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PISTOIA. Il Sindaco, stamattina, sabato 17 gennaio, ad accogliere i suoi cittadini che vogliono sottoporgli i loro casi specifici, delicati, urgenti, a volte disperati, come quello di Vito Cintoli, non c’era. E nemmeno la sua segretaria.
Un’impiegata, però, a fare da spartitraffico, Vito Cintoli, l’ha trovata e a lei ha riassunto tutto quello che la vita gli sta riservando dal 2009 – e che vi abbiamo raccontato giorni fa sul nostro quotidiano (vedi) –, con l’epilogo tragicomico di essere stato cancellato dall’anagrafe, un’inesistenza ben poco pirandelliana, la sua, che non gli consente di farsi prescrivere, dal suo medico, Mario Pietragalla, le cure indispensabili per provare a guarire.
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“Si è presa gli appunti – ci ha detto il Cintoli dopo essere uscito, senza nulla di fatto, da Palazzo di Giano – e su quel foglio, su cui ha annotato i momenti più importanti della mia odissea, ha anche scritto, a stampatello, bello grande, sottolineandolo: urgente. La mia situazione però, urgente, lo è già da tre mesi, cosa che il Sindaco conosce perfettamente o almeno così dovrebbe essere, e io non posso più andare avanti così: ho bisogno di essere reinserito nelle liste dei cittadini pistoiesi perché solo così il mio medico può prescrivermi cure e medicinali”.
È forse il caso, caro Sindaco, che lunedì mattina tu riesca a trovare il tempo per come contattare Vito Cintoli e risolvere il suo problema: ti preghiamo laicamente e civilmente di farlo, anche e soprattutto nell’ottica che privilegia il diritto alle cure; un piccolo flacone di medicinali, non acquistabile se non dietro ricetta medica, potrebbe evitargli un ricovero.
Lui sarebbe contento e la comunità intera risparmierebbe un bel po’: non credi?