutaccia. MA PERCHÉ L’AMBRA TORRESI LUCA GASPARI CANCELLA? SI VERGOGNA? ORSÙ, AGLIANESI, BACCHETTIÀM QUELLA MONELLA!


È nata il 27 maggio 1994 a Prato, si legge sull’albo degli avvocati di Pistoia. Ma sui suoi curricoli pubblici (quello che appare sul portale del Comune di Agliana, e l’altro, che era stato stampato e pubblicato quando ancora non aveva i pantaloni a saltafosso per passare dalla sinistra al fascio di colpo stile cavalletta) non c’è traccia. Come femminista ambrata ha, forse, Ella, paura della data…?


Avvocato, quando si firma è buona regola partire dal nome: Ambra Torresi. Non glielo hanno insegnato nell’ufficio del Gip-Gup?

CURRICULUM A INTERMITTENZA

UNA VOLTA IL NOME E UN’ALTRA SENZA


All’Ambra Gaspari non è piaciuto oppure deve preservarlo e preservarsi da qualcosa che vuole nasconderci?

 

Ma non solo. Per caso – perché i giornalisti le cose le vengono a sapere o perché gliele raccontano o perché le scoprono come Democrito “che il mondo a caso pone” (è Dante, ignorantoni delle «autorità costituite») –; per caso, dicevo, sono andato a scaricarlo, il CV (curriculum vitae per l’avvocata Elena Giunti), dal sito del Comune di Agrùmia.

E ho visto che nella versione n. 1, abborracciata e un po’ indecente, quando l’Ambra ci racconta che ha lavorato gomito a gomito con un magistrato penale di Pistoia, il nome del Solone era stato cancellato a scarabocchi di pennarello.

Invece nella versione n. 2 – rimasta sempre abborracciata, ma non scarabocchiosa – le cancellature ad mentulam canis (per l’avvocata Giunti: “a pène di cane” – e dico pène sennò Giuseppe Grieco mi ferma per strada e mi dice che eccedo: ma sempre meglio, però, eccedere che decedere…); invece nella versione n. 2, dicevo, gli scarabocchi nero-fascio erano scomparsi, ma era scomparso nel nulla anche il nome del magistrato penale presso il quale l’Ambrina s’è guadagnata la professionalità sul campo con studio anche dei fascicoli processuali – as she say, Holy Mary Mater Dei.

È un miracolo di fede, benedetto a chi ci crede! È un miracolo e non scienza, che vanisce quale essenza (Montale, per i quadrupedi che ci danno buoni consigli quando non possono dare il cattivo esempio – citazione da De André… che Giuseppe mai sapé…).

Giudici, avvocati, Petrilli e mestichieri: si fan mille promesse che valgon solo ieri…

Eppercaso (tuttattaccato), però, mi sono trovato tra le mani, quelle che la procura di Coletta vorrebbe potermi tagliare perché smettessi di scrivere (perciò mi ha chiuso fascisticamente Linea Libera per ben due volte!), il primo official-CV (da non confondere con WC, che è ben altro) risalente al tempo che Berta filava, e al seggio di sindaco soltanto pensava.

Quando, per intenderci, la Sonia Petrillo attaccava il cavillo, e il buon mestichière facéa il cavagliere.

In (petr)illo tempore, senza trombe a saltafosso o braghine a Pinocchietto, non avéa addentato l’osso bisteccoso, o il bel filetto che il Ben-Luca poi le offrì, sfanculando gli aglianì!

Il soggetto di questa farsa napoletana stile Eduardo, è, obviously, l’Ambra Solare Sprai, che svapora e fa de’ guai: non di rado li fa anch’iti, trasformandoli in gua-ìti.

Chiaramente, serenamente, pacatamente (cito Veltroni, comunista dei nostri maroni), il «nome dello ròso» era presente, per tutta quanta la gente, con tanta e poca mente.

Su quel curricolo un po’ ridicolo, ma celestiale, che in Agrùmia battéa l’ale, il magistrato, a tale magistero destinato, era il Gaspari Luca: quei che sparò su Linea col bazooka, per far l’inchino e non senza scompiglio, come Schettino all’Isola del Giglio, finendo a travisar tutte le carte in gloria del Coletta “figlio d’arte”.

Torresi vers. 0.0. Ovvero: quando l’Ambra amava ancora il suo Maestro-Virgilio che la accompagnava tra i meandri dell’Inferno Giudiziario e del Purgatorio. Per prepararla alle false epigrastràlgie diarroiche del BeneMinkia BimboSperi…?

La domanda è: perché l’Ambra Solare nasconde il nome Gaspari e non lo vuol mostrare? Si vergogna di lui? Vuol nascondere forse lati bui? Oppure dal maggio del 2021 al novembre del 2022 accostòssi, Costei, sia pure casualmente, a quel macello, e proprio e solo quello, che il gran Curreli con il Coletta, gettarono in padella in scempio e fretta?

Perché se l’Ambra in (petr)illo tempore fosse liberamente circolata per l’ufficio gaspàrico (ed è non sol possibile, ma invéro dichiarato) e non avesse fatto regolar’atto d’astensione sui casi d’Agliana…

Diciamolo al Curreli con lingua senza peli: il tirocinio d’Ambra ex art. 73 Dl 69/2013, ufficio Gip-Gup, sarebbe tutto da gettare a Ombrone, fra le rane del bécero Agnellone, pria che costui scazzotti altri, e cosparga, sull’indecenza delle sue calunnie, qual falso testimone caro a Gaspari, almeno un metro circa di bottarga!

Ma una giustizia di questo genere esisterà dove? Solo a casa di Erdogan?

La domanda, ripeto – per la Terra di Mezzo del Terzo Piano – è questa: quanti personaggi di Agliana èrino (per erano: cito Mario, il bagnino di Viareggio) noti all’Ambra? Lo volete vedere? Ve li ho qui sottolineati per illuminarvi sulla correttezza indiscutibile (terza, imparziale, indipendente) di certi magistrati pistojesi.

E aggiungo: Gaspari ci faceva caso, a questo, oppure beatamente dormiva sì come ronfò sui documenti di cui era in possesso (glieli avevo inviati io di persona personalmente), ignorando i quali, da pàvido monòcrate qual è, volle gentilemente condannarci a prescindere dalla verità e favorendo, col nasconderlo, tutto il lezzo dei cadaveri (cito il Foscolo, o quadrupedi delle «autorità costituite») del malaffare in voga e di regola nei Comuni della Piana da Quarrata in giù?

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© Linea Libera Periodico di Area Metropolitana


Dorme il prefetto nel dolce lettino
mentre i Comuni sono un casino


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