SINDACI, OSPEDALI SMANTELLATI E OSPEDALI SALVI PERCHÉ SOTTO LE ALI DI ENRICO ROSSI

Riorganizzazione e potenziamento del Pacini di San Marcello secondo Grillo Parlante
Riorganizzazione e potenziamento del Pacini di San Marcello secondo Grillo Parlante

SAN MARCELLO-MONTAGNA. In questi giorni sulla Montagna pistoiese è tutto un turbinìo di appuntamenti programmati nella stessa giornata dai Consiglieri Regionali Aldo Morelli e Gianfranco Venturi, Sindaci dei Comuni di Abetone, Cutigliano, Piteglio e San Marcello, e dalle Associazioni montane di volontariato. Argomento unico all’ordine del giorno è quello del salvataggio attraverso il mantenimento in attività del presidio ospedaliero “Pacini” di San Marcello pistoiese: quello che per molti lustri ha rappresentato un valido punto di accoglienza e cura per gli abitanti e i turisti di questa vasta area montana. Un presidio che è nel cuore dei montanari perché, in origine, fu costruito con lasciti di benefattori locali e che – purtroppo – improvvide scelte di politici e burocrati regionali hanno praticamente relegato a poco più di un ambulatorio medico. Il tutto ignorando sia la vastità del territorio, sia le difficoltà di accesso determinata da una viabilità ripetutamente compromessa da frane e, in inverno, da neve, ghiaccio e giornate in cui non è possibile effettuare salvataggi con l’elicottero.

“Come mai – si chiede la gente – questa tardiva e improvvisata mobilitazione quando, fatta salva la possibilità (tutta da dimostrare) si poteva ottenere un’inversione di rotta)?”. Infatti finora lo smantellamento dell’Ospedale di San Marcello, avallato dai Sindaci che hanno passivamente accettato le proposte regionali, è passato sotto silenzio. Anzi, secondo “i nostri” si sarebbe trattato di una soluzione apportante benefici a non finire, stante l’avvenuta realizzazione del maxi Ospedale di San Jacopo. Ma – una vocina carbonara – chiarisce che la neghittosità dei Sindaci è stata prodotta dalle preoccupazioni, ancora non del tutto fugate, collegate al pasticciaccio brutto degli ammanchi e dei mancati controlli in quel grosso calderone rappresentato dalla – a Dio volendo – disciolta Comunità Montana. Preoccupazioni che amministratori ed ex amministratori di questo sciagurato Ente hanno tentato di fugare affondandole nel “Comunone Dynamone” al momento tuttora intenzionato ad utilizzare apporti e appoggi politici.

Ma, forse, questa analisi pur valida, non chiarisce l’interrogativo suesposto. Occorre infatti considerare come:

  • la calata del “rottamatore” Renzi nella grande politica ha sconquassato la vecchia nomenclatura;
  • la fibrillazione che ne è conseguita anche nella nostra Regione;
  • le reazioni del Governatore Enrico Rossi e la sfiducia proclamata in qualche suo assessore;
  • la sua marcia indietro per la riconquista dei voti specialmente in quelle zone a più elevata presenza diessina;
  • la decisione di far sapere che “il presidio ospedaliero di Abbadia San Salvatore non si tocca”, che ha finito con il mettere in crisi di quei consiglieri (come Morelli e Venturi) che temono di essere rottamati.

Da qui la decisione di schierarsi (a giochi fatti?) nella fino ad ora trascurata difesa dell’Ospedale di San Marcello.

In questo coacervo di cause e concause brillano (si fa per dire) le posizioni interessate del sindaco Danti per il quale pare contare assai più di ogni altra assicurazione il mantenimento del pronto soccorso all’Abetone, l’ortopedico a San Marcello quando ci sono gare e nei giorni festivi e la pronta presenza del giallo elicottero Pegaso.

Diversa la posizione di Silvia Cormio, coriaceo Sindaco di San Marcello, che ben sa come la dirigenza piddìna di San Marcello voglia farle “le scarpe” sia per i bastoni tra le ruote poste in relazione alle iniziative del Comunone-Dynamone sostenute dai vari Adamo Bugelli, Valerio Sichi e dalle truppe cammellate che ai due, Oreste Giurlani in testa, si sono da tempo associati, sia per aver chiesto la costituzione di parte civile nel processo iniziato sul “pasticciaccio brutto” della Comunità Montana. Una cosa che fa tremare le gambe a chi – amministratori, dirigenti, revisori dei conti – era investito di responsabilità nell’Ente troppo frettolosamente tumulato.

Concludendo: coloro che hanno deciso di approvare – sia per interesse ristretto sia disinformazione o timore di schierarsi contro la nomenclatura – la sciagurata ipotesi di potenziamento e la ristrutturazione dell’ospedale di San Marcello conclusasi con la pratica soppressione di gran parte delle originarie attività ivi svolte, crede davvero che il popolo ignorante e ciuco continui ancora a seguirli?

 

ANTOLOGIA DELLE AMENE LETTURE

 

ROSSI SULL’AMIATA SENESE: «IL PRESIDIO OSPEDALIERO DI ABBADIA NON SI TOCCA»

A Abbadia San Salvatore Marroni inaugura la piazzola dell'elisoccorso
A Abbadia San Salvatore Marroni inaugura la piazzola dell’elisoccorso

Abbadia San Salvatore (Si). “La nostra rete ospedaliera prevede 38 presidi. Quello di Abbadia ne fa parte a pieno titolo e quindi non abbiamo alcuna intenzione di ridimensionarlo né di ridurne il ruolo. Mi auguro invece che riusciate a terminare i lavori entro Pasqua e a portare avanti i progetti di sviluppo già programmati”.Asl3

Il presidente della Regione, Enrico Rossi, ha voluto fornire un messaggio tranquillizzante agli operatori del presidio di Abbadia San Salvatore, che (il 21 febbraio 2014 n.d.r.) ha incontrato nella struttura insieme al direttore generale della Asl 7, Niccolò Pestelli, ai direttori sanitario e amministrativo e ai sindaci della zona. L’incontro faceva parte del programma della quattordicesima tappa del suo “Viaggio in Toscana”.
Rossi ha ricordato i tagli subìti dal sistema sanitario regionale pari all’8% del budget complessivo, cioè a circa 600 milioni di euro, a partire dal 2011, una riduzione che ha comportato una diminuzione di addetti di circa 2000 unità.
“Voglio quindi rivolgere – ha aggiunto il presidente – un ringraziamento non formale a voi operatori, costretti a sottoporvi a ulteriori carichi di lavoro, visto che nonostante la riduzione del personale non è diminuito il livello di prestazioni erogate. E se non avessimo investito in sanità, oggi la sanità toscana non sarebbe la prima in Italia”.
Il direttore generale della Asl ha sottolineato come il presidio si sta riorganizzando per fornire prestazioni programmate a media intensità.
“I piccoli ospedali non li chiudiamo, ma ci investiamo – ha concluso il presidente Rossi – perché possano fornire servizi di qualità e sviluppare una capacità di attrazione anche oltre il ambito territoriale naturale”.

[tiziano carradori]

 

OSPEDALE DI CASTEL DEL PIANO, RISORSA DA RILANCIARE

Il Presidente di Uncem Toscana plaude alle parole del Presidente della Regione Rossi: necessario investire sulla struttura dell’Amiata grossetano

Oreste Giurlani, candidato Sindaco Pd
Oreste Giurlani, Presidente Uncem

“Non abbiamo nessuna intenzione di tornare indietro rispetto all’assetto che abbiamo dato alla sanità toscana e perciò non rinunceremo a questo ospedale, che merita invece attenzione e investimenti, sia perché rappresenta un presidio importante, sia per la qualità dell’accoglienza e delle cure che garantisce, sia per le tecnologie di cui dispone e non ultimo perché riesce ad attrarre pazienti”. Sono questi i concetti principali espressi ieri, martedì 22 ottobre, relativamente all’ospedale di Castel del Piano, sull’Amiata (Grosseto), dal presidente della Regione, Enrico Rossi. Considerazioni che sono molto piaciute a Oreste Giurlani, presidente di Uncem Toscana: “Accolgo con favore quanto ha detto ieri il presidente Rossi, il che conferma la volontà della Regione di mantenere in vita anche i presidi ospedalieri più piccoli a servizio di comunità lontane dai centri principali – è il commento di Giurlani –. Tagli e ridimensionamenti hanno un senso, lo ripeto, laddove le strutture non funzionano e dove ci sono sprechi reali; e questo è un ragionamento che non vale solo per la sanità. Ma nei casi in cui, come a Castel del Piano, esistono tutte le condizioni necessarie per un buon funzionamento della struttura servono, al contrario, nuovi investimenti”.

[qui: http://www.uncemtoscana.it/notizie/news/news_item.2013-10-23.0384726556]

 

MARRONI AD ABBADIA SAN SALVATORE: «UNA NUOVA ORGANIZZAZIONE PER L’OSPEDALE»

Castel del Piano, l'Ospedale Civico
Castel del Piano, l’Ospedale Civico

FIRENZE. “Oggi si sottoscrive un destino certo e positivo per l’ospedale di Abbadia, abbiamo definito il suo ruolo per i prossimi anni. Abbiamo affrontato il tema dei piccoli ospedali eseguendo, a livello regionale, una ristrutturazione organizzativa che non prevedesse tagli, ma nuove prospettive per queste strutture, anche in funzione dell’evoluzione della medicina e dei crescenti bisogni dei cittadini”. È quanto ha detto l’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni, che ad Abbadia San Salvatore ha firmato il protocollo sulla nuova organizzazione del nosocomio di Abbadia San Salvatore. Con lui, hanno siglato il documento il sindaco di Abbadia Lorenzo Avanzati, il presidente di Uncem Toscana Oreste Giurlani e il direttore della Asl 7 Nicolò Pestelli.

“La firma di questo protocollo – sottolinea l’assessore Marroni – è un’ulteriore conferma dell’attenzione della Regione per questa tipologia di ospedali. È stato un percorso lungo e complesso, che ha portato alla definizione di una rete ospedaliera di cui fanno parte, a pieno titolo, gli ospedali grandi e quelli più piccoli, ciascuno con un proprio ruolo e funzione, per dare a ogni cittadino una risposta adeguata al bisogno, alla sicurezza e alla qualità delle cure. Gli ospedali piccoli non solo non verranno chiusi – ribadisce l’assessore – ma saranno ricollocati in una nuova rete di ospedali, che comprenderà sia gli ospedali piccoli, ognuno con una sua specificità, che gli ospedali provinciali e gli ospedali universitari, definendo una rete integrata e di grande qualità”. Con la firma di questo protocollo, l’ospedale amiatino, che con gli ospedali di Nottola e Campostaggia fa parte del presidio ospedaliero unico della Asl 7 di Siena, si assesta come modello che garantisce l’assistenza in regime di pronto soccorso con letti di osservazione, bassa intensità con moduli di ricovero in day hospital medico e chirurgico e week surgery, posti letto di continuità assistenziale (ospedale di comunità e hospice) e attività ambulatoriale con visite, accertamenti diagnostici e interventi chirurgici ambulatoriali. Dal prossimo mese, le attività già presenti si integreranno con l’ambulatorio per l’esecuzione delle cataratte: grazie alla convenzione con il policlinico delle Scotte di Siena, gli oculisti saranno presenti nell’ospedale amiatino, anche con l’intento di fare da polo di attrazione dai paesi confinanti con la provincia di Siena. Lo stabilimento ospedaliero di Abbadia San Salvatore è l’ospedale di riferimento della zona Amiata Val d’Orcia, un’area montana con una popolazione di circa 23.000 abitanti e un’estensione di circa 700 km quadrati. La zona Amiata, oltre ad avere una dislocazione territoriale estremamente decentrata, risulta anche quella in cui l’invecchiamento della popolazione appare più marcato.

[lucia zambelli]

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