Papa Francesco “corresse” il Padre Nostro: «Dio non induce in tentazione». È meglio dire: «Non lasciarmi cadere nella tentazione», interpretazione già presente nella nuova versione della Bibbia Cei dal 2008. In tribunale a Pistoja, al contrario, le tentazioni ci sono: ripetute, costanti, benvenute e ufficialmente coltivate e protette. Perfino sostenute e sottoscritte dall’ex-presidente Maurizio Barbarisi, che riconosceva il diritto del “raccomandato” a farsi beatamente gli affari suoi fra i discendenti del ladro Vanni Fucci…
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CHI È CHE A ROMA PROTEGGE
LO SCOUT CURRELI E LA MOGLIE?
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Se a Pistoja lo scout Claudio Curreli esercita i princìpi della correzione morale, penale e civile, in termini anche di cattolicesimo praticante, dettato dall’ideologia di rito romano in Agesci; se se ne sta sereno e muto nella sua abitazione di Via XX Settembre 29, ivi accasato per migrazione da Castrolibero di Cosenza il 1° settembre del 2010, fra i panaj di Catilina dopo la sua brillante indagine che portò alla condanna di quasi 10 anni per padre Fedele Bisceglia (il Divus Claudius aveva svolto indagini nascondendo anche fascicoli e violando l’art. 358 cpp); se può starci con la sua consorte Nicoletta Maria Caterina Curci, giudice ferreo delle esecuzioni (il più delle volte capitali); se con costei può dividere anche lo stesso tetto dello stesso tribunale, pur sotto espressa previsione di incompatibilità: lui pòle (lingua pistojese).
Nojaltri ’un si pòle invece additare, all’opinione pubblica, il malaffare della malagiustizia che i bravi magistrati (giudici naturali) che fanno quello che vogliono, impongono ai sudditi secondo i principi veraci dello stalking giudiziario.
E come fanno quadrato, tutti gli altri, intorno a lui! A cominciare dal fu-Maurizio Barbarisi che – ve l’ho già detto e scritto, e lo sanno anche i sassi di Via Abbipazienza, trovò, per difenderlo, una soluzione degna di questo paese senza futuro, guidato da un duplex-non presidente, ex della Corte Costituzionale. Non-presidente ve l’ho già spiegato perché.
Hammurabi e tutti gli altri dopo di lui, inventarono la bufala della legge scritta e inviolabile, perché sapevano bene che, con tanti analfabeti come certi sindaci della Piana (Mazzanti, Romiti, perfino Benesperi che è un «avvocato» degli USA&getta…), l’interpretazione della beata minchia sarebbe stata affidata a gente più o meno turbata dalla “sindrome dell’onnipotenza”.
La soluzione in chiave giuridica fornita dal Barbarisi – prono alla procura e a chi, in essa, protegge gli addetti ai lavori – era degna di questo paese senza futuro. Rileggetevela, cittadini pavidi e proni e, in buona sostanza, coglioni: «… le Autorità superiori, ex lege competenti, sono già state portate a conoscenza dei profili d’incompatibilità nascenti dal rapporto di coniugio in questione senza che sia mai stato obiettato nulla». Curreli e la Curci erano salvi!
A me, se sulla rotonda della Coop di Agliana supero di 1 km 1 all’ora il limite di 60, la Maria Pignatiello, capovigilA del Beneminkia, fa fare una multa che, grazie alla vergogna della prefettura – che non fa una mentulam canis e non legge una Sierra Nevada (= sierra in spagnolo significa sega) dei ricorsi –; una multa che sale a oltre 92 €. Al Curreli, al contrario, tocca il premio come al Marchesino Eufemio di quella testa matta di Giuseppe Gioacchino Belli, che in procura non sanno neppure chi è.
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Il Divus Claudius, con Milady & Family, viene spostato (2010) da là a qua, e con ciò si trasferisce la giustizia dell’ingiusto a fare ingiustizie altrove: tant’è che questo genio del codice penale (o penoso?) dal 2020 imperversa come uno stalker seriale nei confronti di chi scrive e del giornale (legittimo, cara dottoressa Contesini, che non sa leggere!) unico organo davvero non rispettoso dei raccomandati di www.giustizia.it, ma della Verità.
A Pistoja il Divus Claudius è in ambiente protetto. Può contare su una sorta di programma di protezione che gli garantisce tranquillità, serenità, ossequi e libertà di piantagione alberini-della-legalità e gelsi-moro di Antonino Caponnetto.
Metafora: è, in sintesi, un Alessandro VI Papa Borgia, con diritto di dilettarsi a piacere e di generare figli quali il duca Valentino e la Lucrezia Borgia. L’ha detto, sia pure in termini di compassato politically correct, il Barbarisi: qui traducibile in «Se nessuno dice nulla, cazzo vuoi, gente citrulla?».
Non sfuggirà a nessuno – e tantomeno agli intellò (voglio essere treccanamente corretto) di destra, sinistra, centro, chiesa, massoni, Opusdei e, di séguito “uomini, mezzuomini, ominicchi, pigliainculo e quaquaraquà” – che una logica di questo genere [va tutto bene se «chi tace acconsente»] è il riconoscimento ufficiale della violenza di stato attuata attraverso luridi compromessi di potere, protezionismo, corruzione, mafia e fede.
Per questo motivo, Gip Patrizia Martucci, non possumus, non volumus, non debemus (traducételo alla illetterata avvocata Elena Giunti) rispettare le sue adorate «autorità costituite»: perché – ormai è chiaro, limpido, trasparente, cristallino, luccicante, financo accecante, che lo stalking non lo produce, in questa Pistoja nazi-fascio-catto-mafiosa, il direttore Edoardo Bianchini, ma la procura stessa con personaggi come il Divus Claudius e Signora (che hanno messo radici profonde e poco tracciabili) e un Pm capo, Coletta appunto, che minaccia i suoi collaboratori (Daniele Cappelli) ove non anche gli avvocati difensori; e, pur’egli, come il Marchesino Eufemio, s’ebbe il premio “Croce al Merito del Caporalato Giudiziario Pistojese”.
L’essenziale, in questa città microscopica, ma più pericolosa di un sarcoma e delle sue mille metàstasi, è seguire le regole auree del perbenismo di facciata:
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mostrarsi cattolici (di sinistra);
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servire al tavolo gli handicappati dell’Aias, poi illegalmente Apr/Maria Assunta in Cielo (vedi Renzo Dell’Anno) e/o la gente della Caritas (vedi il Divus), magari andando anche a Cantar Maggio in karaoke (Claudius avrà dato il suo personale contributo alla cena del Tempio, o avrà fatto a baratto merci?);
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andare (tutti gli intellò della élite pistojese) alla Santa Messa domenicale dei domenicani, delle 19 a San Domenico, ma in sala separée che salvi dal popolo sanculotto e dai suoi contagi, con sagace predica di padre Alessandro, che scaglia fulmini su Donald Trump e Elon Musk, tratta dal Vangelo secondo la Schlein, parabola dell’asteroide assassino che nel 2032 polverizzerà la terra e i fascisti;
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leggere Vangelo e pezzi di liturgia pur sapendo che, se poi a qualcuno/a càpita in studio un cliente, per prima cosa gli si sequestra il cellulare e gli si impedisce di portarlo dinanzi al Ci[n]cerone di turno; per seconda gli si impone di lasciare sulla scrivania minimo 5 fogli da 100 € cash non tracciabili; per terza gli si chiede – in caso di risarcimento di un danno, a processo andato a buon fine – il 50 o 60% del rimborso ottenuto. Anche qui non tracciabile a onore e gloria degli evasori catto-per-bene di Pistoja.
Il Divus Claudius va anche oltre: vuole la Terra Aperta. E forse, se il Dio in cui dice di credere esistesse davvero, gliela aprirebbe, la terra, ma direttamente sotto i piedi.
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Il Pater Noster, infatti, penserebbe a quanto poco il Curreli svolga il suo dovere ex art. 54 Cost. «con disciplina ed onore», lui che spregia il suo datore di lavoro (il popolo sovrano, appunto); ammassa indagini (come le definisce lui) in ipotesi protezionistiche di potenziali suoi protetti (nessuno ha mai risposto sulla di lui conoscenza con Romolo Perrozzi, Andrea Alessandro Nesti e la di lui moglie Milva Maria Cappellini, e così via), ma in realtà limitandosi a semplici e scompisciati copia-incolla e, fra l’altro, pessimamente raffazzonati; è sempre in giro da tutte le parti fuorché in aula e, dopo aver confezionato i suoi minestroni, scaraventa (e istiga alla condona) certi suoi Bastianazzi, emissari delle pressioni sui monòcrati che, fragili e teneri come Luca Gaspari, finiscono per cedere alla sopraffazione della rieducazione & propaganda cara allo scout.
Poi i nodi tornano al pettine. E ce lo ritroviamo, quel pettine, pieno di lèndini e di capelli strappati per tutti i nodi che questo superprotetto (teste Barbarisi) genera grazie a chi, in alto loco, lo salva e gli permette di danneggiare impunemente i cittadini che finiscono per esserne vittime scarnificate.
Edoardo Bianchini
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