sinagra&cuffaro 98. CAMILLERI AVEVA RAGIONE. SCHIZOFRENIA GIUDIZIARIA PISTOJESE, IL PADRE NOSTRO «ET NE NOS INDUCAS IN TENTATIONEM»


Papa Francesco “corresse” il Padre Nostro: «Dio non induce in tentazione». È meglio dire: «Non lasciarmi cadere nella tentazione», interpretazione già presente nella nuova versione della Bibbia Cei dal 2008. In tribunale a Pistoja, al contrario, le tentazioni ci sono: ripetute, costanti, benvenute e ufficialmente coltivate e protette. Perfino sostenute e sottoscritte dall’ex-presidente Maurizio Barbarisi, che riconosceva il diritto del “raccomandato” a farsi beatamente gli affari suoi fra i discendenti del ladro Vanni Fucci…


Come volevasi dimostrare. Non essere in regola non esime dal dover rispettare le regole perché qualche santo in paradiso ci protegge… E i primi a dover essere in regola sono proprio coloro che vogliono imporre le loro regole a chi è più in regola di loro. O no?

CHI È CHE A ROMA PROTEGGE

LO SCOUT CURRELI E LA MOGLIE?


Ai cattolici progressisti pistojesi occorre parlare con il progresso delle sacre scritture e delle liturgie revisionate e politicamente corrette

 

Se a Pistoja lo scout Claudio Curreli esercita i princìpi della correzione morale, penale e civile, in termini anche di cattolicesimo praticante, dettato dall’ideologia di rito romano in Agesci; se se ne sta sereno e muto nella sua abitazione di Via XX Settembre 29, ivi accasato per migrazione da Castrolibero di Cosenza il 1° settembre del 2010, fra i panaj di Catilina dopo la sua brillante indagine che portò alla condanna di quasi 10 anni per padre Fedele Bisceglia (il Divus Claudius aveva svolto indagini nascondendo anche fascicoli e violando l’art. 358 cpp); se può starci con la sua consorte Nicoletta Maria Caterina Curci, giudice ferreo delle esecuzioni (il più delle volte capitali); se con costei può dividere anche lo stesso tetto dello stesso tribunale, pur sotto espressa previsione di incompatibilità: lui pòle (lingua pistojese).

Nojaltri ’un si pòle invece additare, all’opinione pubblica, il malaffare della malagiustizia che i bravi magistrati (giudici naturali) che fanno quello che vogliono, impongono ai sudditi secondo i principi veraci dello stalking giudiziario.

E come fanno quadrato, tutti gli altri, intorno a lui! A cominciare dal fu-Maurizio Barbarisi che – ve l’ho già detto e scritto, e lo sanno anche i sassi di Via Abbipazienza, trovò, per difenderlo, una soluzione degna di questo paese senza futuro, guidato da un duplex-non presidente, ex della Corte Costituzionale. Non-presidente ve l’ho già spiegato perché.

Hammurabi e tutti gli altri dopo di lui, inventarono la bufala della legge scritta e inviolabile, perché sapevano bene che, con tanti analfabeti come certi sindaci della Piana (Mazzanti, Romiti, perfino Benesperi che è un «avvocato» degli USA&getta…), l’interpretazione della beata minchia sarebbe stata affidata a gente più o meno turbata dalla “sindrome dell’onnipotenza”.

La soluzione in chiave giuridica fornita dal Barbarisi – prono alla procura e a chi, in essa, protegge gli addetti ai lavori – era degna di questo paese senza futuro. Rileggetevela, cittadini pavidi e proni e, in buona sostanza, coglioni: «… le Autorità superiori, ex lege competenti, sono già state portate a conoscenza dei profili d’incompatibilità nascenti dal rapporto di coniugio in questione senza che sia mai stato obiettato nulla». Curreli e la Curci erano salvi!

A me, se sulla rotonda della Coop di Agliana supero di 1 km 1 all’ora il limite di 60, la Maria Pignatiello, capovigilA del Beneminkia, fa fare una multa che, grazie alla vergogna della prefettura – che non fa una mentulam canis e non legge una Sierra Nevada (= sierra in spagnolo significa sega) dei ricorsi –; una multa che sale a oltre 92 €. Al Curreli, al contrario, tocca il premio come al Marchesino Eufemio di quella testa matta di Giuseppe Gioacchino Belli, che in procura non sanno neppure chi è.

È bello vedere che i giusti sono proprio i primi a commettere ingiustizia. È soprattutto consolante

Il Divus Claudius, con Milady & Family, viene spostato (2010) da là a qua, e con ciò si trasferisce la giustizia dell’ingiusto a fare ingiustizie altrove: tant’è che questo genio del codice penale (o penoso?) dal 2020 imperversa come uno stalker seriale nei confronti di chi scrive e del giornale (legittimo, cara dottoressa Contesini, che non sa leggere!) unico organo davvero non rispettoso dei raccomandati di www.giustizia.it, ma della Verità.

A Pistoja il Divus Claudius è in ambiente protetto. Può contare su una sorta di programma di protezione che gli garantisce tranquillità, serenità, ossequi e libertà di piantagione alberini-della-legalità e gelsi-moro di Antonino Caponnetto.

Metafora: è, in sintesi, un Alessandro VI Papa Borgia, con diritto di dilettarsi a piacere e di generare figli quali il duca Valentino e la Lucrezia Borgia. L’ha detto, sia pure in termini di compassato politically correct, il Barbarisi: qui traducibile in «Se nessuno dice nulla, cazzo vuoi, gente citrulla?».

Non sfuggirà a nessuno – e tantomeno agli intellò (voglio essere treccanamente corretto) di destra, sinistra, centro, chiesa, massoni, Opusdei e, di séguito “uomini, mezzuomini, ominicchi, pigliainculo e quaquaraquà” – che una logica di questo genere [va tutto bene se «chi tace acconsente»] è il riconoscimento ufficiale della violenza di stato attuata attraverso luridi compromessi di potere, protezionismo, corruzione, mafia e fede.

Per questo motivo, Gip Patrizia Martucci, non possumus, non volumus, non debemus (traducételo alla illetterata avvocata Elena Giunti) rispettare le sue adorate «autorità costituite»: perché – ormai è chiaro, limpido, trasparente, cristallino, luccicante, financo accecante, che lo stalking non lo produce, in questa Pistoja nazi-fascio-catto-mafiosa, il direttore Edoardo Bianchini, ma la procura stessa con personaggi come il Divus Claudius e Signora (che hanno messo radici profonde e poco tracciabili) e un Pm capo, Coletta appunto, che minaccia i suoi collaboratori (Daniele Cappelli) ove non anche gli avvocati difensori; e, pur’egli, come il Marchesino Eufemio, s’ebbe il premio “Croce al Merito del Caporalato Giudiziario Pistojese”.

L’essenziale, in questa città microscopica, ma più pericolosa di un sarcoma e delle sue mille metàstasi, è seguire le regole auree del perbenismo di facciata:

  1. mostrarsi cattolici (di sinistra);

  2. servire al tavolo gli handicappati dell’Aias, poi illegalmente Apr/Maria Assunta in Cielo (vedi Renzo Dell’Anno) e/o la gente della Caritas (vedi il Divus), magari andando anche a Cantar Maggio in karaoke (Claudius avrà dato il suo personale contributo alla cena del Tempio, o avrà fatto a baratto merci?);

  3. andare (tutti gli intellò della élite pistojese) alla Santa Messa domenicale dei domenicani, delle 19 a San Domenico, ma in sala separée che salvi dal popolo sanculotto e dai suoi contagi, con sagace predica di padre Alessandro, che scaglia fulmini su Donald Trump e Elon Musk, tratta dal Vangelo secondo la Schlein, parabola dell’asteroide assassino che nel 2032 polverizzerà la terra e i fascisti;

  4. leggere Vangelo e pezzi di liturgia pur sapendo che, se poi a qualcuno/a càpita in studio un cliente, per prima cosa gli si sequestra il cellulare e gli si impedisce di portarlo dinanzi al Ci[n]cerone di turno; per seconda gli si impone di lasciare sulla scrivania minimo 5 fogli da 100 € cash non tracciabili; per terza gli si chiede – in caso di risarcimento di un danno, a processo andato a buon fine – il 50 o 60% del rimborso ottenuto. Anche qui non tracciabile a onore e gloria degli evasori catto-per-bene di Pistoja.

Il Divus Claudius va anche oltre: vuole la Terra Aperta. E forse, se il Dio in cui dice di credere esistesse davvero, gliela aprirebbe, la terra, ma direttamente sotto i piedi.

Fra alberi di Falcone, gelsi-moro di Caponnetto, addetto stampa dell’Agesci, marce della pace, campi scout, bandiere arcobaleno, redenzione delle prostitute sulle rotonde di Agliana, karaoke, «Terra Aperta» e altri diversivi, Curreli, al suo posto, in aula, ci manda qualche povero Bastianazzo di Vpo destinato a difendere altri ex-Vpo come il mai-comandante Nesti. Poi il Divus se la rifà con noi anche se, a questo punto, dovrebbe averlo capito che le sue indagini, puntualmente smentite in aula (tranne che con Gaspari) sono più inconsistenti dei fogliettini mielosi che si trovano nei Baci Perugina

Il Pater Noster, infatti, penserebbe a quanto poco il Curreli svolga il suo dovere ex art. 54 Cost. «con disciplina ed onore», lui che spregia il suo datore di lavoro (il popolo sovrano, appunto); ammassa indagini (come le definisce lui) in ipotesi protezionistiche di potenziali suoi protetti (nessuno ha mai risposto sulla di lui conoscenza con Romolo Perrozzi, Andrea Alessandro Nesti e la di lui moglie Milva Maria Cappellini, e così via), ma in realtà limitandosi a semplici e scompisciati copia-incolla e, fra l’altro, pessimamente raffazzonati; è sempre in giro da tutte le parti fuorché in aula e, dopo aver confezionato i suoi minestroni, scaraventa (e istiga alla condona) certi suoi Bastianazzi, emissari delle pressioni sui monòcrati che, fragili e teneri come Luca Gaspari, finiscono per cedere alla sopraffazione della rieducazione & propaganda cara allo scout.

Poi i nodi tornano al pettine. E ce lo ritroviamo, quel pettine, pieno di lèndini e di capelli strappati per tutti i nodi che questo superprotetto (teste Barbarisi) genera grazie a chi, in alto loco, lo salva e gli permette di danneggiare impunemente i cittadini che finiscono per esserne vittime scarnificate.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© Linea Libera Periodico di Area Metropolitana

Vedi: https://www.famigliacristiana.it/articolo/papa-francesco-corregge-il-padre-nostro-dio-non-induce-in-tentazione-.aspx


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