PISTOIA. Una notizia di giornale ripresa da La Nazione che passerà inosservata ai più, vista anche la giornata prefestiva.
L’intervista (La Nazione del 3 ottobre) all’avvocato Niccolai, presidente della Camera Penale di rientro dal congresso nazionale di Cagliari è la conferma che qualcosa nel “sistema giustizia” non procede nel senso giusto.
L’intervista va letta con calma e interamente, perché l’avv. Niccolai, esperto nell’uso dei termini ed evidentemente, pur provenendo dalla scuola dell’obbligo, “eccezione” della medesima, con delicatezza, ma anche con chiarezza e determinazione, “non le manda a dire”.
In questa città-sarcofago il comportamento della Giustizia è organico al suo territorio, come nel resto d’Italia, par di capire.
Quando si parla di “forte compromissione del diritto di difesa e delle garanzie costituzionali” non si intende che si procede per unilaterale esposizione dell’impianto accusatorio senza parità di contraddittorio?
Evidentemente sì: e l’avv. Niccolai lo afferma apertamente quando, senza facili “politichesi”, afferma che “…escludendo illustri e illuminate eccezioni, sempre più minoritaria è la magistratura aperta ai valori del contraddittorio… e della necessaria terzietà del giudice, e quindi della necessità della separazione delle carriere”.
Ci sembra di comprendere, nella nostra limitatezza interpretativa, che il Pubblico Ministero, che diventa sceriffo e, paradossalmente, difensore di se medesimo e quindi alieno dal recepire posizioni contrarie, deve essere ridimensionato e che la figura del giudice rischia di divenire veramente “terza”, ma non nell’accezione letterale del termine.
Sarebbe interessante conoscere la percentuale di cause “cassate” con un non luogo a procedere in sede preliminare di giudizio e quante, portate pervicacemente in aula, siano poi state ribaltate nel giudizio di appello. Siamo l’Italia delle percentuali, perché non conoscere anche queste che toccano da molto vicino la vita dei cittadini?
Comunque sia la lettura dell’intervista dell’avv. Niccolai è propedeutica anche alla comprensione di certi presunti diritti esercitati secondo un concetto di autosacralità presunta e di incontrollata impunità: e qui il ragionamento diventerebbe lungo e andrebbe a intaccare quel “recinto dorato” che è il Consiglio Superiore della Magistratura di elezione politica e non popolare.
Un’ultima considerazione sull’intervista dell’avv. Niccolai con il quale pienamente concordiamo.
È giusto fare chiarezza “sulla” e “dentro” la magistratura: ma è anche giusto e doveroso fare chiarezza all’interno dell’Ordine degli Avvocati (che andrebbe abolito) dove abbondano personaggi che, su questo “andazzo”, sguazzano e si creano immeritate fortune (economiche e talvolta anche politiche). Queste ultime precluse agli sfigati e ai penalisti di provincia. Parlamento docet.
È un’intervista coraggiosa, rallegramenti! Poiché l’avv. Niccolai è un pistoiese e un penalista “maturo”, non intendiamo interpretare maliziosamente le sue espressioni secondo il famoso detto “dico a nuora perché suocera intenda”. Evidentemente anche a lui – e nonostante Pistoia – nel frattempo… sono cresciuti i denti davanti.
Buona lettura, merita!